Avezzano – È il punto 4.1 della Nota Integrativa dell’ultimo bilancio approvato, quello dove l’azienda parla della sua naturale esposizione ai rischi socio-ambientali connessi alla fabbricazione di circuiti integrati a semiconduttori wafer al silicio. La società dichiara che tra i suoi obiettivi primari rientrano, oltre la tutela della salute e la sicurezza del personale, anche la salvaguardia ambientale.
In particolare, nel punto 4.1.2, LFoundry dice che dal procedimento del riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte dell’autorità competente, scaturì, nel novembre 2018, in sede di conferenza dei servizi, un parere favorevole al rilascio di una nuova autorizzazione. Da quella volta però non sarebbero più stati fatti progressi per il rilascio di nuove autorizzazioni.
«Al contrario.» è scritto nella Nota Integrativa «Il Commissario Prefettizio della Città di Avezzano ha rilasciato una prescrizione alle società del Consorzio Industriale, chiedendo di reindirizzare tutto lo scarico industriale dell’acqua, dal fiume al depuratore municipale. Il problema è stato inoltrato a tutte le autorità pubbliche competenti, ma la prescrizione principale della Città non è applicabile a LFoundry a causa dell’insufficiente capacità del depuratore municipale.»
«Grazie all’efficace e comune lavoro da parte della società e degli uffici delle pubblica amministrazione coinvolti.» prosegue la Nota Integrativa «Il 10 marzo 2020 la LFoundry ha ricevuto la formale autorizzazione allo scarico da parte dell’Ente Regionale Arap, chiudendo di fatto la prescrizione. Nella prima metà dell’anno, la società è stata sottoposta a una verifica di conformità ambientale da parte dell’autorità pubblica che si è conclusa con parere positivo.»
Particolare curioso quello della verifica di conformità ambientale, perché in un’intervista rilasciata a TerreMarsicane dal dottor Menna dell’ARAP, proprio una decina di giorni fa, lo stesso, confermando l’autorizzazione richiamata da LFoundry nella Nota Integrativa del bilancio, aveva dichiarato che le analisi agli scarichi dell’azienda, sarebbero state effettuate con cadenza mensile, mentre LFoundry riferisce di aver avuto una sola verifica da parte dell’Autorità pubblica nei primi sei mesi del 2020.
Fra le altre cose, il dottor Menna, nello stesso articolo, aveva parlato di autorizzazione speciale per LFoundry a scaricare le acque di processo depurate nel fosso 1, nella canaletta che scorre lungo via Galileo Galilei, in quanto la loro portata non sarebbe stata compatibile col collettore fognario, risalente agli anni ‘70. Menna non aveva parlato quindi, di insufficiente capacità del depuratore, come invece riporta LFoundry nella Nota Integrativa del suo bilancio.
Il depuratore in questione, fra l’altro, dal gennaio del 2020, non è più di competenza ARAP ma è passato in gestione al CAM. Il direttore tecnico del Consorzio Acquedottistico Marsicano, l’ingegner Leo Corsini, intervistato da TerreMarsicane sull’argomento, ha riferito che il CAM continua a occuparsi soltanto di depurazione civile, non tratta affatto gli scarichi industriali.
Intanto è di appena un paio di giorni fa la nota inviata agli enti preposti e recapitata alla stampa da RLS ed RSU LFoundry Avezzano, Fim- Fiom-Uilm e Failms con la quale si richiede un intervento urgente in relazione ai nauseabondi e persistenti odori che, stando a quanto riferito dalle rappresentanze sindacali, provocano bruciore alle vie respiratorie peggiorando le condizioni di lavoro.
«Da settimane lavoriamo in presenza di questi odori provenienti dall’esterno, e più precisamente dalla zona sud/sud-ovest, che più volte, durante il turno lavorativo, obbliga molti dipendenti a ricorrere alle cure presso l’infermeria aziendale.» Queste le parole nella nota.
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