L’arrivo del nuovo anno ci esorta ad affrontare con serenità e fiducia le sfide che si presenteranno nei prossimi mesi. Soprattutto ci invita, nel frastuono delle nostre città, a fare silenzio per ascoltare la voce della natura, riconciliandoci con tutte le creature.
Anche una poesia può ricordarci, come sostiene lo scienziato Carlo Rovelli, nell’emergenza non solo ecologica ma etica, che “siamo creature naturali in un mondo naturale”.
Auguro a tutti voi la rinnovata capacità di sentire la bellezza in un rapporto armonico con noi stessi, gli altri e il mondo naturale di cui sappiamo ancora così poco mettendoci in viaggio.
Se ti incamminerai.
Se ti incamminerai
Un giorno di primavera
Là dove vola il gipeto
E l’aquila maestosa
Tendi l’orecchio
Al fischio lontano
Della marmotta in pericolo,
non temere non sarà
quest’oggi la preda:
nel battito convulso
della sua corsa
c’è lo spavento
delle tempeste
ma anche il pulsare
delle sorgenti sugli
aromi leggeri delle
siepi d’albaspina e
il lieto crepitare
delle stelle nella notte.
Solo per te creatura pensante
Tra cascate d’acqua fresca
Sbocceranno fiori splendidi
Di rugiada e chiari di sole:
Se il vento ti scompiglierà
I capelli non dimenticare
Che la casa del silenzio
È nel tuo animo assetato
Di verde e perduto tra
Città di cemento.