Nel 1932 il fascismo (come stiamo vedendo), appariva a molti quasi inattaccabile.
Le parole dello scrittore marsicano Ignazio Silone, già esule e fortemente contrario all’ideologia fascista, affermavano una verità indiscutibile: laddove una volta nella Marsica regnava il bolscevismo, calpestando la religione, la morale e la proprietà privata: «in seguito arrivò il fascismo e tutte queste verità furono restaurate».
Seppur da posizioni diverse, l’inglese John Foot (docente di storia contemporanea) ha ben descritto il tipico scenario di rassegnazione proprio degli anni ’30, quando ormai in Italia ogni tipo di opposizione al regime era stata spazzata via. Nel prologo, l’autore ben specifica che i fatti violenti nei «cosiddetti anni del consenso», furono sottovalutati e le sue vittime, con poche eccezioni, sono state quasi del tutto ignorate dagli studiosi contempornei. La sua, invece: «è una storia narrata attraverso episodi, frammenti, massacri e processi, momenti di violenza e di fuga, sconfitte e vittorie, silenzi e frastuono, retorica e realtà. L’attenzione si concentra sulla gente reale, sulla tragedia interiore e personale che il fascismo comportò per molte persone e le loro famiglie» (1). Questo giudizio può essere esteso senza eccessive forzature, rilevando, però, che il “consenso” per il duce, diffuso ampiamente dopo gli attentati degli anni precedenti, permise a Mussolini di andare in giro senza guardie del corpo, ammirato, stimato e protetto da gran parte della popolazione.
Resta inteso, tuttavia, che le grandi manifestazioni del decennale fascista, con una propaganda ossessiva esaltavano le «Imponenti realizzazioni dell’Italia rurale». Infatti, s’informò l’opinione pubblica di come la «potente agricoltura nazionale» era stata stimolata con la realizzazione delle bonifiche, con i miglioramenti del patrimonio delle acque, con l’assistenza ai lavoratori, con l’uso di fertilizzanti chimici, con nuova edilizia agraria: tutte iniziative che mostravano i fattori della produzione, l’esposizioni regionali, la battaglia del Grano, i consorzi di bonifica, la confederazione degli agricoltori; insomma: «tutti quegli organi e tutti gli enti che cooperano alla realizzazione del grande disegno del Duce».
Per esempio, a Ortona dei Marsi, il direttore della cattedra ambulante di agricoltura, dottor Nogese, tenne di fronte ad un folto gruppo di contadini e alle massime autorità civili e militari «una chiara e dotta conferenza sulle concimazioni e sui grani da semina». Poi, si recò nei comuni di Bisegna e San Sebastiano illustrando gli stessi temi. Altra adunanza agricola ci fu a Pereto. Introdotto dal commissario prefettizio Vicario, parlò nella sala comunale il dottor Sabatini, della cattedra ambulante dell’Aquila, improntando la sua conferenza «sulla imminente campagna agraria». L’insigne personaggio riuscì a stupire i contadini intervenuti, dimostrando: «La premura che il Regime mostra costantemente per la classe agricola e apprezzabile da queste popolazioni eminentemente rurali, che hanno visto sempre nel Fascismo la rinascita dell’agricoltura che è fonte principale del benessere Nazionale» (2).
Affinità così numerose e così evidenti rilevarono nello stesso tempo soprattutto: «l’importanza che la zona del Fucino ha dal lato agricolo industriale, ponendo in chiaro rilievo l’elevato coefficiente di fertilità di quelle terre. Sebbene sia a tutti noto che la principale ricchezza della Marsica è costituita dalla coltivazione e dal commercio delle patate». I problemi che a tale attività erano connessi furono ben esposti in un articolo fondamentale da Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, pubblicato il 18 settembre del 1932: «La patata del Fucino è coltivata su una superficie di circa 2500 ettari di terreno, con una produzione annua media di 500 quintali. Questi dati basterebbero di per sé soli a spiegare l’importanza che il prodotto assume nel quadro dell’economia nazionale. Con graduali selezioni, con opportuni miglioramenti suggeriti dalla tecnica e dall’esperienza, non si è lontani dall’ottenere tra noi patate che abbiano tutti i requisiti per imporsi e conquistare vittoriosamente i mercati stranieri», proteggendo, però, il commercio del prezioso prodotto con provvedimenti legislativi capaci di facilitare lo svolgimento delle attività. Per questo, il ministero delle comunicazioni, con successiva circolare del 3 agosto 1932, ridusse del 50% le tariffe per il trasporto di alcune province meridionali, includendo tra esse anche L’Aquila: «Tale tariffa apporta benefici non lievi o meglio costituisce un privilegio non indifferente per le spedizioni dei prodotti in tutta Italia […] Per incoraggiare gli agricoltori della Marsica sostenendo nello stesso tempo il prezzo dei loro prodotti – che sia tale da poter gareggiare anche in tal senso con la concorrenza straniera – si prospetta una soluzione che viene ad essere la sola capace di ridonare il soffio della rinascita al nostro commercio: estendere cioè il beneficio della riduzione del 50 per cento, cui abbiamo accennato al principio del nostro articolo, a tutte le stazioni della linea Roma-Pescara». Per tutto il mondo agricolo italiano, venne altresì segnalata dalla stampa, un periodo davvero propizio per la massima esportazione delle patate del Fucino (dal mese di ottobre a marzo); per questo e altri motivi strettamente inerenti alla tempistica: «Facendo corrispondere la durata delle speciali concessioni a questi due mesi di attività agricola-commerciale, si verrebbe ad iniziare una nuova era di benessere per la nobile terra marsicana» (3).
NOTE
- I.Silone, Vino e Pane, Milano, Mondadori, 1971, p.257-258. Scritto originariamente in tedesco (Brot und Wein. Roman Von, Ignazio Silone, maggio 1936), il libro uscì in una edizione completamente riveduta in lingua italiana nel 1955. Invece, per gli altri aspetti citati dallo storico inglese, si veda: J.Foot, Gli anni neri. Ascesa e caduta del fascismo, Gius.Laterza & Figli, Bari-Roma, novembre 2022. L’autore sostiene nel prologo, che il tema centrale del saggio «è la violenza. Il libro ritrae vittime, carnefici e spettatori», riprendendo le frasi di Raul Hillberg, Carnefici, vittime, spettatori. La persecuzione degli ebrei, 1933-1945, Mondadori, Milano, 1997.
- Il Messaggero, Anno 54° – N. 228, Sabato 24 Settembre 1932, p.6. Le grandi manifestazioni del Decennale.
- Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, Anno X – Roma, 18 Settembre 1932. Un problema fondamentale per la nostra economia agricola. L’esportazione delle patate del Fucino.