Abruzzo – “Il contagio non si ferma, gli ospedali sono pieni, le terapie intensive soffrono e i decessi giornalieri sono ancora drammaticamente alti. Il vaccino è lo strumento chiave per ridurre il contagio ed eliminare i morti. Comprensibilmente, ogni cittadino vorrebbe raggiungere questo traguardo nel più breve tempo possibile, poiché da questo potrebbe dipendere la sua salute e la sua vita.
Medici, operatori e volontari, veramente ammirevoli, si prodigano in tutti i modi per vaccinare le persone. In Abruzzo, tuttavia, la campagna vaccinale va drammaticamente a rilento. Mentre nel Lazio si prenotano i 60/61enni, qui si deve ancora completare la vaccinazione agli over 80 e i fragili. La notizia che molti vaccinandi abruzzesi rinuncino ad AstraZeneca, preoccupa e rammarica.
Occorre che il Servizio sanitario nazionale dia informazioni chiare e spieghi bene la qualità di questo vaccino, perché rinunciare all’inoculazione significa finire in coda alla fila. Contemporaneamente, la Regione e le Asl devono regolare lo scorrere delle liste, e, laddove necessario, chiamare più persone della stessa categoria, completando ed accelerando sugli over 60. Ovvero, accelerando sulle fasce d’età per le quali è maggiormente consigliato il vaccino AstraZeneca”.
“Fa male sentire che si ricorrerebbe casualmente a reperire persone da vaccinare e che basti mettersi fuori dal centro vaccinale in attesa. Addirittura è stato coniato il termine dei ‘panchinari’ da vaccino. Si trovi una soluzione più coerente al principio dell’equità e della necessità di procedere per quelle categorie a più alto rischio di letalità. La campagna vaccinale va ripulita da ogni sospetto di imparzialità”.