TRADIZIONI E FOLCLORE NELLA MARSICA (Culti dedicati alla Madonna )

Nella Marsica, dunque, le sette Madonne costituiscono la trama di tutela sacrale del territorio, di cui avevamo parlato all’inizio del capitolo: ogni segmento geografico-territoriale (1. la piana del Cavaliere, presso Carsoli; 2. il Tagliacozzano; 3. il Fucino; 4. il Parco Nazionale d’Abruzzo; 5. le pendici del monte Velino; 6. la Val Roveto; 7. La Marsica intera (dal colle dove sorge la patrona della diocesi, la Madonna di Pietraquaria) viene salvaguardato dal male materiale e spirituale attraverso questa presenza “forte” delle sette Madonne Sorelle. Ogni altro angolo della regione, poi, persino negli anfratti più nascosti e nei paesini più insignificanti, ha pure una sua Madonna, ugualmente venerata e miracolosa. Talvolta, poi, anche nelle realtà più modeste, le alleanze tra Madonne vengono promosse in nome di una “visione quantitativa ed economica della forza sacrale, finalizzata all’accrescimento del potere taumaturgico: in altre parole, molte Madonne sarebbero più potenti di una” 66.

È in tale ottica che si può correttamente interpretare, ed inserire quindi in questo lavoro, la processione delle Tre Madonne di Poggio Filippo, Gallo e S.Donato, tre frazioni di Tagliacozzo poste sulle pendici del monte Faito. La manifestazione attuale, che viene chiamata “festa della Pace”, rientra anch’essa, pertanto, nel modello culturale delle “Sette Madonne”, che prevede una protezione più intensa ed efficace se il nume tutelare è multiplo, tale cioè da poter coprire, con il proprio patrocinio, un intero territorio. Al riguardo, Giuseppe Profeta scrive che “ per la varietà delle denominazioni con cui la Madonna viene indicata e venerata […] non si fa sempre ricorso alla precisa quantità settenaria” 67.

Ma torniamo alla triplice processione marsicana, la cui antichità è documentata da una annotazione manoscritta del 1637, inserita in una delle sue Visite pastorali dal vescovo dei Marsi monsignor Lorenzo Massimi: Nel giorno della Resurrettione si va alla Madonna S.ma di Colle Mundi et med.te il 3° giorno di Pasqua della quale se ne fa promotore don Anzuino de Anzuinis del Poggio Filippo, et il 2° giorno di Pasqua il Clero di S.to Donato con il popolo va ad uscire incontro alla processione che fa il Prete del Gallo et Tivolaro, et il Clero del Poggio Filippo; et conducono detti Preti con popolo in detta Chiesa di Sant’Erasmo 68.

Ancor oggi la festa delle Tre Madonne si celebra il Lunedì in Albis e consiste, fondamentalmente, nell’incontro di tre processioni, provenienti ciascuna da uno dei tre paesi sopra indicati. Per dirimere le frequenti liti su questioni di pascolo – si racconta – qualcuno propose di ricorrere alla funzione riconciliatrice della Vergine, la quale prese appunto il nome di “Madonna della Pace”. Ognuno dei tre paesi realizzò un proprio vessillo con l’effigie della Madonna. Anche queste tre Madonne, tuttavia, divennero motivo di scontri, di gelosie, di invidie (piccandosi ogni paese di avere con sé la Madonna più bella e più potente), finché si decise di ornare con un identico fregio le tre immagini, per evitare ulteriori discussioni e polemiche. La triplice processione, dunque, si svolge seguendo un rituale che gli antropologi chiamano rituale di tregua. Al suono delle campane, le popolazioni di Gallo e Poggio Filippo partono contemporaneamente, ciascuna dal proprio paese, dirigendosi verso S.Donato. Ogni paese segue l’effigie della propria Madonna, portata da una fanciulla biancovestita (la “festarola”), accompagnata da altre due fanciulle. Non appena le due processioni appaiono lungo le stradine provenienti da Gallo e Poggio Filippo, parte anche la processione di S.Donato, che si reca ad accogliere “quelli del Gallo”: le due Madonne “si salutano” e poi, insieme, vanno incontro alla “Madonna del Poggio”, che le sta attendendo “al bivio”: qui, dopo un ennesimo saluto tra le Madonne e la “merenda” dei fedeli, si forma un’unica “triplice” processione, che si dirige verso la chiesa parrocchiale di S.Donato, dedicata a S.Erasmo. Terminata la funzione religiosa, le due Madonne ospiti scendo l’ampia scalinata che divide la chiesa dalla strada. Giunte in basso, si voltano di nuovo per salutare la Madonna di S.Donato, che è rimasta ferma al culmine della lunga scalinata. La domenica successiva la popolazione di S.Donato restituisce la visita a Poggio Filippo: pertanto, una “zitella” del paese, accompagnata da altre due “zitelle”, porta la Madonna di S.Donato a Poggio e poi, da sola, la riporterà a S.Donato, percorrendo a piedi i quattro chilometri di distanza tra i due paesi 69.

