Avezzano – Le due arterie autostradali abruzzesi, la A24 e la A25, sono considerate infrastrutture strategiche ai fini della Protezione Civile in virtù di una Legge dello Stato, la n° 228 del 2012. Ciò ha comportato un imponente piano di interventi strutturali per l’adeguamento sismico. Seppur la rete autostradale abruzzese abbia resistito al terremoto del 2009, è evidente che una progettazione risalente ai primi anni ’60 non poteva più rispondere alle normative attuali.
Con la Legge 228 del 2012, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, oltre a individuare l’entità e la tipologia degli interventi da realizzare, stabilì di ricorrere a una procedura negoziata con Strada dei Parchi per la predisposizione di un Piano Economico Finanziario, finalizzato alla realizzazione delle migliorie su tutta la rete, senza ricorrere però all’aumento delle tariffe.
Oggi il Concessionario lamenta la mancata approvazione del PEF, a nove anni dal varo della legge e dopo ben 14 diverse versioni del Piano Economico, che sarebbero state presentate, senza alcun esito, all’attenzione del Ministero. La perdurante impasse, e il ricorso al Consiglio di Stato da parte del Concessionario, provocò la nomina di un Commissario ad Acta che prese in mano la situazione.
Secondo Strada dei Parchi, procedere nelle lavorazioni, senza potersi avvalere di un Piano Economico Finanziario complessivo, contenente la programmazione dell’intera infrastruttura, non avrebbe consentito di attuare le opportune varianti che avrebbero permesso l’utilizzo di due carreggiate, certamente più funzionali allo smaltimento del traffico.
In ogni caso, il Concessionario ritiene che le scelte attuate obtorto collo, abbiano comunque ottimizzato, quanto più possibile, la regimentazione del traffico, tanto da ritenere accettabile la fluidità del passaggio dei veicoli, almeno fino all’inizio del 2023, termine stimato dei lavori attualmente in corso, in un contesto di transito continuo, con velocità ridotta, come da normativa vigente (60 km/h)
Secondo Strada dei Parchi, un programma di lavori completo, dell’ordine di almeno 6 miliardi di euro, potrà partire solo quando sarà approvato il PEF. Negli auspici, ciò consentirà di lavorare quasi esclusivamente in variante e con un impatto quasi trascurabile sulla circolazione, con la prospettiva di realizzare un’infrastruttura che risponderà ai massimi livelli di sicurezza, comfort e tecnologia.
Allo stato attuale, la convenzione stipulata fra Strada dei Parchi e Governo, prevede manutenzioni ordinarie per circa 28 milioni di euro annui, ma il ritardo nell’approvazione del PEF, e le nuove norme antisismiche introdotte, avrebbero fatto lievitare i costi, tanto che il Concessionario lamenta maggiorazioni degli oneri, tre volte superiori alle previsioni contenute in convenzione.
Per Strada dei Parchi, le attuali tariffe sarebbero fra le più basse, fra quelle delle autostrade di montagna. Sulla base dei prezzi applicati, la A24 e la A25, occuperebbero il 12° posto a livello nazionale, e il fatto che il prezzo del ticket sia bloccato al 2017, determinerebbe un ulteriore aggravio dei costi, generando un disequilibrio economico-finanziario che rischierebbe di compromettere il futuro dell’azienda.
I sindaci restano comunque determinati a tenere fermo il punto sulla questione tariffe, e attueranno ogni forma possibile di protesta pacifica, affinché i quattro anni di battaglie e di serrati confronti, con ben quattro governi che si sono avvicendati sulla scena istituzionale, non siano trascorsi invano.