Avezzano – In occasione del “Giorno della Memoria” il prossimo 27 gennaio il Teatro Off Limits di Avezzano (AQ) propone fuori abbonamento uno spettacolo ironico e crudo, per commemorare le vittime dell’Olocausto. “Jakob il bugiardo”, di Jurek Becker, sarà in grado di catapultare lo spettatore in un momento di riflessione, attraverso la forza evocativa della parola, quale grande e invulnerabile rifugio contro l’oblio Ancora una storia di piccoli uomini che gli eventi trasformano in eroi. Questa volta tocca a Jakob Himlek raccontare la sua, ebreo rinchiuso nel ghetto di Varsavia durante la seconda guerra mondiale, che con un modo particolare cerca di ridare la speranza a chi non ce l’ha più.
SINOSSI
Polonia, Seconda guerra mondiale, Jakob vive in un ghetto ebraico, in parte già liquidato ai campi di concentramento. Casualmente ascolta una comunicazione alla radio e subito diffonde la (falsa) notizia che la fine della guerra è vicina. In pochi giorni tutto il ghetto è convinto che Jakob abbia realmente una radio ed ogni giorno ogni prigioniero aspetta con ansia le sue nuove, immaginarie, notizie. Le false illusioni e le false speranze diffuse da Jakob tengono alto il morale dei suoi compagni, i suicidi cessano e non si fa altro che parlare di un’imminente sommossa, fino ad un sorprendente epilogo.
Il nostro protagonista decide di prenderci in giro fino alla fine della storia, evidenziando l’importanza delle illusioni, l’importanza di continuare a sperare anche in qualcosa che la nostra razionalità ci porta a capire che non accadrà mai.
NOTE DI REGIA
Quella di Jakob il Bugiardo è un’altra piccola grande storia di una vittima dell’Olocausto, anche se tratta temi che un poco differiscono da ciò che di solito ci viene presentato. Anche qui rivediamo l’orrore della segregazione, delle deportazioni e delle esecuzioni, ma la storia parla anche di altro. Parla di false illusioni, della forza della speranza, di sperare che le cose cambino, lasciando prevalere l’irrazionale alla razionalità. E lo fa con leggerezza, con un sorriso piccolo stampato sulle labbra.
Le fasi comiche si alternano alle fasi terribilmente drammatiche ponendole così in forte risalto: la tensione, l’ansia, l’ironia, la paura, la letizia si mescolano armonicamente in questo capolavoro terribilmente sottovalutato. E il tutto viene sorretto dalla musica, appositamente scritta per il film tratto dal libro, riprodotta rigorosamente dal vivo. In questo modo, chiunque assiste allo spettacolo viene trascinato all’interno di questa triste a amara favola contemporanea, che è il risultato di una commistione onirica di poesia e musica, che riesce a catturare lo spettatore sin dalle prime battute, e lo trasporta letteralmente all’interno del ghetto, per vivere personalmente uno dei momenti più terribili in cui è sprofondata la razza umana.