E’ una storia di “cafoni”, di soprusi e di prevaricazioni “Fontamara” portata in scena dal Teatro Lanciavicchio in coproduzione col TSA venerdì 6 dicembre alle ore 21 per la Stagione di Teatro OFF programmata al Teatro Comunale di Teramo da ACS Abruzzo Circuito Spettacolo.
Voci. E Fantasmi. Talvolta fantasmi di fantasmi. Cinque attori: danno voce a un mondo, a
un paese, ai suoi abitanti e pure ai loro carnefici. Raccontano quasi fosse un’opera sinfonica
a più voci la storia di Fontamara, dei fontamaresi, di Berardo Viola e di Elvira. Le
voci dei protagonisti si accavallano con quelle dei personaggi minori: ogni attore deve
acrobaticamente passare da un’identità all’altra. Giuvà, Matalè, il loro figlio, Marietta,
Scarpone, e poi il generale Baldissera, Papasisto, Venerdì Santo, Ponzio Pilato, Betta Limona,
l’impresario, il cavalier Pelino, don Circostanza, le mogli, i carabinieri, un prete
venduto, un sacrestano disperato…un mondo si affolla sul palcoscenico attraverso una
partitura ferrea, un’alternanza di presenze e testimonianze. Perché di testimoni si sta
parlando: quasi fossimo di fronte a un giudice, o forse al Giudizio Universale, sono tutti
chiamati a ricostruire quei giorni osceni pieni di vergogna violenza e disumano accanimento
sui più indifesi. Mano a mano che l’intreccio di sviluppa, prendono corpo le storie
dei Fontamaresi e degli abusi dei poteri forti ai loro danni. Più l’ombra incombente del
fascismo che si sposa con gli interessi dei latifondisti. E insieme, la storia dei due protagonisti
assenti, Berardo ed Elvira: in mezzo a questo concertato di voci, solo le loro
mancano. Berardo ed Elvira esistono solo nel ricordo degli altri. Eppure, qui, sono tutti
fantasmi. A parte un unico sopravvissuto: il figlio di Giuvà e Matalè. Solo lui si è salvato.
Da lui parte il racconto: se fossimo davvero di fronte a un tribunale, lui sarebbe il supertestimone,
quello da proteggere, quello da cui dipende la riuscita o meno del processo.
Lui evoca tutti i fantasmi, e i fantasmi si presentano e a loro volta i fantasmi ne generano
altri e altri e altri ancora. Fino alla fine. Fino alla strage. Fino al genocidio. Perché
di genocidio si tratta.
Nota del drammaturgo
«Torno a Fontamara 35 anni dopo il mio primo viaggio. Allora avevo 15 anni: la forza disperata
dei tre testimoni protagonisti del capolavoro di Silone non mi ha mai abbandonato.
Quello stile piano, colmo di dignità e al tempo stesso di umiliazione, l’ironia della
scrittura e la ferocia dei potenti. I privilegi dei ricchi, la loro ingordigia, la presa in giro
spietata di un mondo destinato al genocidio. Perché un genocidio è stato. Solo che allora
non avevo gli strumenti per capirlo. Quando vent’anni fa ho avuto la fortuna di lavorare
con Marco Paolini e Gabriele Vacis al Racconto del Vajont, uno dei capitoli più duri da
studiare e al tempo stesso esempio di coraggio e forza morale, è stata la lettura dell’arringa
dell’accusa, scritta dall’avvocato Sandro Canestrini, ora novantaquattrenne: ne
fece un piccolo libro, un autentico pamphlet, che intitolò Vajont:genocidio di poveri.Ecco,
tornando a Fontamara a distanza di tanti anni, e con molti chilometri e incontri belli
e tragici sulle spalle, penso che questo romanzo capolavoro sia un altro capitolo fondamentale
per chi ha deciso di raccontare quel genocidio. Ora, insieme agli attori cafoni
come si definiscono loro stessi del Teatro Lanciavicchio e ad Antonio Silvagni, provo a
portare quelle voci e quei fantasmi sul palcoscenico.»
Francesco Niccolini
dal romanzo di IGNAZIO SILONE
adattamento e drammaturgia FRANCESCO NICCOLINI (LINK)
una produzione TEATRO STABILE D’ABRUZZO (link) – TEATRO LANCIAVICCHIO (link)
con la collaborazione del CENTRO STUDI IGNAZIO SILONE (LINK)
COMUNE DI PESCINA, COMUNE DI AVEZZANO
con ANGIE CABRERA, STEFANIA EVANDRO, ALBERTO SANTUCCI, RITA SCOGNAMIGLIO,
GIACOMO VALLOZZA
disegno luci CORRADO REA
tecnica MAURIZIO DI PASQUALE
musiche originali GIUSEPPE MORGANTE
documentazione video FRANCESCO CIAVAGLIOLI
sartoria SORELLE MARCELLI
scenografia e costumi SCENOTECNICA ‘IVAN MEDICI’
regia ANTONIO SILVAGNI