Capistrello – L’inquinamento del fiume Liri preoccupa la presidente dell’Associazione Amici dell’Emissario, Pina Di Domenico, che ci dice che sono sempre più ricorrenti gli episodi di inquinamento che minacciano l’equilibrio ambientale dell’alta Valle del Liri.
«Già nei giorni scorsi, come ho avuto modo di apprendere da organi di stampa, gli amministratori dei comuni di Canistro e Civitella Roveto, allertati da alcuni pescatori, avevano rilevato una colorazione anomala delle acque, provvedendo a informare le autorità competenti.»
Queste le sue parole dopo aver visto un video realizzato nella giornata di ieri allo sbocco dell’Emissario da un visitatore che lo aveva postato su Facebook. Dal video si può vedere chiaramente la fuoriuscita di acque dense, scure e schiumose, e si può ascoltare la voce indignata del videomaker che esclama.
«Guardate che schifo, Emissario del Fucino, località Capistrello!… guardate, lì si congiunge col fiume Liri.»
La presidente Di Domenico si dice preoccupata perché dopo il fermo delle attività associative, imposto dall’emergenza Coronavirus, non vorrebbe ritrovarsi con l’estate compromessa anche dall’impossibilità di poter organizzare visite e iniziative a causa dell’inquinamento delle acque.
«Questa situazione rischia di vanificare gli sforzi compiuti in tre anni dalla nostra associazione. Grazie al nostro impegno questi luoghi hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento del FAI. La nostra continua e costante opera di pungolo ha portato la Soprintendenza a trovare i fondi per il restauro dell’arco monumentale dello sbocco dell’Emissario che ha un estremo bisogno di essere messo in sicurezza.»
Sono le accorate parole della Di Domenico che come un fiume di acqua limpida in piena, continua.
«Non si può pensare di investire in cultura, al fine di preservare le testimonianze di un passato importante, che è parte di una storia da divulgare, per trasformarla in volano di attrattività turistica, e poi lasciare che il territorio e l’ambiente vengano deturpati, rendendo vane tutte quelle attività di volontariato che fanno sforzi enormi per mantenere viva l’attenzione sui nostri luoghi del cuore.» La sua chiosa finale.