Capistrello – in questo momento il centro rovetano vanta fortunatamente un’esigua incidenza di casi conclamati di Covid. I medici di base riferiscono di non più di tre o quattro casi, dal momento che quelli precedenti, rilevati nelle scorse settimane, sono via via rientrati.
Ma se la comunità ha dimostrato di essere attrezzata e disciplinata nei comportamenti da tenere, per far fronte alla pandemia, sembrerebbe invece essere priva degli anticorpi necessari per combattere un virus sicuramente molto più insidioso.
Quello della delazione praticata con missive recanti firme false, che mettono in imbarazzo chi scopre il proprio nome, usato come firma, evidentemente artefatta, in fondo a lettere mistificatorie, scritte con l’intento di gettare discredito sull’amministrazione in carica.
È quanto è accaduto a un noto professionista di Capistrello che, convocato dai Carabinieri, ha scoperto di aver scritto, a sua insaputa, una lettera di cui evidentemente ignorava il contenuto, essendo chiaro fin da subito, per primi ai militari della Benemerita, che l’autore non fosse lui.
La vicenda, riferita direttamente dal professionista, mette in luce un clima politico tutt’altro che tranquillo. Chi potrebbe aver avuto interesse a inviare una lettera il cui contenuto è mirato a creare dissapori fra un cittadino, di cui è stata falsificata la firma, e l’amministrazione, con cui lo stesso, ha ottimi rapporti? Quale obiettivo intendeva perseguire il solito sconosciuto di Siloniana memoria?
Solito perché un episodio analogo era accaduto già qualche tempo fa, e a farne le spese, nella circostanza, erano stati un ex sindaco di Capistrello, la cui firma, falsificata dal solito sconosciuto, era apposta in fondo a una lettera che denunciava presunti abusi edilizi dell’Assessore ai Lavori Pubblici. Fra l’altro, fra i due, c’è un consolidato rapporto di stima anche per via di legami parentali.
Non è dato sapere se l’episodio ultimo, possa essere l’effetto collaterale del troppo tempo trascorso in casa per via della pandemia. Molti psicologi concordano nel riferire che sono diverse le persone che a causa del lockdown manifestano segni evidenti di instabilità emotiva, ma probabilmente non è questo il caso, che invece potrebbe rientrare in una patologia cronica già conclamata, che prescinde dal virus.
Di sicuro, il solito sconosciuto di Fontamara è collocato in un periodo storico che risale a cento anni fa, un periodo che racconta il ventennio fascista. Inoltre, l’intento di quel solito sconosciuto, era stato senz’altro più nobile di quello che si era prefissato il solito sconosciuto dei giorni nostri, che sembrerebbe evocare più il profilo di un disadattato. Andreotti coniò la celebre frase – il potere logora chi non ce l’ha – Che l’autore della lettera sia qualcuno in crisi di astinenza dal potere?