Avezzano – Antonio Santilli Rappresentante Provinciale del NURSIND replica e precisa dal suo punto di vista, alcune affermazioni che Antonio Ginetti segretario Provinciale della UIL, ha fatto in merito all’argomento O.B.I. (osservazione breve intensiva). In una specie di botta e risposta puntualizza il ruolo e “regole” legate a questa importante valenza ospedaliera.
Il NURSIND lavora per denunciare le irregolarità e lavora sempre al fianco degli operatori, siano essi Infermieri O.S.S. o Medici, in quando il diritto va rispettato e ogni lavoratore va tutelato dal datore di lavoro almeno per la produttività che gli crea, specialmente in questo momento dove gli infermieri italiani sono i meno pagati d’Europa è giusto almeno salvaguardare la loro salute.
Antonio Ginnetti: (UIL)
“L’osservazione breve intensiva OBI sopperisce alla mancanza di posti letto e grazie ad esso si evitano viaggi ai pazienti in altre strutture.”
Antonio Santilli: NURSIND
“L’O.B.I. non è una astanteria, ci sono minimo due O.S.S. (Operatore Socio Sanitario) e due infermieri.
In base alle linee di indirizzo nazionale del Ministero della Sanità 0029646-27/9/2018 DG PROGS- MDS- P dovrebbero esserci ricoverati pazienti senza diagnosi che vanno studiati e non in pericolo di vita, in quanto in O.B.I. il medico è presente solo la mattina. Il pomeriggio e la notte è visitato dal medico del Pronto Soccorso solo se è libero e non sta trattando codici gialli o codici rossi.”
“Mettere in O.B.I. un paziente grave va a ledere di più per sicurezza ed assistenza, – continua Santilli – quindi scambiarlo per un astanteria non va bene.”
Antonio Ginnetti: (UIL)
“Chi vi arriva al pronto soccorso viene tenuto in O.B.I. dalle 24 alle 48 ore in attesa di essere stabilizzato e che si libera il letto nei reparti.”
Antonio Santilli: NURSIND:
“Quindi si conferma che la O.B.I. viene munita di personale ad oc ma che viene fatto lavorare con pazienti già con la diagnosi e con il letto del reparto come una astanteria, con:
- fratture di femore;
- arti o annessi da amputare;
- emorragie cerebrali;
- occlusioni intestinali;
- tumori anche terminali;
- pazienti con problemi cardiaci che spesso sono poi andati in utic cardiologia;
- geriatrici allettati non autosufficienti;
- politraumatizzati.
La carenza di personale si aggrava, – continua Santilli – anche a causa di malattie, infortuni e ferie estive. Questo fa capire che utilizzare infermieri ed O.S.S. in O.B.I. come fosse un astanteria dà più facilmente la possibilità a coloro che ci lavorano all’esposizione agli infortuni in quanto molto spesso devono sollevare pesi maggiori di quelli consentiti dalla reale capacità fisica della persona, anche perché se la O.S.S. è assente o si è allontanato per lavoro, trasferimenti, analisi, Rx, Tac, Rmn, Eco, farmacia, magazzino, ect, l’infermiere resta da solo e si deve oberare di tutto il lavoro con l’eventuale demansionamento, tutto questo a discapito sempre di una buona assistenza del paziente.
Oltretutto spesso vengono ricoverati anche pazienti che dovrebbero essere messi in malattie infettive, alcuni ricoveri superano i 4/8 giorni in quanto non si liberano sempre posti letto nei reparti previsti.
Una vera O.B.I. – precisa Santilli – ha una percentuale di dimissioni che si aggira tra lo 80% e il 90% di ricoverati invece la O.B.I. di Avezzano non raggiunge il 50%.
Tutto questo fa capire come vengono sfruttati troppo coloro che ci lavorano. oltretutto Attualmente in O.B.I. di Avezzano, sono presenti vari lavoratori circa 4, con un MAPO di 1,5 in base alla legge 81/08 sulla sicurezza del lavoro.
Il MAPO 1,5 vuole dire che un operatore dovrebbe essere messo in ambulatori per problemi di salute che presenta e affacciandosi ogni tanto al pronto soccorso c’è anche chi ha oltre al MAPO 1,5 non può fare movimenti di pazienti, non può avere i rischi biologici, non può fare i turni di notte, e non può stare in stazione eretta prolungata, quindi incompatibili con i tre turni in O.B.I..
I 4 operatori dell’O.B.I. non lavorano quasi mai in Pronto Soccorso e quelli che ci sono con MAPO 3 non sono trattati meglio in quanto devono sopperire al triage avanzato, stanze visumita – conclude Santilli – e colui che fa il 118 è costretto a lavorare fuori con l’ambulanza e dentro il triage, quindi ricoprono due lavori nella stesso orario.
Si ritiene giusto chiarire che è normale avere una incidenza maggiore di infortuni o malattie se non viene a priori rispettata la legge 81/08.”