Coronavirus. Famiglie con bambini disabili, un’emergenza nella emergenza. Carducci: “i nostri figli non sono invisibili”

Avezzano – Dall’inizio della pandemia di Covid-19 sono stati diversi i provvedimenti del Governo di contenimento del contagio, primo fra tutti la chiusura delle scuole.

Il lockdown, iniziato l’11 marzo scorso, ha però creato notevoli disagi alle famiglie italiane non solo sulla capacità di fare fronte autonomamente alle proprie esigenze economiche ma anche nella gestione del nucleo familiare, giustamente recluso in casa.

Disagi che si sono maggiormente sentiti nelle famiglie con bambini con disabilità.

Bambini fantasma” ci dice una mamma “i bambini disabili sono stati dimenticati dal Governo durante questa grave emergenza. Da due mesi sono stati lasciati a se stessi dentro casa con i genitori e in assenza del supporto necessario di una terapia adeguata. Le famiglie si sono ritrovate improvvisamente a dover gestire una situazione familiare difficile senza sapere quando si potrà ricominciare con la logopedia, la psicoterapia e le altre terapie specifiche. Inoltre non è stata prevista neanche la possibilità di fare queste terapie on line. La mancanza di questi aiuti ha portato i nostri bambini a regredire perché non hanno potuto fare niente di quello previsto dai centri diurni di assistenza. Senza amici, senza stimolazioni, senza il contatto con gli insegnanti, senza lo sport, i nostri figli stanno perdendo, ogni giorno, l’autonomia conquistata con enorme fatica. Tutto il ritardo accumulato nell’apprendimento, nella socializzazione e nei rapporti interpersonali come si recupera?

E’ intervenuta sull’argomento anche la Presidente dell’AIPD Marsica Monica Carducciin questo delicato momento le difficoltà che stanno vivendo le famiglie con bambini e ragazzi disabili sono enormi. Purtroppo in una situazione così disagiata a tutto si pensa tranne che ad un’inclusione di questi bimbi. Il fermo totale dell’assistenza e delle terapie, la mancata inclusione scolastica e le difficoltà elevate con la didattica a distanza hanno creato diversi problemi. Comprendo la difficoltà del momento ma tra il poco e il niente avremmo preferito il poco fatto bene, vista l’importanza della continuità delle stesse. L’assistenza educativa UNA METEORA!!!! Ci hanno abbandonato. In questi due mesi non ho visto nessun politico a livello locale, provinciale, regionale, nazionale affrontare l’argomento DISABILITÀ. Noi non abbiamo mai smesso di batterci…..in trincea e da casa…..”

Ed ancora Carducci invita a riflettere sulla prossima ripresa delle attività “tanti genitori si troveranno ad affrontare il difficile argomento ripresa attività scolastiche, per non parlare della ripresa lavorativa. Nel primo caso: qualcuno si sta chiedendo come un bambino iperattivo con disabilità intellettiva potrà stare a scuola senza mascherina (impossibile fargliela tenere), senza riuscire a mantenere le distanze con gli amici, senza poter fare a meno del rapporto uno ad uno con un’insegnante….al fine di tutelare la sua salute e quella degli altri? Nel secondo caso: come farà un genitore che dovrà riprendere il lavoro a gestire il proprio figlio con disabilità….lo lascerà a casa da solo con il fratellino o con la sorellina visto che nessun altro se ne potrà occupare?……Tutti abbiamo delle difficoltà enormi che stiamo affrontando ma vi assicuro che dove è presente la disabilità le difficoltà si stanno amplificando. I nostri figli non sono invisibili.”

Lo stato di emergenza che stiamo vivendo oggi sembra purtroppo aver indebolito la rete di assistenza, di supporto e di protezione destinata alle persone con disabilità e aumentato il loro isolamento sociale. E’ un’emergenza nella emergenza che deve essere assolutamente valutata e risolta dalle Istituzioni e in previsione della imminente “fase 2” è assolutamente necessario prevedere un sostegno urgente e concreto alle famiglie dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità.

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