Si tratta – è evidente – di una costumanza devozionale alquanto originale, che però può benissimo rientrare nel nostro discorso se si pensa che le tre Madonne di cui sopra si trovano in un ambito territoriale ben definito (quello del comune di Tagliacozzo), all’interno del quale si incontrano ugualmente “sette Madonne”: le tre in questione, più la Madonna del Rosario di Sorbo, S.Maria del Soccorso e l’Annunziata in Tagliacozzo e, più importante di tutte, la Madonna dell’Oriente.

Vi sono, comunque, anche altre usanze o ritualità particolari, legate alla devozione per una particolare Madonna, come quella del Rosario a Sorbo (anch’essa di origine settecentesca) e a Paterno, quella delle Grazie a Celano (qui è presente un “fuoco” notturno, cui gli uomini sono “tenuti a fare la guardia”), quella dell’Addolorata a Paterno, e così via. Ma particolarmente spettacolare era (ed è ancora adesso) una manifestazione devozionale in onore della Madonna dell’Assunta, che si svolgeva (e, con modalità diverse, si svolge tuttora) a Carsoli il 15 agosto di ogni anno. Concludiamo il nostro lavoro, dunque, con la descrizione di questo rito, così come la si può ricavare da un inedito manoscritto del 1873, firmato dal parroco del tempo don Antonio Zazza:

[Si faceva a Carsoli] la cosiddetta inchinata praticata anche in Tivoli e in molti altri paesi principali di quella Diocesi. Esce l’immagine della Madonna da una chiesa e il Salvatore dall’altra; in un punto apposito di riunione s’incontrano, fanno tre piccole genuflessioni, i gestanti le sacre immagini avvicinandosi sempre; quindi sfilando la processione diretta a una delle due chiese a ciò preparata ed ornata, il Salvatore si poneva a destra e la Madonna a sinistra […]. Ancor questo era in uso a Carsoli: la Madonna di S.Vincenzo partiva processionalmente dalla sua chiesa nel luogo suddetto; il Salvatore, tuttora esistente nella chiesa di S.Angelo, per via cosiddetta Fonticelle avanti la chiesa di S.Antonio Abate, faceano la cosiddetta inchinata, quindi sfilavano per la chiesa parrocchiale […] 70.

Sembra quasi un rito paragonabile, sotto certi aspetti, a quello della “Madonna che scappa” di Sulmona (con le statue del Cristo e della Vergine che si incontrano a metà della piazza del mercato); ma, evidentemente, esso risponde ad un modello culturale spesso presente nell’immaginario collettivo popolare, come ricorda Gabriella Marucci a proposito del culto nella grotta di S.Angelo in Balsorano: Nel misterioso cunicolo che si ritiene unisca la grotta di Balsorano con il santuario garganico sarebbe avvenuto l’incontro delle “due Madonne”, quella dello Spirito Santo e quella di Loreto, dopo il quale ognuna avrebbe preso la propria strada in direzione dei rispettivi santuari 71. Insomma, potremmo continuare con altri esempi, ma preferiamo fermarci qui, nella speranza di aver fornito almeno alcuni spunti di riflessione, che potrebbero diventare la base di partenza di una ricerca più approfondita e puntuale. Sarebbe interessante, ad esempio, riuscire a scoprire – attraverso l’analisi dei fatti folklorici – quelle ragioni psicologiche, che alcuni studiosi (dal Kerényj al Cocchiara al Fox a Fulvio Jesi) hanno voluto vedere all’origine del fatto festivo popolare:

Caratteristica della festa è la sua prerogativa di determinare un centro della collettività: di rendere attuale nella collettività il punto latente più lontano dai suoi bordi. In questo senso la festa è radicamento della collettività nel suo intimo, fondazione della collettività 72. E poche altre regioni, come l’Abruzzo e, in particolare, la Marsica, hanno sentito e sentono ancor oggi questo bisogno di fondazione della collettività, date la particolare storia della regione e la natura stessa del suo territorio: quel territorio circondato e protetto dalle sue sette, settanta, settecento Madonne.


