A Claudio Lotito non è servito troppo tempo per entrare negli ingranaggi parlamentari. In poche settimane è stato eletto vicepresidente della Commissione Bilancio e Programmazione economica del Senato, poi membro della Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama. Quindi ha firmato due emendamenti a tema pallone: uno per prolungare le licenze di trasmissione e un altro contro le trasmissioni pirata online. Il neo senatore di Forza Italia è anche il principale favorito dal decreto salva-calcio, la sua Lazio risulta essere la squadra con più debiti in serie A.
Le società sportive potranno spalmare in sessanta comode rate nei prossimi cinque anni i milioni di tasse non pagate con la scusa del Covid, con solo una piccola mora del 3% e nessuna sanzione penale o sportiva. Si parla di mezzo miliardo di versamenti Irpef e contributi sospesi nel corso del 2022 con la scusa del Covid: una maxi-cartella esattoriale in scadenza il 22 dicembre, che riguarda tutto il settore dello sport, ma è chiaro che i grandi debitori (e quindi i veri beneficiari della proroga) sono i club di Serie A. Prima sponsorizzato dallo stesso ministro Abodi, poi bocciato dal Ministero dell’Economia, quindi portato avanti da uno scatenato Lotito a Palazzo Madama.
La misura, contestatissima, all’inizio doveva entrare nel decreto Aiuti quater, ma è stata rimbalzata in Consiglio dei ministri. Così il discorso poi si è spostato sulla manovra. Su cui si è aperto un vero e proprio caso. I senatori in Commissione ci hanno provato prima con una rateizzazione quinquennale gratis: niente. Poi con la stessa rateizzazione, maggiorata del 3%. Ancora nulla. Alla fine, però, proprio quest’ultima proposta è riuscita a entrare nel maxiemendamento governativo, aggirando le forche caudine dei tecnici grazie al sostegno di Forza Italia e facendo esultare il pallone. Il tutto peserà sulle casse dello stato circa 1 miliardo di euro, dato che non saranno utilizzabili sul breve periodo.