LFoundry, i sindacati arrivano al confronto decisivo contestando all’azienda di voler aumentare le ore lavorate a parità di salario

Avezzano«Aumentare le ore lavorate con gli stessi soldi! E dobbiamo anche ringraziare!» inizia così il durissimo comunicato delle segreterie Fim, Fiom, Uilm e Failms dopo la mail che l’amministratore delegato Marcello D’Antiochia aveva inviato a tutti i dipendenti. Un comunicato dato alla stampa nel giorno che deciderà l’esito della serrata trattativa in corso da mesi.

«Ci stiamo rendendo conto che più passa il tempo, più l’AD parla, più scrive, più diventa chiara l’intenzione strategica di ciò che si ha intenzione di fare nello stabilimento di Avezzano. Soltanto una forte riduzione dei costi a scapito di Lavoratrici e Lavoratori nella speranza che verremo quotati in borsa, “speriamo” di rinegoziare con On Semiconductor per saturare gli impianti, ecc…»

Il sindacato ironizza sull’ipotesi ventilata da D’Antiochia di ricorrere alle stock options come forma di incentivazione per i dipendenti, e chiarisce che la RSU, quando si siede al tavolo di negoziazione, lo fa sempre in rappresentanza di tutte le maestranze. Un richiamo forte alla serietà del sindacato, che non ci sta ad accettare messaggi come quelli inviati, via mail, dall’amministratore delegato ai dipendenti, ritenuti solo pretestuosi diktat mirati a bypassare e sminuire il ruolo del sindacato.

A tal proposito, nel comunicato, le segreterie delle organizzazioni sindacali chiariscono la loro posizione su una serie di punti che D’Antiochia aveva unilateralmente illustrato nella sua mail alle maestranze. Di seguito riportiamo integralmente le osservazioni del sindacato.

A) Noi siamo la medesima delegazione sindacale che, per rimanere nell’ambito dell’accordo quadro del novembre scorso, ha sottoscritto, a maggioranza, quando non all’unanimità, le intese relative a:

1) fondo nuove competenze: rispetto a tale accordo è indubbio che, oltre ad averne un vantaggio il Lavoratore e la Lavoratrice che apprende dai corsi, l’azienda si vede rimborsate le ore di retribuzione per la formazione. L’azienda ne trae un vantaggio economico perché una parte delle ore da retribuire ai dipendenti viene pagata dal fondo nuove competenze. Al riguardo ricordiamo che è stato il Sindacato che ha spinto per questo accordo;

2) contratto di prossimità (la sola delegazione Fiom si è astenuta dalla firma): rammentiamo che i contratti di somministrazione a tempo determinato per 74 Lavoratrici e Lavoratori scadevano il 26 di novembre 2020. L’azienda ha ricevuto un indubbio vantaggio dall’accordo, ha potuto contare su personale già formato e non subire le conseguenze negative (sulla produttività e sulla qualità) derivante dalla necessità di formare personale nuovo. Tutto questo, malgrado tale accordo non contenesse nessuna stabilizzazione, come invece prevista da altri accordi nel Territorio;

3) accordo uscite incentivate: rispetto a tale accordo l’intento del sindacato era quello di accompagnare il personale che, vicino alla pensione, potesse cogliere questa opportunità (naspi più incentivo). Ci siamo trovati invece a constatare che in modo UNILATERALE, l’AD ha bloccato il programma alla fine di gennaio, rifiutandosi di prorogare l’accordo impedendo l’uscita ad alcuni dipendenti che, invece, in base all’accordo, avrebbero potuto.

Ci viene da pensare, anzi, siamo certi, che questo sia un segnale inequivocabile che le tante dichiarazioni di eccesso di personale siano adesso superate.

B) Dopo la sottoscrizione dei suddetti accordi che, come si è detto, risultavano vantaggiosi, soprattutto per l’Azienda, l’AD ha dimostrato la poca considerazione e il poco rispetto della delegazione sindacale, (DI NUOVO, PROVIAMO A RISPIEGARE ALL’ AD: LA RSU E’ STATA DEMOCRATICAMENTE VOTATA, DA QUELLA “GENTE” CHE ALL’AZIENDA STA TANTO A CUORE). Infatti, in piena fase di contrattazione e senza nessuna condivisione con il sindacato, malgrado fossimo in piena trattativa, ha fatto chiedere ai dipendenti ferie non concordate, e ha aperto una ristrutturazione, scontentando tutti. L’ adesione al successivo sciopero, andata anche oltre le più rosee aspettative del sindacato, ha dimostrato il diffuso malcontento e, soprattutto, la perdita di fiducia dei lavoratori nei confronti dell’azienda.

