Cambiamenti climatici, temperature alte e produzioni a rischio. Al convegno promosso da Comune di Avezzano e Rotary gli esperti lanciano l’allarme

Cambiare rotta prima che sia troppo tardi con effetti sempre più impattanti sul clima e, in sede abruzzese, sulle produzioni di eccellenza, in primis del vino: al convegno sui cambiamenti climatici promosso da Comune e Rotary -dopo i saluti istituzionali del vicesindaco, Domenico Di Berardino, dell’assessore Maria Teresa Colizza, promotrice dell’appuntamento, e del presidente del Rotary, Federico Piccone- gli esperti hanno rilanciato l’allarme e spiegato le origini storiche dei fenomeni in atto e le conseguenze per i territori, fino ad arrivare agli ambiti regionali e locali, in special modo le città. 

   Aree verdi, acqua, innalzamento della temperatura rispetto al quale rischiamo fino a 180 giorni l’anno di caldo estremo ogni anno, con notti tropicali, sono stati alcuni degli argomenti rappresentati da Aldo Di Benedetto, componente comitato scientifico ISDE (associazione medici per l’ambiente); Paola Mercogliano, responsabile della divisione REMHI della fondazione centro Euro-mediterraneo.

    Luca Lucentini, direttore del reparto qualità dell’acqua e salute del dipartimento ambiente e salute dell’istituto superiore di Sanità, ha parlato della qualità dell’acqua, con l’evoluzione dei sistemi creati dagli uomini per farla arrivare nelle case e i rischi connessi a un innalzamento delle temperature compreso quello della siccità e della concentrazioni in pochi giorni del fenomeno delle precipitazioni violente e improvvise.  

    “La potabilizzazione  è stato un successo superiore a quello dei vaccini”, ha detto Lucentini prima di lasciare spazio al professor Piero Di Carlo, docente di fisica del sistema terrestre, dell’università G. D’Annunzio di Chieti, che è entrato nel merito delle conseguenze sull’agricoltura e sulle produzioni di eccellenza abruzzesi “come conseguenza dei cambiamenti climatici”, esponendo alcune interessanti ricerche sugli impatti relativi alla produzione del vino:  “rischiamo che le zone più idonee si spostino sempre più verso il nord Europa”. 

     La crisi legata alla pandemia, infatti, ha fatto passare in secondo piano, nel dibattito pubblico, l’esigenza di massima attenzione verso la questione ambientale: per il clima non c’è vaccino e gli impatti a livello generale e globale rischiano di essere drammatici senza una svolta nelle scelte politiche, economiche e nei comportamenti personali. Al convegno organizzato da Comune e Rotary per accendere i riflettori su un tema cruciale per il pianeta molto sentito dalle giovani generazioni hanno partecipato gli assessori Roberto Verdecchia, Patrizia Gallese e Loreta Ruscio e alcune classi delle scuole superiori. 

       

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