Capistrello – Nei giorni scorsi la nostra redazione ha ricevuto l’invito da parte della Protezione Civile di Capistrello che voleva dare voce ad alcune considerazioni sulla situazione che vive, rispetto alle possibilità che ha di crescere, in termini di capacità operativa, per garantire un supporto di qualità in caso di calamità naturali. Ne abbiamo parlato con Cristian Tiberti, referente e socio storico dell’associazione di volontariato.
Allora Cristian, come siete organizzati?
«Abbiamo una sede, abbiamo un gruppo di persone ma per essere più operativi ci vorrebbe qualcosa in più.»
Cosa vi manca per garantire l’operatività in caso di calamità?
«Per essere operativi, occorre innanzitutto un mezzo, un fuoristrada, un mezzo polivalente che ci consenta di muoverci e caricare materiali e attrezzature per gli interventi.»
Facciamo un esempio. Nel caso di incendio, come intervenite?
«Prima di tutto, non tutti possono improvvisarsi “squadra antincendio”, nella maniera più assoluta. Soltanto personale formato può collaborare a un’operazione di questo tipo, per questo occorrono risorse anche per la formazione. Al di là della buona volontà, può accadere che chi interviene senza avere un’adeguata formazione, rischia non solo di mettere a repentaglio la propria vita, ma anche quella degli altri.»
Immagino che l’attuale amministrazione comunale sia al corrente dei problemi che vi impediscono di garantire un’operatività adeguata.
«Si, abbiamo più volte chiesto, sia verbalmente che per iscritto, un sostegno, ma ci è sempre stato risposto che il comune non ha risorse da darci.»
Perché non vi siete rivolti all’assessorato di riferimento della regione?
«Non possiamo farlo perché pur essendo costituiti come associazione, pur essendo iscritti all’albo regionale, non abbiamo mezzi e attrezzature minime per poter stipulare una convenzione con la Regione.»
In questi anni vi è capitato di collaborare anche con altri comuni?
«Abbiamo collaborato con la protezione civile di Avezzano, curando gli aspetti della sicurezza e il distanziamento delle persone in occasione del disinnesco di un ordigno bellico a Luco dei Marsi, ma in ogni caso, più di tanto non possiamo fare senza equipaggiamento, attrezzature e mezzi adeguati.»
Della protezione civile fa parte anche il vice sindaco, Angelo Stati, quindi conosce le vostre difficoltà?
«Anche un altro assessore fa parte della nostra associazione è la Silvestri Antonella.»
Bene, questo vuol dire che l’amministrazione comunale tocca con mano i problemi e le difficoltà che mi stai rappresentando.
«In tutta onestà il loro intento di venirci incontro lo dimostrano, almeno a parole. Però sembrerebbe che non ci sono disponibilità da destinare per questa esigenza. Io penso che se si crede in qualcosa, le risorse per realizzarla sia trovano.»
Quanti sono gli iscritti alla sezione della Protezione Civile di Capistrello?
«Circa una ventina. Quelli operativi siamo un po’ di meno perché non tutti possono vantare la partecipazione completa ai corsi previsti per la formazione. Torniamo sempre alle risorse che mancano. Senza quelle, anche la formazione viene meno.»
Che genere di interventi fate?
«Nel nostro piccolo siamo riusciti a garantire il nostro supporto nelle situazioni di emergenza. La grande nevicata è stata una di quelle, ma anche quando ci fu l’alluvione con allagamenti di cantine e abitazioni.»
Voi siete tutti volontari vero?
«Certamente! Questo non va mai dimenticato. Siamo sempre intervenuti come volontari, anche in situazioni che hanno fatto meno notizia, come lo sgombro di strade invase dai rami o tronchi di alberi, il tutto con l’ausilio di mezzi e attrezzature personali. Però la nostra volontà ha bisogno di essere riconosciuta con azioni concrete e di supporto da parte delle istituzioni. Chiediamo solo questo, una mano tesa nei confronti di chi da una mano alla comunità.»