Pescasseroli – Il depuratore MBR di Pescasseroli, realizzato dalla Saca spa e inaugurato nel luglio scorso, è stato al centro di un convegno di studi, organizzato dalle Università di Napoli, Palermo e Salerno, che si è tenuto a Palermo il 17 e 18 ottobre scorsi.
Relatori nel convegno sono stati Enzo Bina, Tommaso Buzzelli (Giotto Water) e Lucio Boveri (Memcor). “Siamo orgogliosi di aver testato questa tecnologia e di aver realizzato un impianto che, per usare le parole del commissario unico alla depurazione della Presidenza del Consiglio, professore Enrico Rolle, “può essere considerato un esempio a livello nazionale di alta tecnologia a servizio dell’ambiente” sottolinea Luigi Di Loreto, amministratore unico della società Saca.
Il nuovo impianto arriverà a servire, nei periodi di maggiore presenza turistica, oltre dodicimila abitanti, le presenze massime stimate tra i Comuni di Pescasseroli e Opi, consentendo di migliorare la qualità delle acque del fiume Sangro e del lago di Barrea che proprio grazie al nuovo depuratore è stato dichiarato balneabile.
I lavori, per un valore complessivo di 4,1 milioni di euro, sono stati realizzati in un contesto naturale estremamente delicato, protetto dal punto di vista ambientale e paesaggistico, a oltre mille metri sul livello del mare: per questo motivo sono state adottate tutte le migliori soluzioni per minimizzare l’impatto ambientale.
L’impianto si sviluppa quasi del tutto al coperto, dunque con un impatto limitato sul paesaggio della piana. La tecnologia utilizzata è quella di bio-trattamento a membrana: i reflui, dopo i passaggi preliminari e l’ossidazione, vengono sottoposti a ultrafiltrazione con membrane che consentono l’abbattimento di tutti gli inquinanti. Questa tecnica permette anche di ridurre i volumi del comparto biologico, quindi anche gli spazi degli impianti stessi.
Il depuratore si dota di due linee, una per le acque nere e l’altra per le acque meteoriche, consentendo il rilascio nel Sangro di acque di alta qualità, con caratteristiche notevolmente inferiori ai valori limite previsti dalle norme di settore. E’ stato progettato per funzionare in maniera modulare rispetto al carico, trattandosi di località scelte da migliaia di turisti specie nelle stagioni invernali ed estive, ma anche nei fine settimana nel corso dell’anno, con conseguenti punte di presenze e di carico da depurare.
Due impianti di sollevamento addurranno entro la fine di quest’anno all’impianto anche i liquami provenienti da Opi. Attenzione è stata riservata anche al controllo degli odori, con il trattamento dell’aria proveniente dalla linea fanghi e dai pretrattamenti.
Insomma, secondo le Università di Napoli, Salerno e Palermo, il depuratore di Pescasseroli è un esempio da imitare, per l’alta tecnologia che lo contraddistingue,