NOTE

1 A.Melchiorre, Storia dell‘Abruzzo tra fatti e memoria, Penne, F.Ambrosini, 1989, pp.324-325.
2 G.Marucci-E.Di Renzo, Fratelli in grotta. Un rituale maschile di solidarietà, Colledara, Andromeda Editrice, 1999, passim.
3 A.Melchiorre, Vita e folklore nella Marsica di ieri, Roma, Edizioni dell’Urbe, 1984, pp.106-107.
4 C.LETTA, Inchiesta agraria, Milano 1884, pp.206-207.
5 Citazione tratta da una trasmissione radiofonica della RAI (RAI 3), Ad ogni santo la sua candela, mandata in onda nel corso del 1978.
6 G.GALASSO, L’altra Europa, Milano, Mondadori, 1982, p.91 (vi è anche un cenno su santi e santità nella Marsica).
7 F.VERLENGIA, Le leggende e i santuari abruzzesi, in “Rivista Abruzzese di Scienze Lettere ed Arti”, Teramo 1916.
8 R.DE SIMONE, La Gatta Cenerentola, Torino, Einaudi, 1977.
9 R.SALVATORE, Polivalenza del culto mariano in terra d’Abruzzo, in questo stesso volume.
10 G.D’ANNUNZIO, La Vergine Anna, in Novelle della Pescara (1884-86), Milano, Mondadori, 1964.
11 Cfr. A.MELCHIORRE, La diocesi dei Marsi dopo il Concilio di Trento, estr. da “Bull.Dep.Abr.Storia Patria”, L’Aquila 1986, pp. 265-299.

12 M.SENSI, Santuari, culti e riti “ad repellendam pestem”[…], in S.BOESCH GAJANO – L.SCARAFFIA, Luoghi sacri e spazi della santità, Torino, Rosenberg & Sellier, 1990, pp.135-136. Sulla Madonna della Libera di Pratola Peligna e il pellegrinaggio da Gioia dei Marsi, cfr.: La solenne festa di Maggio, in “La Madonna e noi”, bollettino del Santuario, num.spec., 1974, II, 5, pp. 15-17; E.GIANCRISTOFARO, Pellegrinaggio a Pratola Peligna, in “Rivista Abruzzese”, Lanciano, 1978, XXXI, 2, pp. 70-73, poi riportato in Totemaje, Lanciano, Carabba, 1978, pp. 83-87; R.GAROFALO, Motivazioni e caratteri della religiosità popolare nella Valle Peligna, in “Cronaca e Storia”, Sulmona, s.d., n.1, p. 40; A.CIVITAREALE, Sagre e paesi d’Abruzzo, L’Aquila, Japadre, 1982, p. 100; A.MELCHIORRE, Gioia dei Marsi in tre quadri, in AA.VV., Breve viaggio a Gioia dei Marsi e dintorni, Roma, Edizioni dell’Urbe, 1982, pp. 37-71; A.M.BARBACCI, La Madonna Libera, un culto giovane e vivo, in “Il Tempo”, pagina di Sulmona, 16 gennaio 1987.

13 ADM (Archivio Diocesano dei Marsi), Visite pastorali, fondo B, busta 1, vol.2, anno 1637.

14 M.FEBONIO, Historiae Marsorum libri tres, Napoli, Monaco, 1678; P.A. CORSIGNANI, Reggia Marsicana, Napoli, Parrino, 1738.
15 ADM, fondo B, busta 52, vol. 138, foglio 89.
16 ADM, ivi, busta 54, vol.140, foglio 46.
17 P.A.CORSIGNANI, op.cit.
18 ivi.
19 N.VITALE, Gemellaggio della transumanza nel segno della Madonna Nera, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 8 settembre 1983. Sul tema della “Madonna brutta”, ha scritto Roberto De Simone, in La tradizione in Campania, Roma, EMI, 1979, p. 23: “Erano sette sorelle, sei belle ed una brutta e nera. La brutta se ne andò sulla montagna di Montevergine e così ebbe inizio il culto a quest’ultima sorella brutta che invece è la più bella”.
20 F.S.SIPARI, note illustrative a Canto sacro, Aquila, Tipografia Aternina, 1852. Cfr. anche: B.CROCE, Pescasseroli, Bari, Laterza, 1922, pp. 19-20; G.D’ONOFRIO DE MEO, L’Incoronata di Pescasseroli, Isernia, Arti Grafiche S.Giorgio, 1985; F.MERCURI, Fratelli di Foggia, in “Il Messaggero”, pagina d’Abruzzo, 8 settembre 1984; G.TARQUINIO, Pescasseroli: lineamenti di storia dalle origini all’unità d’Italia, L’Aquila 1987.
21 F.M.AMICONI, Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio, Cerchio, s.n.e., 1995.