C) Rispetto alle trattative sul cambio turno: ricordiamo che la base di partenza per l’Azienda, relativamente al turno a 12 ore, era lo schema 2-3, con 21 rientri e con 1 ora e mezza di break. Dunque, il sindacato ha aperto già da tempo un negoziato. Riguardo a tale trattativa, VORREMMO FOSSE CHIARO CHE:

  • non è possibile pensare, come afferma e scrive l’AD, che si stia facendo un piacere alle persone;
  • non è possibile accettare che, a fronte di due giornate di lavoro aggiuntive (il 2-3 a 15 rientri significa lavorare due giorni in più l’anno), il lavoro sia fatto “a gratis”!! Cioè, solo a carico delle Lavoratrici e Lavoratori, senza riceverne il corrispettivo. Questo è quello che vorrebbe fare l’AD!! Noi abbiamo proposto, per il 14° e il 15° rientro, non solo che fossero retribuiti, ma che avessero una maggiore retribuzione, in quanto ore aggiuntive rispetto all’attuale turno di 12 ore;
  • Riguardo le pause di lavoro (break), l’AD si è guardato bene di parlarne nel suo messaggio alla popolazione del 19 marzo. Per il sindacato non è possibile accettare una riduzione delle pause di lavoro. La proposta iniziale aziendale era quella di 90 minuti. Ricordiamo all’AD che per le condizioni di lavoro e per i tempi, le pause sono INDISPENSABILI per il recupero delle forze e, in particolare, per chi svolge il lavoro nella clean-room;
  • Il CCNL disciplina le maggiorazioni turno relative a turni da 8 ore e non a turni di 12 ore. La contrattazione aziendale ha permesso e disciplinato le maggiorazioni turno relative ai turni a 12 ore. È quindi improprio comparare le due contrattazioni, e comunque non si è pagati di più rispetto al CCNL. Ad ogni modo, chi ha acquisito il sito conosceva per certo tutti i contenuti degli accordi aziendali;
  • riguardo al PDR: tutti i premi di risultato sono strutturati in modo che, a fronte di incrementi di produttività, qualità ecc… ci sia la redistribuzione ai lavoratori di parte di questa ricchezza prodotta. L’utilità marginale prodotta ripaga molto più l’azienda che i dipendenti, i quali, hanno contribuito e contribuiranno con il loro lavoro a raggiungere gli obiettivi prefissati. Il Sindacato deve poter entrare nella discussione circa le regole di assegnazione, questo per evitare che, regole imposte dall’ azienda, in modo unilaterale, possano mortificare taluni lavoratori che risultano sgraditi a questo o a quel supervisore;
  • Rispetto alle stock option: Lo stesso AD dispera di vedersele assegnate, infatti, nel suo stesso messaggio alla popolazione dice si spera porti a cifre significative – La realizzazione di queste stock option è condizionata alla “particolare” circostanza che SPARK sia quotata in borsa tra 4 anni! Nessun altro commento si ritiene necessario!

Nel frattempo, è già stato annunciato, come per il passato, il riassorbimento dei superminimi a partire dal prossimo mese di giugno. Rispetto a quest’ ultimo punto è nostra intenzione adire tutte le vie, comprese quelle legali, per impedire quest’ ennesima ingiustizia nei confronti delle Lavoratrici e dei Lavoratori di LFoundry. 

Al termine della puntuale e minuziosa reprimenda delle OO.SS. che hanno ribattuto punto per punto al messaggio interno di D’Antiochia rivolto alle maestranze, le segreterie ribadiscono di essere sempre in attesa di conoscere il piano industriale, ricordando quanto avessero dovuto insistere perché l’azienda si convincesse ad illustrarlo nelle sedi istituzionali.

Il comunicato si conclude auspicando che LFoundry si avvalga delle enormi risorse finanziarie previste dal Recovery Plan finalizzandole al sito produttivo di Avezzano per renderlo più competitivo in un rinnovato clima di fiducia e con maggiori certezze per tutti.

Secondo il sindacato, ciò conferirebbe ulteriore valore al sito, ma la domanda che esige una risposta è «Le commesse, sviluppo e ricerca, rimarranno in capo a LFoundry di Avezzano? Perché altrimenti rimarremmo semplicemente una scatola cinese!»

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