Andrea Camilleri: il narratore della meraviglia

Alla notizia della morte del famoso autore della saga del Commissario Montalbano,più che la sua veneranda età ci sorprende la sua capacità di essere riuscito a restare giovane col cuore e con la mente.Una sensibilità vicina all’uomo contemporaneo che gli ha consentito di comprendere i problemi sociali con sguardo empatico,onestà intellettuale ed impegno politico speso nella difesa dei più deboli senza mai perdere la fiducia nel trionfo del bene .Inoltre la considerazione del ruolo delle donne nel progresso civile gli ha permesso di esprimere il suo dissenso verso la differenza di genere creando personaggi femminili di grande spessore etico.

La grandezza di Camilleri è nel conservare la visione ottimistica del mondo al di là delle ingiustizie in una visione antropologica universale capace di cogliere anche nel degrado la forza vitale dell’amore.La sua musa ispiratrice ” l’incanto” della sua terra tanto bella,come più volte ha detto,sebbene usurpata dai giochi di potere.Il segreto della sua longevità e soprattutto della fecondità artistica è tutta nella Meraviglia che gli ha permesso di muoversi sulle grandi scacchiere dell’esistenza e dell’immaginazione come fa un bambino che non conosce l’usura e riscopre tutto ogni giorno.Recuperare lo stupore per il grande scrittore teatrale è il “Deus ex machina”che apre la porta al mistero e nel contempo alla verità.

In tale contesto la sua lingua originalissima nella fusione del dialetto siciliano con l’italiano racchiude una specie di perfezione presente anche nel brutto e nel cattivo.Nei suoi racconti il mondo mutevole delle sensazioni si unisce all’imprevedibile con inediti giochi lessicali per evocare suoni,colori e sapori.Tutti i grandi movimenti del secolo dal futurismo, al surrealismo,dall’ermetismo alla neoavanguardia hanno cercato una nuova lingua capace di suscitare meraviglia.Camilleri è riuscito a unire lo stupore delle sue infinite ed intriganti trame esistenziali nella profezia di un intellettuale capace di stare sempre dalla parte degli oppressi e degli emarginati.Quando è entrato per obbligo d’autore “nella corte dei re” lo ha fatto per ricordargli le sue omissioni ed esclamare ingenuamente il “re è nudo”.Grazie per la tua genialità che ha fatto della letteratura stupore e liberazione.

    Maria Assunta Oddi

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