22 ADM, fondo C, relazione manoscritta di Mons. Bolognese, Pescina 1798.

23 ADM, ibidem.
24 B.D’AMORE, Raccolta de’ portenti e miracoli fatti dalla Madonna delle Grazie la di cui sacra Immagine si venera nella terra di Cerchio, Aquila, Grossi, 1855 (rist. in F.M.AMICONI, op.cit., pp. 153-163).
25 F.M.AMICONI, op.cit.
26 C.GINZBURG, Folklore, magia, religione, in AA.VV., Storia d’Italia Einaudi. I caratteri originali, II, Torino, Einaudi, 1989, p. 650.
27 R.COLAPIETRA, Omogeneità e differenziazioni nella società post-tridentina del mezzogiorno medio adriatico, in “Ricerche di storia sociale e religiosa”, 1987, 31-32, p. 84.
28 Vedasi, tra l’altro, in ADM, fondo C, il fascicolo intitolato Super distributione candelarum in die Purificationis et panettarum in die S.Sebastiani, anno 1712.
29 Sugli ex-voto di Tagliacozzo, cfr.: P.TOSCHI, Bibliografia degli ex-voto italiani, Firenze, Olschki, 1970, p. 67; P.TOSCHI, Ex-voto abruzzesi, in “Abruzzo”, Pescara, 1967, V, 1, pp. 45-49; A.CIOFANI, La raccolta degli ex-voto nel Santuario d’Oriente, in “Il Tempo”, pagina d’Abruzzo, 31 agosto 1975; E.GIANCRISTOFARO, Totemaje, Lanciano, Carabba, 1978, pp. 140-141; E.GIANCRISTOFARO, Le tradizioni ricche e povere della cultura popolare abruzzese, in AA.VV., Abruzzo nel Novecento, Pescara, Costantini, 1984, p. 280.
30 G.SIGNOROTTO, Lo spazio delle devozioni nell’età della Controriforma, in S.BOESCH GAJANO – L.SCARAFFIA, op.cit., p. 316.
31 Un quadro più o meno completo delle confraternite del Sacramento e del Rosario, sorte in Marsica negli anni del Concilio di Trento, è in A.MELCHIORRE, La diocesi dei Marsi dopo il Concilio di Trento, op.cit., pp. 293-295. Sull’assetto amministrativo, giurisdizionale ed economico della diocesi dei Marsi dopo il Concilio di Trento, cfr.: A.MARANI, La diocesi dei Marsi al tempo di Muzio Febonio, Avezzano 1970; B.PELLEGRINO, in DONVITO-PELLEGRINO, L’organizzazione ecclesiastica degli Abruzzi e Molise e della Basilicata nell’età postridentina, Firenze 1973; L.PICCIONI, Marsica vicereale. Territorio, economia e società tra Cinque e Settecento, Luco, Aleph Editrice, 1999 (cfr.soprattutto il capitolo sulla organizzazione ecclesiastica, pp. 52-58).
32 ADM, fondo C, busta 90, fascc. 2129 e 2130, anno 1887 (Scurcola). Si legga, in proposito: A.MELCHIORRE, I Cenacoli di Scurcola, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 24 marzo 1982.
33 ADM, fondo C, busta 43, fasc. 977, anno 1770 (Luco). Cfr.: A.MELCHIORRE, Si rinnova tra i Signori di Luco la panarda dello Spirito Santo, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 20 maggio 1983.
34 Su Cocullo e i serpari, la bibliografia è sterminata. Cfr., in merito: A.M.DI NOLA, Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana, Torino, Boringhieri, 1976; G.PROFETA, Il serpente sull’altare, L’Aquila, Japadre, 1998.
35 Vedasi precedente nota 19.
36 Per quanto riguarda la condanna di manifestazioni di religiosità popolare da parte della Chiesa, cfr.: C.GINZBURG, op.cit.
37 Vedasi, in particolare: F.LEBRUN, Le Riforme: devozioni comunitarie e pietà personale, in Ph.ARIÈS – G.DUBY, La vita privata dal Rinascimento all’Illuminismo, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 44-75.
38 Sulla Controriforma e sui Gesuiti, si veda ancora C.GINZBURG, op.cit.
39 G.DE ROSA, Vescovi, popolo e magia nel Sud, Napoli, Guida Editori, 1983, passim. La Via Crucis, almeno nella forma quasi identica a quella attuale, fu introdotta in Europa nel XVI secolo dal belga van Adrichem; ma fu il francescano A.Brinkmann, di Fulda, il primo ad erigere nel 1737 la prima Via Crucis all’aperto, nella forma odierna (cfr.: R.FRASCISCO, Via Crucis, in Grande Dizionario Enciclopedico UTET, XII, Torino, UTET, 1962, p. 1081). Il culto pubblico del Sacro Cuore di Maria fu introdotto, invece, da papa Pio VII nel 1806 (cfr.: Cuore di Maria, Culto del, in Grande Dizionario… cit, IV, Torino, Utet, 1956, p. 237).

40 ADM, fondo C, busta 59, fasc. 1162, Avezzano 1799.

41 ibidem.

