La FIM-CISL chiede un incontro urgente alla Kromoss. Tre i punti essenziali sui quali il sindacato non transige

Celano – La FIM-CISL ieri ha diramato un duro comunicato stampa col quale intende chiedere alla KROMOSS S.r.l. delucidazioni sulla situazione industriale e occupazionale dell’azienda. Chiede ragguagli sulla gestione della cassa integrazione con causale Covid-19. Le osservazioni del sindacato però, non si fermano qui, ma come riporta il comunicato, riguarderebbero anche alcuni «Spunti di riflessione.»

Gli spunti di riflessione sarebbero legati alla gestione dell’emergenza coronavirus e alle politiche interne della fabbrica, compresi i livelli di inquadramento professionale, i carichi di lavoro, la sicurezza, il pagamento degli straordinari del sabato e la messa a disposizione di adeguati locali per le assemblee sindacali.

La FIM-CISL, nella sua nota, dice che, non avendo una R.S.U. all’interno dello stabilimento, nonostante un buon numero di iscritti, avrebbe preferito fare un comunicato unitario, condiviso con le altre sigle sindacali presenti nell’azienda marsicana, ma le ragioni che la stessa FIM-CISL definisce «I diversi modi di interpretare e praticare il sindacalismo e il sindacato.»  almeno per il momento, non lo consentono. Ciò avrebbe indotto l’organizzazione sindacale ad andare avanti da sola.

Sono tre i punti essenziali attorno ai quali ruotano le richieste della FIM-CISL. Il primo è relativo alla gestione degli stagisti, il secondo affronta il problema del welfare per il sostegno dei lavoratori e il terzo afferisce l’anticipazione della cassa integrazione ordinaria. Sulla questione abbiamo sentito direttamente il referente dell’organizzazione sindacale Antonello Tangredi, che ci ha dettagliato il contenuto del comunicato.

«Intanto gli stagisti della provincia, non dovrebbero partecipare all’attività produttiva.» afferma Tangredi che prosegue «Quanto meno, non dovrebbero stare con i lavoratori della Kromoss che svolgono normalmente la propria attività. Invece proprio gli stagisti, sono stati richiamati a lavorare in azienda a discapito dei dipendenti della ex cooperativa, per i quali, il rientro in fabbrica, sarà sempre più dilazionato nel tempo.»

La conseguenza di ciò, per la FIM-CISL, è il venir meno del rispetto dell’Accordo di Prossimità. «A questo punto, l’accordo dovrebbe essere disdettato, tenuto conto che, è vietato far lavorare qualcuno, pagato dallo Stato, per conto di un privato.» È scritto nella nota stampa. «La cooperativa ha un contratto di prossimità che è una soluzione che ci siamo inventati noi della FIM, poi si è agganciata anche la Uilm, e, in alcuni altri insediamenti produttivi in Italia, anche la FIOM.» dice Antonello Tangredi.

«In buona sostanza» continua Tangredi. «Per superare i limiti del decreto dignità abbiamo pattuito che i contratti scaduti dopo dodici mesi, potessero essere richiamati nell’arco di 2/3 giorni, perché trascorsi i dodici mesi, un’azienda che aveva questi lavoratori da 2/3 anni, in applicazione di questa benedetta legge voluta dal M5S, o li stabilizzava, o li mandava a casa. Molti lavoratori della cooperativa, pur essendo stagionali, avevano sempre lavorato per Kromoss, e sono lavoratori affidabili, conoscono il lavoro, ma sarebbero rimasti a casa. Quindi abbiamo trovato un punto di mediazione che è L’Accordo di Prossimità

«Vogliamo parlare del contratto nazionale?» continua il sindacalista, illustrando la nota «Per il 2019 e il 2020, il contratto riconosce 200 euro a titolo di welfare, che vuol dire, avere dei buoni spesa, per esempio. Questi andavano spesi entro il 31 maggio ma i lavoratori non li hanno mai ricevuti. Vogliamo parlare dell’inquadramento professionale? Il contratto stabilisce che dopo 18 mesi, il lavoratore, dal secondo livello passa al terzo. Qui invece, c’è gente che da anni resta allo stesso livello.»  Tangredi dice che l’elemento di perequazione che scatta ogni anno a giugno, in termini finanziari, quando non c’è l’avanzamento di livello, è stato completamente ignorato.

E veniamo alla cassa integrazione ordinaria. Nella nota della FIM-CISL è riportato «Questa è l’azienda che poco meno di due mesi fa, in piena cassa integrazione, diceva, Urbi et Orbi, con tanto di intervista sulla stampa – Il messaggio che voglio dare ai miei dipendenti è che nessuno verrà lasciato indietro e siamo pronti ad aiutare chi si trova in difficoltà, non appena ne avremo la possibilità.» E prosegue ironicamente.

«La Kromoss, vuole talmente bene ai suoi dipendenti che, durante la cassa integrazione, si è opposta, a mettere le firme sui moduli dedicati, dopo l’accordo fra Abi e Sindacato, avvenuto sotto l’egida del Governo. Servivano le firme del datore di lavoro su apposita documentazione che l’azienda avrebbe dovuto inoltrare alla banca di riferimento del dipendente, il tutto garantito dal Tfr, ma la Kromoss, non lo ha voluto fare.»

Il comunicato poi conclude «Si potrebbero riempire ancora tante pagine di cose che i dipendenti subiscono ogni giorno senza la possibilità di ribellarsi, perché la Kromoss è la loro unica opportunità di lavoro, ma per fortuna, qualcosa nel meccanismo perverso messo in piedi dall’azienda, pare si stia irreversibilmente rompendo.» Al termine, si informano i lavoratori che sarà convocata un’assemblea, subito dopo l’incontro che si terrà in Confindustria, presumibilmente dopo il 10 giugno.

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