Abruzzo – Gli operatori di Salviamo l’Orso da tempo hanno intrapreso iniziative per la messa in sicurezza delle strade presenti all’interno di quei territori che, pur non rientrando nelle aree del Parco, sono però regolarmente attraversate da animali selvatici, orsi compresi. “Sulla SS17 sono stati investiti 5 orsi dal 2014” si legge in una nota dell’associazione “Tre di loro, tra cui Carrito, sono rimasti uccisi nell’impatto. Tre è un numero enorme su una popolazione di una sessantina di esemplari“.
Salviamo l’Orso, prima che Juan Carrito trovasse la morte sulla strada, con tutto il legittimo clamore mediatico che tale tragico evento ha generato, avevano già avviato una raccolta fondi per la messa in sicurezza del tratto di SS17 su cui Carrito è stato investito. “Ma Carrito non è morto perché era un orso “confidente”. È morto perché era un orso e gli orsi hanno bisogno di spazio e per questa ragione si spostano” spiegano gli esperti.
La questione legata alla sicurezza degli orsi e della fauna selvatica va affrontata e risolta urgentemente, affinché non si debbano perdere altri animali come è accaduto a Juan Carrito. “Dovrebbero occuparsene le istituzioni che sono preposte a farlo” scrivono da Salviamo l’Orso “Ma non possiamo stare fermi in attesa di un segnale. Facciamo allora in modo che la perdita di Carrito serva ad aprire gli occhi!” E finiscono: “L’orso bruno marsicano è una sottospecie in via di estinzione e ogni individuo è prezioso. Perdere un orso per cause antropiche significa dire addio a una vita, ma anche dare un duro colpo agli sforzi che si fanno per la conservazione“.