42 Sulla pergamena e sul miracolo della pioggia, cfr.: T.BROGI, Il Santuario ed il Castello di Pietraquaria nella Marsica, Roma 1889 (rist. a cura di G.B.BROGI, Roma 1954); G.PAGANI, Pietraquaria e il suo santuario, Avezzano, La Voce di Pietraquaria, 1979.
43 ADM. Fondo C, busta 50, fasc. 1051, Avezzano 1780.

44 Cfr.: M.DI BERARDINO, Il culto della Madonna nella Marsica, tesina inedita, Università di Chieti 1989. Per un’ampia bibliografia (aggiornata fino al 1988) sulle tradizioni popolari della Marsica, vedasi: A.MELCHIORRE, Tradizioni popolari della Marsica. Saggio bibliografico (1604-1988), quad. n.3 (vol.VI) della rivista “Storia e medicina popolare”, Roma 1988.

45 Sulla religiosità popolare marsicana, cfr.: A.MELCHIORRE, Vita e folklore nella Marsica di ieri, Avezzano, Polla, 1981; A.MELCHIORRE, Tradizioni popolari della Marsica, Roma, Edizioni dell’Urbe, 1984.
46 Per S.Generoso, cfr. G.BUCCELLA, Ortona dei Marsi in una cronaca inedita del XVIII secolo, Roma 1972, p.23; per S.Felice, vedasi ADM, Avezzano: ricognizione del Sacro Corpo e del vaso col sangue di S.Felice, estratto dal Cimitero di S.Callisto in Roma, fondo B, “Rogiti”, anno 1749; per S.Orante, ADM, Ortucchio: rinvenimento del corpo di S.Orante, ivi, anno 1751; per S.Fortunata, ADM, Tagliacozzo – Monache Benedettine – Riconoscimento del corpo di S.Fortunata M. estratto dal Cimitero di Priscilla in via Salaria, ivi, anno 1752; per S.Vincenzo, ADM, Gioia – Riconoscimento del corpo di S.Vincenzo Martire estratto dal Cimitero di S.Agnese, ivi, anno 1757. Per questa problematica, vedasi: A.MELCHIORRE, Gioia dei Marsi in tre quadri, in AA.VV., Breve viaggio a Gioia dei Marsi e dintorni, Roma, Edizioni dell’Urbe, 1982, pp. 61-63.
47 P.A.CORSIGNANI, op.cit., II, lib.IV, p. 197.
48 ibidem, pp. 205-206.
49 D.DI SANT’EUSANIO, Le città di rifugio nell’Abruzzo Aquilano, Aquila 1861, pp. 135-138.
50 Sui sette santuari della Marsica, in generale: M.FEBONIO, op.cit., lib.III; P.A.CORSIGNANI, op.cit. (ristampa anastatica, Bologna, Forni, s.d.); A.L.ANTINORI, Annali e Corografia, volumi manoscritti del sec.XVIII conservati nella Biblioteca Provinciale dell’Aquila; P.BONTEMPI, Santuari d’Abruzzo, Casamari, Abbazia, 1972; D.CASCIOLA, Le città del rifugio nell’Abruzzo Aquilano o sia descrizione storica delle più venerabili chiese ed immagini di Maria Santissima, Aquila, Gran Sasso, 1861.
51 P.A.CORSIGNANI, op.cit., pp. 701-702. Su questo privilegio della chiesa di S.Maria in Lecce, cfr. anche: ADM, fondo B, busta 2, vol.9, Visite pastorali di mons.Lorenzo Massimi, anno 1645; G.A.DE BENEDICTIS, Santuario di Lecce ne’ Marsi ovvero indulgenza cotidiana perpetua per chi visita sette altari nella di lui Chiesa matrice, Roma, Casaletti, 1770; A.MELCHIORRE, Lecce dei Marsi: profilo storico, in “Radar Abruzzo”, 1989, XVIII, n. 5-6, p. 9.

52 P.COLLETTA, Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, Capolago 1834.

53 Cfr. nota 7. Il Verlengia viene ricordato in A.MELCHIORRE, La discesa al “mondo infero” nella cultura popolare degli Abruzzi, Penne, Core, 1987; in G.PROFETA, Le sette Madonne sorelle e la magnificazione del nume, L’Aquila, Japadre, 1997.
54 Vedasi: R.DE SIMONE, La Gatta Cenerentola, Torino, Einaudi, 1977. Sulle “sette Sorelle”, oltre ai lavori di Giuseppe Profeta (vedasi nota precedente, ma anche gli scritti ricordati nella successiva nota 55), cfr.: G.SAVERONI, Sette Sorelle, in “La Tenda”, Teramo, aprile 1988; G.SGATTONI, Sette Sorelle, in “La Tenda”, aprile 1988; G.SAVERONI, I santuari delle Sette Sorelle, in “La Tenda”, maggio 1994.

