Storie, ricordi e aneddoti sulla lotta alla mafia, l’Onorevole Pietro Grasso ad Avezzano

Avezzano – Il parco di Villa Torlonia, aperto in occasione della Settimana Marsicana, ha fatto da cornice alla presentazione del libro “Storie di sangue, amici e fantasmi, ricordi di mafia” scritto dall’Onorevole Pietro Grasso, ex magistrato, che ha partecipato attivamente alla lotta contro la mafia in Sicilia, e che è stato titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Piersanti Mattarella, giudice a latere nel maxi processo a Cosa Nostra, Procuratore di Palermo, Capo della Direzione Nazionale Antimafia e Presidente del Senato.

Capuzza, Oddi, Tudico,Grasso e Passerotti

Le pagine del suo ultimo libro sono piene di storie legate alla guerra contro la criminalità organizzata, vicende che, grazie alle accurate domande della giornalista Luisa Novorio, l’On. Grasso ha condiviso con il numeroso pubblico riunito presso il casino di caccia della villa.

La manifestazione si è aperta con i saluti del commissario prefettizio Mauro Passerotti e del presidente della Pro Loco Edoardo Tudico seguiti dalla lettura, da parte dell’attore Corrado Oddi, della commovente lettera a Giovanni Falcone, “Ciao Giovanni” nata proprio dalla penna di Pietro Grasso.

Corrado Oddi

La parola è poi passata all’ospite d’onore dell’evento che ha raccontato aneddoti legati al suo impegno contro Cosa Nostra, partendo dall’omicidio di Piersanti Mattarella, all’epoca Presidente della regione Sicilia, che a detta di Grasso: <<stava cambiando la Sicilia schierandosi contro gli appalti truccati e contro i collaudi fasulli, voleva una regione con le carte in regola>>, passando per il caso del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che fece risvegliare la politica dal suo sonno, costringendola a concepire la mafia come un male esistente: <<Solo dopo questi omicidi eccellenti la politica si svegliò>> ha dichiarato Grasso.

Particolarmente interessante la storia sull’arresto di Bernardo Provenzano grazie al provvedimento “Terra Bruciata”. <<Nel libro descrivo il mio primo contatto con Provenzano, che era il mafioso che meglio conosceva il sistema economico-politico di Cosa Nostra. Gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa e lui mi disse che necessitava la somministrazione di un medicinale per il tumore. Così chiamai subito un medico della polizia perché ogni criminale, anche il più crudele, ha un barlume di umanità che lo Stato deve rispettare e su cui deve fare leva per cercare una collaborazione.>>

Oddi e Grasso

Tra le pagine del senatore Grasso si trovano altre storie come quella del “Rapporto dei 162” per quanto riguarda gli omicidi di Palermo fra il 1979 e il 1981, nella Guerra di mafia fra corleonesi  palermitani, o addirittura di come Grasso scoprì di essere il bersaglio dell’attentato di Monreale, fortunatamente mai avvenuto.

Per chiudere la sua intervista, Grasso ha risposto ad una domanda sul ruolo delle donne nelle organizzazioni mafiose, raccontando di come, a volte, le mogli e le figlie di alcuni boss svolgano un importante compito di collaborazione con le forze dell’ordine: <<Ricordo che le figlie di un capo mafia, dopo l’arresto del loro padre, invitarono la madre, anch’essa ai domiciliari, a collaborare con la giustizia, dopo aver svolto a scuola, un progetto sulla legalità.>> Queste parole testimoniano l’importanza della scuola per la formazione di cittadini pronti a combattere l’illegalità grazie allo studio e al senso civico.

La presentazione si è conclusa con l’intervento di Paolo Capuzza, poliziotto che scortava Falcone e che sopravvisse alla strage di Capaci, e con la lettura di una seconda emozionante lettera, sempre di Pietro Grasso, interpretata da Corrado Oddi, dedicata a Paolo Borsellino, dal titolo “Ciao Paolo”.

Foto di Antonio Oddi

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