La cosiddetta «Battaglia del Grano» fu annunciata dall’Agenzia Stefani il 14 giugno 1926: «con un militaresco comunicato in cui era detto che Mussolini ne avrebbe al più presto assunto il comando per portarla alla vittoria». Questa aveva lo scopo di agire «sui quadri rappresentati dai tecnici dei consorzi agrari, delle cattedre ambulanti di agricoltura, delle camere agrarie provinciali per muovere l’esercito, la truppa degli agricoltori». Nel mese di luglio, seguì la costituzione di un comitato permanente per il miglioramento della qualità del grano, condotto dal presidente Mario Ferraguti, che da anni si batteva per il rilancio dell’agricoltura italiana. Cosicché, il giorno ventiquattro, il Consiglio dei Ministri, decise: «il ripristino del dazio sul grano in misura del 7,50 lire oro il quintale per il grano, di 11,50 per la farina di frumento e di 16 per la pasta di frumento». In realtà, tutti questi provvedimenti miravano a disporre gli strumenti per incoraggiare e intensificare «il miglioramento tecnico delle colture e l’incremento della produzione», problemi che s’inserivano con le più ampie prospettive anche nella vita socio-economica della Marsica (1).
Erminio Vincenti, presidente della «Casa dell’Agricoltore» di Trasacco, organizzò in proposito un convegno che «Assunse il carattere di una vera e propria manifestazione agraria e patriottica». La riunione fu presieduta dal direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Avezzano, professor Rocco D’Alessandro, che dette inizio alla campagna in difesa del potenziamento del credito agrario. Erano presenti all’incontro, la «sezione fascista con gagliardetto e il regio Podestà avv.Di Pietro e il comandante della terza Coorte prof.Guido Marcellitti», mentre la banda cittadina intonava «Giovinezza» (2).
I rilievi del caso furono riportati dalla cronaca con le solite esaltazioni politiche: «Un corteo imponente di agricoltori preceduto dal concerto cittadino ha attraversato le vie del paese, mentre i giovani contadini, frequentatori della scuola pratica d’agricoltura, distribuivano manifestini di propaganda per la battaglia del grano. Il prof.D’Alessandro, il consigliere efficace e maestro dei nostri agricoltori, che giunse in automobile, venne ricevuto negli Uffici della Spettabile Società Romana Zucchero, dal Direttore del Fascio, dal Consiglio della Casa dell’Agricoltore, dalla Sezione Combattenti, dal Sindacato, dal R. Podestà e da una folla immensa di agricoltori che erano ad attenderlo».
Mentre la banda cittadina intonava l’inno «Giovinezza», il corteo si ricompose per accompagnare l’illustre esperto e tutte le altre autorità intervenute alla sala del «Cinema Italia», luogo fissato per il convegno. Il salone era stato addobbato per l’occasione con grandi manifesti e cartelli di propaganda, che inneggiavano alla «Battaglia del Grano». La grande partecipazione degli agricoltori stava a «dimostrare come in Trasacco si è già formata la vera coscienza agraria». L’oratore parlò dei benefici apportati dal governo fascista per intensificare la produzione granaria, allo scopo di importare meno rifornimenti da paesi stranieri, con introduzioni che avevano richiesto uno sperpero di almeno quattro miliardi di lire. Accusò i passati governi di aver dato scarso peso alle attività agrarie, alla possibilità di sviluppo e ai bisogni dell’industria dei campi. Dopo aver dimostrato ai presenti la forte oscillazione esistente nella produzione granaria nazionale, affermò che occorreva ridurre il margine di fabbisogno annuale, evitando un enorme dispendio di moneta italiana. Seguirono le importanti spiegazioni sull’alto significato della «Battaglia del Grano», per poi dimostrare dati alla mano, l’assoluta necessità di una buona rotazione agraria. Le norme fondamentali per l’agricoltore furono ancora una volta quelle di:«lavorare il terreno profondamente; le sementi di buona razza e semina a macchina; fertilizzazione diretta e indiretta, organica e minerale; cure particolari di coltivazione nel periodo di più intensa vegetazione». L’esperto, terminò la sua lunga esposizione inneggiando al governo nazionale fascista che, contrariamente a quanto fecero i passati governi, stava invece promuovendo necessari rimedi per l’agricoltura. Una grande ovazione, con i consueti saluti fascisti, chiuse l’efficace intervento (3). Alla presenza di ben cinquemila agricoltori, l’abile professor D’Alessandro, tenne di nuovo un’interessante conferenza sull’argomento presso Celano, spiegando ai presenti l’importanza di intraprendere subito la «Battaglia del Grano», con metodi messi in evidenza dalla visione di una pellicola molto efficace prodotta dall’Istituto Luce (4).