55 Oltre al volume ricordato in nota 53, di G.PROFETA vedansi anche: La devozione delle sette Madonne, in “La Tenda”, Teramo, marzo 1988; I sistemi di tutela sacrale del territorio e i santuari mariani delle sette Sorelle, in “Abruzzo”, Chieti, 1992, pp. 235-286; Le sette Madonne sorelle e la magnificazione del personaggio sacro: demopsicologia delle credenze, in “Rivista Abruzzese”, Lanciano, 1996, XLIX, 4, pp. 354-358.

56 Sulla Madonna di Vico, cfr.: B.JATOSTI, Storia di Avezzano, Avezzano, Magagnini, 1876; G.PAGANI, Avezzano e la sua storia, Casamari, Abbazia, 1968. Su S.Maria della Vittoria in Scurcola: F.BUONTEMPI, Pochi cenni su l’origine ed invenzione della Sacra Immagine di Maria SS.ma della Vittoria che si venera nel Comune di Scurcola diocesi de’ Marsi, Napoli, Serafini, 1856; V.DE GIORGIO, Cenno storico dell’edificio abbaziale dal titolo di Maria SS.ma della Vittoria che si venera in Scurcola de’ Marsi, Siena, Tip.S.Bernardino, 1900; V.M.ERCOLE, Novena di apparecchio alla festa di S.Maria della Vittoria che si celebra nella chiesa sotto tal titolo nella Terra di Scurcola ne’ Marsi, Aquila, Grossi, 1801; O.EGIDI, Carlo I d’Angiò e l’Abazia di S.Maria della Vittoria presso Scurcola, in “Archivio Storico per le Provincie Napoletane”, 1909, XXXIV, II, pp. 252-291, e IV, pp. 732-767, 1910, XXXV, I, pp. 125-175; C.GRASSI, S.Maria della Vittoria in Scurcola nel secondo centenario dell’Incoronazione, Avezzano, Tip.Don Orione, 1957; D.QUERCIA, Memoria che s’umilia a S.R.M. a favore dell’insigne Real Abbazia di Scurcola dal suo Regio Abate D.Domenico Quercia per la causa contro l’Illustre Gran Contestabile Colonna che si deve decidere nella Curia di Monsignor Cappellan Maggiore, Napoli s.d. (ma sec. XVIII).
57 G.PROFETA, Le leggende di fondazione dei santuari. Avvio ad un’analisi morfologica, in “Lares”, 1970, XXXVI, III/IV. Vedasi anche: R.SALVATORE, Polivalenza del culto mariano in terra d’Abruzzo, in questo stesso volume.

58 Su questi santuari marginali, cfr.: S.DE CRISTOFARO, S.Maria sopra il Monte in Capistrello, s.n.e. 1980; G.SQUILLA, L’incoronazione della Madonna del Buon Consiglio a Civitella Roveto (10 settembre 1978), Casamari, Abbazia, 1979; G.SQUILLA, Alla Madonna del Caùto (Morino), Casamari, Abbazia, 1977; F.SIMONE, Madonna del Pertuso, tesina inedita, Sora 1995; D.ANTONELLI, Abbazie, prepositure e priorati nella diocesi di Sora nel Medioevo (secc.VIII-XV), Sora, Tip.Pasquarelli, 1986; W.CIANCIUSI, Collelongo, Teramo, Edigrafital, 1972; O.MATTEI, Ester. Azione sacra da cantarsi in Luco in occasione della Incoronazione della Madonna SS.ma dell’Ospedale i giorni 9 e 10 giugno 1872, Avezzano, Magagnini, 1872; A.DI PIETRO, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, Avezzano, Magagnini, 1869. Per la Madonna delle Grazie in Cerchio, vedansi indicazioni bibliografiche in nota 24.

