Sanità abruzzese, Agorà (Rai3) denuncia la disorganizzazione della campagna vaccinale. Marsilio stizzito davanti alle telecamere

Avezzano – Ancora una pagina controversa della sanità abruzzese che finisce sotto i riflettori della trasmissione televisiva di Rai3, Agorà, in relazione all’opaca vicenda che vede, svariate categorie professionali, inserite nell’opaco elenco “Altro”, una sorta di corsia preferenziale per i vaccini destinati a chi svolge attività che presupporrebbero un’esposizione maggiore di altri al rischio di contrarre il virsus. (all’interno dell’articolo il video)

Intanto l’Abruzzo, pur essendo in fascia arancione, conta ben 41 comuni in zona rossa nella provincia dell’Aquila su decreto del Presidente della Regione. «Era da gennaio che io facevo richiesta per vaccinarmi e non sono mai venuti, poi il giornalista ha fatto un articolo che è finito a Roma e mi hanno fatto l’iniezione.»

Queste le parole del signor Paolo, loquace reduce della Seconda Guerra Mondiale. Lui ce l’ha fatta a ottenere il vaccino, quasi un regalo ricevuto per il suo centesimo compleanno, ma dovuto al fatto che quell’articolo era finito sotto gli occhi del Generale Figliuolo.

I giornalisti di Agorà, per capire quali fossero i criteri di compilazione del famigerato elenco “Altro”, dove risultano iscritte oltre 72.000 persone, lo hanno chiesto direttamente al Presidente Marsilio che prima li riceve, e poi, visibilmente stizzito per le domande fatte, fa accompagnare fuori dal suo ufficio i giornalisti, dicendo che chiamerà chi di dovere per informarsi, quindi spiegherà le ragioni del controverso elenco.

«Nell’elenco “Altro”, ci vanno tutta una serie di categorie, per esempio il personale lavorante, manutenzione, usceri, amministrativi di front office, presso le strutture sanitarie pubbliche e private, ivi compresi i tirocinanti, Os, infermieri, specializzandi.» Questa la risposta di Marsilio, ma il giornalista lo incalza.

Sul sito della Regione c’è la possibilità di scaricare tutte queste voci che lei mi ha detto?

«No, credo di no, non vedo perché sia particolarmente necessario. Quindi perché lei mi sta dicendo perché sono così tanti gli “Altri”, io le rispondo, e che è colpa mia?» così il Presidente, paonazzo e fuori dai gangheri.

Le ho chiesto se sul sito della Regione c’è per caso questo documento. Ribatte il giornalista.

«Non c’è perché noi non alimentiamo una piattaforma alternativa, non ne abbiamo nessun motivo e nessun bisogno, usiamo la piattaforma dello Stato.» Ma quando si arriva a parlare delle vaccinazioni somministrate ai magistrati, Marsilio afferma che ciò sia avvenuto per sbaglio.

«Per un errore della Asl, una domenica, vengono convocati 190 circa, fra magistrati e dipendenti del tribunale di Pescara, e vengono vaccinati. È stato un errore, che non si è ripetuto, che abbiamo spiegato dieci volte.»

Guardando i numeri abbiamo visto che la categoria dei settantenni è un po’ indietro. Dice l’intervistatore.

«Si, in ogni caso è aperta la piattaforma, in questi giorni acceleriamo sui settantenni, anche perché nel giro di altre 48 ore al massimo, abbiamo finito tutti gli ottantenni.» Queste le parole conclusive di Marsilio che assicura di completare le vaccinazioni degli ottantenni nelle prossime 48 ore. I dati della fondazione GIMBE aggiornati a ieri dicono che le cose stanno diversamente. Il 48,6% degli ultraottantenni ha completato i due cicli di vaccinazione mentre il 25,2% è alla prima dose, il restante 26,2% attende da mesi di essere convocato per fare il vaccino.

Sull’argomento è intervenuto anche Michele Fina, segretario regionale del Partito Democratico abruzzese, che ha risposto al giornalista sul presunto errore della Asl di Pescara, così come aveva definito Marsilio, le vaccinazioni somministrate a magistrati e personale dell’amministrazione giudiziaria.

«Ha cambiato versione! Perché nell’ultimo comunicato la motivazione era, siccome AstraZeneca non si poteva somministrare alle persone sopra a 55 anni, è stato utilizzato per i magistrati. Dal che si doveva dedurre che l’indicazione era vaccinare solo i magistrati under 55. A questa domanda non credo abbia risposto.» Queste le parole del segretario Dem, alle quali il giornalista ha replicato.

Lei mi sta dicendo che all’interno della categoria “Altro” ci potrebbero essere delle sorprese interessanti?

«Si! Credo di sì, vedremo.»

Quando la troupe televisiva si sposta in uno dei due hub vaccinali dell’Aquila, si scopre che non c’è nessuno a presidio del centro. Il giornalista telefona al numero dell’assistenza, e come è capitato a centinaia di cittadini di tutta la provincia, nessuno risponde. Il telefono continua a squillare nel deserto mentre la telecamera indugia nei locali vuoti.

Il Direttore del Dipartimento Prevenzione, Domenico Pompeo dice che nel centro non si sta procedendo alle vaccinazioni per più ordini di motivi. «Mancanza di dosi vaccinali Pfizer e di Moderna, ma non di AstraZeneca, e in più per la carenza di personale, al momento non è ottimale e non ci consente di aprire nel pomeriggio.» Queste le disarmanti affermazioni di Pompeo a favor di telecamera.

Altro capitolo inquietante è quello dei disabili, così come testimonia Massimo Prosperococco, presidente Associazione Disabili l’Aquila che racconta.

«Oggi come oggi, di 14.000 registrati, saremo all’85%-90% ad esserci vaccinati, quindi per chi si è registrato ha funzionato, ma considerando chi non si è registrato, il numero potrebbe essere tre volte tanto. Almeno 20.000, 30.000 persone che non si sono registrate perché non hanno ricevuto la comunicazione dell’iter da seguire per essere vaccinati.»   

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