Albe (Alba Fucens)

Alba Fucens, in località di Albe, fu riportata parzialmente alla luce negli anni passati, si trova a circa cento chilometri da Roma e Pescara, a 60 da L’Aquila, Rieti e Frosinone, a 180 da Napoli e circa sette da Avezzano. E’ situata su un rilievo di 1.016 metri dal livello dei mare, a nord è dominata dalla catena montuosa del Monte Velino (2487), verso ovest si affaccia sui Piani Palentini. Dalla sommità dei colle di Albe si possono ammirare l’imbocco della Valle Roveto, il fiume Imele-Salto, il passo di Forca Caruso ed il passo di Fonte Capo La Maina che conduce nella piana delle Rocche. In questo territorio Alba Fucens ebbe un ruolo strategico importante sia nell’età Romana Repubblicana che nel medioevo con le alterne vicende degli Orsini-Colonna.

Fu edificata in territorio degli Equi, un popolo forte, combattivo, audace e leale verso gli alleati, un popolo che difficilmente piegava il capo o la schiena agli avversari. La conquista di Carseolì da parte romana fu una tappa importante per sottomettere gli albensi e raggiungere la sponda adriatica. Alba sarà un alleato utile a Roma per avanzare verso la terra di Puglia, Aufidena (Alfedena posta alle porte dei popolo sannita) nell’Alto Sangro, fino a Venusia (Venosa) e Lucería (Lucera). Nel 458 a.C. gli Equi subiscono, assieme ai Volsci (Sora), la prima dura sconfitta da parte di Cincinnato, ma il condottìero romano non riesce ad espugnare la fortezza.

La conquista della città equa è solo rimandata; ci riprova Camillo che si riprende una rivincita contro gli albensi. I vinti, per la prima volta, dovranno sottostare all’occupazione ed alle perdite territoriali; solo nell’anno 303 a.C. gli Equi verranno domati, dopo un susseguirsi di scaramucce e guerriglie. Due anni dopo quattromila veterani delle lotte contro gli Equi verranno portati a Carseoli e seimila trasferiti da Roma ad Alba Fucens: i due centri entrano a far parte dell’orbita di Roma. Carseoli ed Alba diventano colonie latine “Síne suffragío” e, in seguito, diverranno municipi romani. Alba, ormai, è la città più popolosa ed importante della regione: seimila coloni comportano quattro o cinque elementi per nucleo familiare che, schiavi compresi, significano una popolazione di circa trentamila abitanti, senza considerare i gruppi degli Equi già esistenti sul posto.

Con la colonizzazione della città inizia un periodo glorioso per tutto il territorio. Da un punto di vista militare Alba diviene un’importante città – fortezza della penisola italica. Posta su un’altura isolata, cinta da mura ciclopiche, fedele ai romani la presenza delle famiglie dei coloni importati, ben collegata a Roma dalla Tiburtina Valeria, è sede di confino di prigionieri di alto rango. Ascritta alla tribù Fabia, ottenne da Roma il privilegio di battere mon dal 302 al 263; in base alla Lex lulia divenne Municipio nel 191.

La fedeltà a Roma non venne mai meno sia durante le guerre di Annibale e sia durante la guerra sociale della Lega dei Marsi. Nel periodo imperiale ebbe una vita fiorente come attestano i monumenti e le iscrizioni venute alla luce con gli scavi archeologici.

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