59 T.BROGI, Il Santuario ed il Castello di Pietraquaria nella Marsica, Roma 1889 (rist.: Roma 1954, pp. 24-25 e 42). Cfr. ancora: A.BLASETTI, Storia del santuario di Pietraquaria, in “La Voce”, I, 1-2, II, 3-4 e 8-9; E.GROSSI, Una Madonna Carbonara, Aquila, Vecchioni, 1907 (riportato in G.JETTI, Fucino massoni e preti, Avellino 1983, pp. 45-55); B.JATOSTI, L’Incoronazione della Madonna di Pietraquaria, estratto da Storia di Avezzano, op.cit., e riportato su “La Voce”, 1978, XXIX, num.unico, pp. 30-42; U.JACOBUCCI, Pietraquaria e il suo Santuario, in “La Voce”, 1983, XXXIII, 1-2; G.PAGANI, Avezzano e la sua storia, op.cit.; G.PAGANI, Pietraquaria e il suo Santuario dalle origini ai nostri giorni, Avezzano, ed.La Voce, 1979; s.a., Il Santuario di Pietraquaria, Casamari, Abbazia, 1969; s.a., Statuto della Congregazione Spirituale di Maria SS.ma Vergine di Pietraquaria, Aquila, Vecchioni, 1923. Vedansi anche: (MARSUS), La vera storia del Santuario di Pietraquaria sul Monte Salviano, in “Il Messaggero”, pagina d’Abruzzo, servizio in più puntate, giugno-luglio 1964; A.MELCHIORRE, Nascita della Confraternita di Maria SS.ma di Pietraquaria, in “La Voce”, 1983, XXXIII, 1, pp. 10.15. Una scheda di rilevazione è stata approntata, nel 1999, dalla studentessa M.Carmen Ciccarini, dell’Università dell’Aquila (cfr. cattedra di Etnologia).
60 M.Febonio, Historiae Marsorum libri tres, Napoli 1638 (trad.ital. a cura di Giulio Butticci, Roma, De Cristofaro Editore, s.d., I, pp. 211 e 218). Per una completa bibliografia, cfr.: E.BALLA, Pereto: storia, tradizioni, ambiente, statuti, Roma, s.n.e., 1986; M.BASILICI, Santa Maria dei Bisognosi, Roma, Fracassi, 1984; F.A.BONOMO, Racconto eroico della Immagine di S.Maria dei Bisognosi presso Carsoli, Aquila, Castrati, 1685; A.CALVANI, Santuario della Madonna dei Bisognosi, Roma, De Luca, 1980; G.COSTA, Storia della prodigiosa Immagine di Maria SS.ma dei Bisognosi che si venera sul monte Carsoli nel santuario posto tra i confini di Pereto e Rocca di Botte, Manoppello, s.n.e., 1910 (ristampe: Terni 1943; Sulmona 1950; Sulmona 1976); G.DI NEMI, Il monte Carsoli illustrato nella prodigiosa Immagine di Maria SS.ma de’ Bisognosi, Roma, Ajani, 1841; A.DI PIETRO, Catalogo dei Vescovi della diocesi dei Marsi, Avezzano, Magagnini, 1872; M.EBOLI, Carsoli e il suo territorio nella storia medievale della Marsica, Roma, Santarelli, s.d.; F.GIULIANI, Istoria della miracolosa Imagine di S.Maria de’ Bisognosi […], Ronciglione, s.n.e., 1763; A.LOZZI, Santa Maria dei Bisognosi, in “Boll.Storico-archeologico”, Tivoli, s.d., pp. 523-528, 593-596, 677-680; s.a., Madonna dei Bisognosi, n. 87 della “Voce del Santuario”, Roma, Studio Effe, 1987; G.MAZZOLARI, Il Santuario di Maria SS.ma de’ Bisognosi ne’ Marsi, Roma, Salomoni, 1785; G.ROSA, Istoria della SS. Immagine della Madonna del Monte Carsoli, Aquila, s.n.e., 1604; s.a., Santa Maria dei Bisognosi, opuscolo a cura del Comitato per il XIII Centenario, Subiaco, Angelucci, 1909; s.a., Il Santuario di Maria SS.ma dei Bisognosi posto sul monte Carsoli ne’ Marsi, Roma, Tip.Propaganda, 1876 (ristampe: Roma 1883; Avezzano 1905); A.SONSINI, Maria SS.ma de’ Bisognosi sul monte Pereto-Rocca di Botte ne’ Marsi nel XIII Centenario della sua traslazione, Mondovì, Ed.Vescovile, 1910; s.a., Storia di Maria SS.ma dei Bisognosi, Pereto 1976; G.VETOLI, Historia della miracolosa Immagine di S.Maria de’ Bisognosi portata dalla Spagna in Italia detta poi la Madonna di Monte Carsoli, nella quale si descrive la traslazione fatta da un gentiluomo sivigliano d’ordine d’essa SS. Madre l’anno 610 con molti successi meravigliosi, Roma, Stamp. R.C.A., 1687.
61 E.FRITTELLA, Credenze e leggende relative a località particolari della Marsica, tesi di laurea in Tradizioni Popolari, Università dell’Aquila, anno accademico 1972-73. Vedasi anche scheda di identificazione (depositata presso la cattedra di Etnologia dell’Università dell’Aquila) a cura di Nausica Capone (anno 1999). Bibliografia fondamentale: M.LAURINI (a cura di ), Abruzzo Molise, Milano, T.C.I., 1979, p. 227 (breve descrizione della processione notturna della Madonna della Ritornata a Civita d’Antino); S.MACIOCIA, Civita d’Antino: storia, arte, leggenda, Roma 1956; G.SQUILLA, Valle Roveto nella geografia e nella storia, Casamari, Abbazia, 1966.