Il 19 ottobre 1926, incaricato dalla commissione provinciale granaria, ancora una volta, il professor D’Alessandro, tenne una conferenza presso Lecce ne’ Marsi, specificatamente sulla coltivazione del frumento. Ormai, noto in tutta la regione Abruzzo per le sue qualità di profondo studioso e di brillante oratore, attirò l’attenzione del pubblico con un convincente e raffinato discorso di cui riportiamo, per sommi capi, il testo:«L’Italia non produce il grano sufficiente per i bisogni della sua popolazione e, per fornirsene convenientemente è tributaria di nazioni estere, verso cui versa annualmente una somma che si è aggirata sinora intorno ai cinque miliardi di lire. Se l’inerzia dei passati governi ha tollerato questo stato di cose, ciò non è più possibile con l’attuale governo, che nella sua fatidica marcia ascensionale, dinamica e rivoluzionaria, si rivolge ora al riassetto economico della Nazione. Ora il Governo fascista chiede agli agricoltori italiani uno sforzo concorde, solidale, cosciente, volenteroso per poter vincere questa dura battaglia che ha ingaggiato e che giustamente dicesi battaglia del grano. E non chiede l’assurdo, tutt’altro: basta la produzione di pochi chili di grano per coppa di terreno, di più di quello sinora prodotto, per poter sopperire al fabbisogno del consumo nazionale. Ed è tutt’altro che difficile ottenere tale risultato». Poi, spostandosi a Trasacco, impartì agli agricoltori le stesse direttive: concimare, ridare ai terreni sterili la primitiva fertilità, selezionare le sementi e seminare razionalmente e a solchi anziché a getto uniforme. Alla fine del suo convegno, il perito, fu accompagnato gentilmente alla sua automobile «dai laboriosi e patriottici agricoltori», promettendo a tutti che sarebbe presto tornato con nuovo materiale dimostrativo (5).
Precisazioni su questa iniziativa promossa dal governo fascista, furono pubblicate da almeno tre studiosi dell’epoca, che specificarono:«alla lunga, la battaglia del grano riuscì, sia pure aprendo per la nostra agricoltura altri gravi problemi». Essi ammisero che questa «battaglia» venne concepita come il primo momento di un più vasto intervento sull’agricoltura, finalizzato a raggiungere possibilmente l’equilibrio tra produzione e fabbisogno (6).
Altri storici, in tempi recenti, dopo aver studiato i risultati pubblicati dal ministero, hanno scritto che: «È opinione comune che la Battaglia del Grano frenò lo sviluppo che l’agricoltura aveva già segnato nei primi anni del secolo, ma si deve anche dire che contribuì a ridurre l’apporto di tale settore alla formazione del reddito nazionale» (7).
NOTE
- R.De Felice, Mussolini il fascista, II. L’organizzazione dello stato fascista 1925-1929, Giulio Einaudi editore, Torino 2019, pp.80-81.
- Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, Anno VIII – Num.615 – Roma, 3 Giugno 1926, La battaglia del grano.
- Ivi, Anno VIII – Num.615 – Roma, 3 Giugno 1926, La Battaglia del grano. Importante convegno a Trasacco. La prima pellicola lanciata dall’Istituto Luce, che illustrava le varie fasi del lavoro dei campi, uscì il 20 settembre 1925, con centoventi copie.
- Il Messaggero, Anno XLVIII – N.168 – Venerdì, 16 Luglio 1926, p.4, Cronaca degli Abruzzi e Molise. Da Celano. La battaglia del grano.
- Ivi, Anno VIII – Num.651, Roma, 21 Ottobre 1926, Corriere di Lecce dei Marsi, Per la battaglia del grano.
- Tra i protagonisti che parteciparono al dibattito di politica economica con competenza e spiccato nazionalismo, si veda: M.Ferraguti, Battaglie per la vittoria del grano, Casa Editrice La Stampa Commerciale, Milano, 1929; G.Mortara, Prospettive economiche 1926, Società Tipografica «Leonardo Da Vinci», pp.32 sgg, Città di Castello 1926; M.Bandini, Cento anni di storia agraria italiana, Edizioni Cinque Lune, pp.128 sgg., Roma 1 gennaio 1957.
- P.L.Profumieri, La «Battaglia del grano»: costi e ricavi, in «Rivista di Storia dell’Agricoltura», a.XI, n.2, giugno 1971; Cfr. Ministero per la Costituente, Rapporti della Commissione Economica: l’Agricoltura, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1947, p.404.