Mascherine: quali sono le principali tipologie e quando è necessario utilizzarle

In quest’ultimo periodo si è assistito ad una vera e propria corsa all’acquisto di mascherine. Ma per quali soggetti vi è realmente l’indicazione all’utilizzo delle stesse? Ecco quanto viene riportato sul sito del ministero della salute: “Per prevenire il rischio di infezione da nuovo coronavirus è prioritario curare l’igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie.
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie”.
Occorre distinguere le mascherine in due grandi categorie: da un lato abbiamo le mascherine medicali (cosiddette chirurgiche) e dall’altro i dispositivi di protezione individuali (DPI).
Le mascherine medicali sono monouso (ormai le uniche che si trovano nelle farmacie) e hanno come caratteristica quella di non diffondere il virus nell’atmosfera circostante, quindi servono ad evitare che il soggetto positivo/sospetto positivo al coronavirus diffonda il contagio, mentre non proteggono adeguatamente il soggetto sano da un eventuale contagio.
Relativamente ai DPI, esistono principalmente due tipologie di maschere filtranti in grado di ridurre quasi totalmente il rischio di contagio da coronavirus: queste sono le FFP2 e le FFP3, con efficienza filtrante rispettivamente del 92 e del 98%. Le FFP2 e le FFP3 devono essere utilizzate dal personale sanitario: vista la carenza di dispositivi l’Organizzazione mondiale della sanità nelle nuove linee guida del 27 febbraio permette in emergenza la sostituzione di DPI con mascherine chirurgiche per gli assistenti di studio, i tecnici di laboratorio, gli inservienti e i visitatori degli ospedali. Non per i medici e per gli operatori sanitari a contatto con i pazienti di COVID-19.
In questo momento vi è una massiccia richiesta di DPI da parte del personale sanitario (basti pensare che solo in Lombardia ne occorrono 300 mila al giorno) e la protezione civile ne ha centralizzato l’acquisto. Dal 28 febbraio al 7 di marzo il dipartimento ha distribuito un milione di mascherine FFP2 e FFP3 destinate al personale sanitario di tutte le regioni italiane.
Il presidente della sezione safety di Assosistema (che rappresenta in Confindustria il settore della produzione e distribuzione dei dispositivi di protezione individuali), Claudio Galbiati, in una recente intervista ha detto che “la corsa alla mascherina altro non fa che svuotare i magazzini lasciando chi ne ha veramente bisogno senza mezzo protettivo”.
In conclusione, quindi, anche in considerazione del fatto che il virus può penetrare attraverso le congiuntive degli occhi (che non sono coperte dalle mascherine), quello che occorre fare è rispettare alla lettera tutte le indicazioni per la prevenzione del contagio, più volte ripetute negli ultimi giorni e nella loncandina qui di seguito nuovamente riportate. (M. Mancinelli)

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