62 Resoconto manoscritto di don Ludovico Pietrangeli (12 giugno 1795), riportato in V.DI GIOVAMBATTISTA, Il Santuario di Maria SS.ma del Fulmine in Corona di Massa d’Albe (L’Aquila), Genova, Marconi Arti Grafiche, 1994. Bibliografia fondamentale: V.ANGELONI, La Madonna del Fulmine ed il suo Santuario in Massa Corona dei Marsi, Sulmona, La Moderna, 1981; F.RESTA, Relazione della prodigiosa Immagine di nostra Signora scoverta per mezzo di un fulmine alli 8 giugno 1795 nella parrocchiale chiesa di S.Maria di Corona, posta sotto il monte Velino nel contado di Alne, s.n.e. 1796; s.a., Il Santuario della Madonna del Fulmine in Massa Corona nei Marsi, Roma, Tip.Ciotola, 1895; C.TOLLIS, Origini e vicende di Massa d’Albe, Pescara, Fabiani, 1967. Scheda di rilevazione approntata da M.Carmen Ciccarini, studentessa dell’Università dell’Aquila, anno 1999.

63 Da un anonimo informatore orale: intervista effettuata dallo scrivente nella piazza di Pescasseroli il giorno 3 settembre 1999. Per la bibliografia fondamentale, vedansi precedenti note 19 e 20. Una scheda di rilevazione sul santuario e sul pellegrinaggio di Monte Tranquillo è stata curata dal Gruppo di Ricerca delle Tradizioni Popolari dell’Aquila nel 1987.

64 Informatrice: M.DI BERARDINO, Il culto della Madonna nella Marsica, tesina inedita, Università di Chieti, cattedra di Letteratura delle Tradizioni Popolari, anno accademico 1988-89. Bibliografia fondamentale: G.GATTINARA, Monografia sull’antica e prodigiosa Immagine di Maria SS.ma di Oriente che si venera in Tagliacozzo, Avezzano, Magagnini, 1874; G.GATTINARA, Storia di Tagliacozzo, Città di Castello, Lapi, 1894; G.GIAMBERARDINI, Maria SS.ma e la sua Immagine orientale venerata presso Tagliacozzo, Città di Castello, Arti Grafiche, 1970; A.IACOMINI, Breve raggiaglio dell’origine, culto e miracoli della ven. Immagine della Vergine SS.ma dell’Oriente di Tagliacozzo, Roma, Cannetti alla Rotonda, 1796; E.LEAR, Illustrated Excursions in Italy, London 1846 (traduz.ital.: Viaggio illustrato nei Tre Abruzzi, Sulmona, Labor, 1974); B.LE DONNE, Il Santuario di Maria SS.ma dell’Oriente in Tagliacozzo in occasione del secondo Centenario dell’incoronazione, Subiaco, s.n.e., 1943; A.MACDONNEL, In the Abruzzi, London 1908; A.NITOGLIA, Il Santuario di Maria SS.ma dell’Oriente che si venera nella città di Tagliacozzo, Tivoli, Meschini, 1930. Cfr. anche: A.MELCHIORRE, I pellegrini miracolati al Santuario dell’Oriente, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 11 settembre 1982; F.COSTANTINI, È vivo nella Marsica il culto della Madonna d’Oriente, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 22 ottobre 1986.
65 Informatrice: M.DI BERARDINO, lavoro citato in nota precedente. Bibliografia fondamentale: E.ANGELINI, Trasacco e Candelecchia, Sulmona, Labor, 1974; s.a., Gli uomini in preghiera nel Santuario della Madonna di Candelecchia in Trasacco, Pescara, Ed.Paoline, 1951.
66 R.SALVATORE, lav.cit. (Cfr. anche: G.PROFETA, I sistemi di tutela sacrale del territorio […], op.cit., p. 250).
67 G.PROFETA, Le sette Madonne sorelle e la magnificazione del nume, op.cit., p. 95.
68 ADM, fondo B, busta 1, vol.2, foglio 140, anno 1637.
69 A.MELCHIORRE, Le processioni della Pace nelle borgate di Tagliacozzo, in “Il Tempo”, pagina della Marsica, 15 aprile 1982 (il resoconto della festa viene riportato quasi integralmente anche in A.MELCHIORRE, Tradizioni popolari marsicane, op.cit.).
70 ADM, fondo C, busta 86, fasc. 1924, Carsoli s.d. (ma 1873): Notizie di Carsoli, di d.Antonio Zazza.
71 G.MARUCCI, in MARUCCI-DI RENZO, Fratelli in grotta, op.cit., p. 92.
Testi del prof. Angelo Melchiorre

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