Avezzano – Riceviamo e pubblichiamo questa bella riflessione di Sara sulla magia dei libri. Per lei, un libro, non è soltanto una chiave di accesso alle infinite possibilità di attraversare il tempo e lo spazio, ma anche, il luogo dell’incontro fra autore e lettore.
Fra le righe di un libro, ci si scambiano sensazioni ed emozioni che vanno al di là delle storie raccontate. Ogni frase che ti resta scolpita dentro, aggiunge sempre qualcosa in più al tuo modo di guardare il mondo, e ciò che tu senti o vedi adesso, finisce per assumere le stesse forme e gli stessi colori di chi, quelle parole le ha scritte magari cento, duecento o mille anni fa.
L’essenza dell’uomo, in quanto animale sociale, sta nell’esigenza di comunicare con i suoi simili. Dai graffiti preistorici alla meraviglia degli edifici rinascimentali, per arrivare alle tecnologie digitali, possiamo essere certi che l’uomo non potrà mai rinunciare a ricercare se stesso nelle storie narrate attraverso i secoli. A seguire, la riflessione di Sara.
Il 23 aprile 2021 si celebra la 25esima edizione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, istituita dall’UNESCO nel 1996 con lo scopo di promuovere la lettura e incoraggiare gli autori a pubblicare le proprie opere.
Come mai si è sentito il bisogno di indire una giornata speciale per ricordare alle persone di tutto il mondo di ritagliarsi del tempo in questa vita sempre più frenetica da dedicare alla lettura? Perché un libro merita di essere celebrato?
Oggi ci ritroviamo nel mezzo della cosiddetta “era digitale” in cui paradossalmente ad una maggiore accessibilità della cultura e disponibilità dei più svariati mezzi di comunicazione, corrisponde un’ipersemplificazione della comunicazione stessa: tra hashtag, emoji, gif, sticker, meme e social network prettamente impostati sulla condivisione di immagini e video, va sempre più a perdersi l’importanza della parola.
È invece attraverso le parole che un libro ci permette di fare quello che ci sembra un piacevole ricordo lontano: viaggiare. Viaggiare dentro sé stessi, nei meandri del pensiero e del sentimento umano, viaggiare nel tempo e nello spazio rimanendo seduti su un divano o su uno scomodo sedile, oltre ogni limite, fino a scoprire le più profonde verità storiche o spingendosi al di là del confine della conoscenza umana sulle ali della fantasia.
Un libro non è solo un’infinità di combinazioni di quelle 26 lettere, non è solo il racconto di qualcuno: è una storia che si scrive in due, è una delle più alte forme di condivisione in cui l’autore offre al mondo una parte di sé e il lettore è pronto a farsi sfiorare l’anima. Un libro è un passepartout, uno scrigno, una compagnia, un segreto tra scrittore e lettore.
Certo, non tutti i libri riescono a far scattare la scintilla perché in fondo ogni lettore può dire – come Erri de Luca-:
“Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico: se non sono anch’io un pezzo dell’idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana. Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l’acquisto. Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui.”
E da qualche parte c’è il libro giusto per ogni lettore, che prima o poi troverà il modo di raggiungerlo.
Quindi sì, soprattutto in quest’epoca abbiamo bisogno di leggere, di essere incoraggiati a farlo. Perché oggi per leggere in pubblico ci vuole coraggio, nascondiamo i libri nelle borse e ce li riserviamo per i lunghi viaggi o per i momenti di solitudine. Sì, abbiamo bisogno di sentirci coinvolgere e farci accompagnare per mano tra le righe, camminando sulle parole, dando loro una forma con la nostra immaginazione, non aspettando che un regista lo faccia per noi.
La tecnologia non è nemica della lettura, anzi ci offre un’alternativa pratica ed ecologica come gli ebook ed i pdf o la possibilità di ascoltare gli audiolibri: se usata bene, permette di conoscere il potere di un libro a chi per i più svariati motivi prima non poteva farlo.
Perché tutti meritano la possibilità di leggere, di sentire quella stupenda sensazione che si prova quando si arriva alle ultime parole di un libro, si sfiora la copertina e si prende un respiro – come quando si finisce un viaggio – per poi tornare alla realtà con un qualcosa in più. Perché ogni libro lascia il segno, anche se apparentemente impercettibile.
Sara Paneccasio