Salvaguardia dei Tribunali minori d’Abruzzo, l’avv. Cambise: “Piuttosto che la chiusura un eventuale accorpamento Avezzano – Sulmona e Vasto – Lanciano”

L'avvocato, che si è già fatto portavoce in passato di numerosi appelli a favore della salvezza dei tribunali minori, propone, per scongiurarne la chiusura, un eventuale accorpamento.

Sulla questione spinosa della salvaguardia del tribunale di Avezzano e di quelli di Sulmona, Vasto e Lanciano, destinati alla chiusura a settembre 2022 a seguito della riforma della geografia giudiziaria, ha esternato le sue riflessioni l’avv. Aurelio Cambise.

L’avvocato, che si è già fatto portavoce in passato di numerosi appelli a favore della salvezza dei tribunali minori, propone, per scongiurarne la chiusura, un eventuale accorpamento.

Riportiamo qui di seguito il suo pensiero: “L’Italia è la patria del diritto, terra di cultura e di tradizioni. Secondo l’Europa, il nostro Paese deve migliorare l’efficienza della Giustizia e il funzionamento della Pubblica Amministrazione. Ed ecco, di riflesso, i motivi per cui in Italia e, in particolare nel Mezzogiorno, si fa fatica a rilanciare l’economia e a sostenere progetti imprenditoriali. Con la chiusura dei Tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto si è sicuri che si velocizzino i tempi dei processi? Chi risparmia? Non certamente gli operatori del diritto e tanto meno i cittadini. Dove sono i fondi del PNRR di cui si parla tanto? Alcune aziende, in Abruzzo, stanno per essere delocalizzate, come la Riello di Cepagatti. E la Sevel di Atessa? Con la chiusura dei cosiddetti Tribunali minori d’Abruzzo, le aziende non avranno più interesse ad investire nella Marsica, nella Valle Peligna e nell’area Frentana. Non dimentichiamoci che ad Avezzano c’è anche la sede distaccata di Giurisprudenza dell’Università di Teramo e detto Corso di laurea potrebbe concorrere a salvare il Tribunale.

Tra le strade possibili per la salvaguardia dei Tribunali minori ci sarebbe anche, in ultima analisi, quella dell’accorpamento Avezzano – Sulmona e Vasto – Lanciano. Avezzano potrebbe mantenere la Sezione Penale, Sulmona la Sezione Civile, Vasto la Sezione Penale e Lanciano la Sezione Civile, a mo’ di esempio. Occorre unire i territori e mettere da parte una buona volta i campanilismi. Chiedo al Senatore Luciano D’Alfonso, al Senatore Primo Di Nicola, all’Onorevole Stefania Pezzopane, al Senatore Gianluca Castaldi, alla Senatrice Gabriella Di Girolamo, all’Onorevole Daniela Torto, all’Onorevole Camillo D’Alessandro, al Segretario del PD Abruzzo Michele Fina, al Segretario del PD nazionale Enrico Letta, al Dott. Gianni Letta, al Presidente della Regione Abruzzo, all’Amministrazione Di Pangrazio, ai Sindaci marsicani, ai Presidenti degli Ordini degli Avvocati di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ai Presidenti delle Province di L’Aquila e Chieti, al neo Sindaco di Sulmona, al neo Sindaco di Lanciano, al Sindaco di Vasto di continuare la battaglia per la salvaguardia dei Tribunali minori per ottenere almeno una proroga da parte del Ministero della Giustizia e di trovare una soluzione definitiva come quella appunto dell’accorpamento di Avezzano – Sulmona e Vasto – Lanciano. Questa politica dei tagli ai servizi fondamentali, nella fattispecie dei Tribunali rompe sicuramente la tranquillità della vita dei cittadini, i quali sentono più lontane le Istituzioni e potrebbero anche vedersi minacciati da eventuali infiltrazioni di malavita in un territorio assai ampio e accidentato. Fino a questo momento il nostro territorio non ha avuto grossi problemi proprio per la vicinanza delle Procure e dei Tribunali che hanno operato egregiamente.

Torno a ribadire che la pandemia dovrebbe averci insegnato la necessità di presìdi ospedalieri e sanitari almeno sufficienti. La terra marsicana e non solo hanno fortemente bisogno di ospedali, di scuole, di trasporti ferroviari e su gomma, di sedi distaccate universitarie, di laboratori agro-alimentari, di un Tribunale appunto e di tutto ciò che rende più moderna la vita in un mondo globalizzato. Chi ci governa ad ogni livello dovrebbe provare ad immaginare soltanto che cosa sarebbe la Marsica e la nostra Regione senza i servizi efficienti e vicini di cui stiamo parlando. La pandemia ci ha anche fatto vedere le difficoltà che i cittadini hanno incontrato e incontrano, facendo lunghissime file davanti agli uffici postali, alle banche, nelle Agenzie delle Entrate, negli sedi dell’INPS e via dicendo. In sostanza se detti uffici vengono ritenuti minori e intere giornate di file non bastano per assolvere ai doveri di cittadini, immaginiamo che cosa debba succedere in uffici accorpati e che devono servire porzioni di territorio assai ampie e difficili talvolta da raggiungere perché non adeguatamente serviti da mezzi di trasporto ferroviari e su gomma. Si dovrà tornare di necessità a ripopolare le nostre zone e non a vederle isolate e mortificate più di quanto non lo siano ora. Queste continue minacce di tagli ai servizi inquietano non poche persone in un territorio di oltre 140.000 abitanti”.

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