Celano – Nei giorni scorsi, Augusto Cicchinelli, responsabile della comunicazione del Gal Marsica, aveva stigmatizzato con una lettera aperta, quella che per lui, sarebbe stata l’ennesima ordalia mediatica consumata sulle spoglie dell’amministrazione comunale di Celano.
La successiva richiesta, da parte del PD, delle dimissioni del sindaco Santilli, ha suscitato un ulteriore intervento di Cicchinelli che ha puntualizzato su ciò che ha definito, senza mezzi termini, il finto garantismo dei Dem.
Come è noto l’amministrazione Santilli è stata decapitata da un’inchiesta giudiziaria supportata da una poderosa mole di carte e documenti scaturiti dalle denunce di Calvino Cotturone, segretario del circolo locale del Partito Democratico e consigliere comunale della cittadina fucense.
Cicchinelli afferma che una delle differenze sostanziali tra la cultura socialdemocratica, a cui dichiara di appartenere, e quella che definisce massimalista e dittatoriale, del comunismo e del fascismo, è il rifiuto, da parte della prima, di quella cultura del sospetto, propria dei regimi comunisti e fascisti, per la quale, a suo dire, il semplice sospetto è già una condanna.
«Oggi il garantismo permea, almeno a parole, tutte le socialdemocrazie occidentali, compresa quella italiana, dove sia la destra che la sinistra ne fanno un punto fermo, ma sempre a parole, e con varie sfumature. Ciò è apprezzabile anche se appare ancora lontano il momento di un vero reale garantismo, proprio delle coscienze. Ciò ha mosso il mio intervento sulla vicenda di Celano.»
Cicchinelli dice di rispettare il lavoro dei Giudici e di credere nella giustizia, ma in generale, ritiene che la fuga di notizie andrebbe evitata. La sua riflessione però, si sofferma sulle reazioni della politica. «In altri tempi un’opposizione leale, su una vicenda del genere, avrebbe dichiarato solidarietà agli indagati per il linciaggio mediatico, e avrebbe atteso il giudizio della magistratura augurandosi perfino l’assoluzione degli indagati.» Queste le sue parole che proseguono.
«Qui invece abbiamo assistito alla denuncia legittima di un consigliere comunale del PD, parte in causa come denunciante, e a una condanna dello stesso PD che emette una sentenza al posto dei giudici, dichiarando che, siccome i fatti sono gravi, il Sindaco si deve dimettere. Allora mi chiedo a cosa serva la Magistratura se la giustizia si fa per via politica, giornalistica e popolare.»
Cicchinelli continua con la sua riflessione e aggiunge. «Tutto ciò ha suscitato la mia solidarietà nei confronti degli indagati. Evidentemente non è una solidarietà sui fatti, che saranno valutati dalla magistratura. La mia è una solidarietà contro il finto garantismo esibito ipocritamente da chi poi condanna senza prove, sulla base di notizie di stampa, dicerie e passaparola che ingigantiscono i fatti per arrivare alla gogna mediatica, alla ricerca morbosa delle vicende più piccanti.»
Cicchinelli si chiede che società sia questa che non riesce a vedere, dietro i fatti, le persone con i loro familiari, i figli e i genitori che soffrono perché tutto viene gettato nella pubblica piazza, tra gli sfottò di soddisfazione e le misere rivincite personali.
«Vorrei che il caso di Celano ci insegnasse qualcosa, che cambiasse il nostro atteggiamento verso chi oggi, condannato dai giornali e dall’opinione pubblica, ritiene perfino secondaria la condanna di un Tribunale. Per questo faccio un appello pubblico. Chiedo a tutti di essere solidali con gli indagati, per quanto si è ingiustamente scritto e detto. Tutto ciò sta danneggiando famiglie intere facendo di 50 indagati un mucchio unico.»
«Adesso occorrerebbe fare silenzio. I giornali riportino i fatti perché le sentenze, prima o poi arriveranno, secondo i tre gradi di giudizio. Per questo invito il Sindaco Santilli a non dimettersi ma a tornare, appena gli sarà consentito, ad amministrare il Comune di Celano. Sarà il modo migliore per superare tutto, nel segno della civiltà dei Marsi.»