Avezzano – Nicola Stornelli è il candidato sindaco di Avezzano Bene Comune, una lista civica con una marcata connotazione a sinistra essendo sostenuta da Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. Stornelli è un insegnate precario di storia e filosofia che vuole rappresentare, insieme alla sua lista, le istanze delle fasce più deboli della popolazione con il loro carico di rivendicazioni alle quali, spesso, non riescono a dare voce.
«Il nostro è un laboratorio politico in cui sono presenti Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, ma non sono le uniche realtà presenti. Ci proponiamo di ricostruire un campo, ben definito, di tutto ciò che sta a sinistra del Partito Democratico. Siamo alternativi al PD che riteniamo, essere diventato un partito liberal democratico.» Queste le parole di esordio di Stornelli, nell’intervista rilasciata alla nostra redazione.
Anche il PD appoggia una lista civica!
«Loro appoggiano Mario Babbo, una lista civica con sensibilità di varia estrazione, noi abbiamo al nostro interno componenti di Potere al Popolo, di Rifondazione e altri, ma tutte accomunate dalla stessa matrice di sinistra. È un laboratorio politico della così detta sinistra radicale.»
Ma lei non aveva definito le liste civiche, più ciniche che civiche?
«Si, esattamente, ma mentre nelle altre liste trovano spazio candidati dalle posizioni politiche più disparate, all’interno della nostra, ci sono solo candidati di sinistra coerenti con un sentimento ideale di area.»
Questa sarebbe la discriminante che vi ha impedito di confluire nella coalizione di centrosinistra?
«Esatto! Noi riteniamo di essere, senza nessuna presunzione, l’unica vera espressione di sinistra in questa tornata elettorale. L’unica forza che propone istanze di sinistra.»
Su cosa, la vostra proposta, risponderebbe meglio rispetto all’offerta politica della coalizione di centrosinistra?
«Dal punto di vista del programma amministrativo siamo una lista che guarda molto al sociale e ai temi legati all’ecosostenibilità. Abbiamo una visione della città che mette al primo posto chi vive una condizione di disagio e di subalternità.»
Abbiamo visto il passo indietro dell’ingegner Di Cintio e il suo appoggio pubblico alla coalizione di Gianni Di Pangrazio, voi avrete quello del M5S?
«No! Assolutamente. Noi correremo da soli, non abbiamo alcun legame col M5S.»
Siamo realisti, puntate ad avere una rappresentanza in consiglio comunale.
«Corriamo con una sola lista e siamo perfettamente consapevoli del fatto di non poter aspirare ad avere il sindaco, ma siamo anche consapevoli dei nostri mezzi, e siamo convinti di una proposta che ha un suo valore, per cui siamo certi di poter puntare ad avere un consigliere in consiglio comunale.»
Per ciò che concerne le crisi industriali e l’occupazione qual è la vostra ricetta? Le criticità della LFoundry, per esempio, sono sotto gli occhi di tutti.
«Per quanto riguarda LFoundry, sarebbe il caso che l’azienda chiarisse le proprie intenzioni. Ci vuole chiarezza sul piano industriale perché sembrerebbe che navighi un po’ a vista. Per il resto combattiamo contro la precarizzazione del lavoro.»
Lei prima ha parlato di ecosostenibilità, che idea si è fatto sulle recenti vicende che hanno riguardato il nucleo industriale, con i fenomeni di inquinamento, rispetto ai quali, la magistratura avrebbe individuato la responsabilità di qualche azienda.
«Non avendo elementi certi, per una questione di correttezza e di serietà, riterrei inopportuno esprimermi.»
Lei ha detto che il sociale è il pezzo forte del vostro programma, può spiegarcelo meglio?
«Abbiamo ritenuto prioritari argomenti come la sanità, l’edilizia popolare legata alla contemporaneità delle necessità abitative di coppie separate. Oggi padri e madri separati si ritrovano da un giorno all’altro senza un tetto sulla testa, e spesso, anche senza un lavoro. Di punto in bianco si precipita nel baratro dell’indigenza o del disagio. Sulla sanità diciamo basta alle continue espoliazioni subite dal pubblico a favore del privato. E sul lavoro, siamo fermamente contro il precariato.»
Sulla sanità è ancora in corso un serrato dibattito sull’opportunità di usare o meno il MES. Voi come la pensate?
«Noi non condividiamo affatto le posizioni di questa Europa dei banchieri e dei burocrati, non condividiamo le sue politiche neoliberiste, ma ben vengano risorse destinate alla sanità pubblica, anche se siamo consapevoli che ben difficilmente ciò accadrà.»
Di Pangrazio nel corso della presentazione della sua coalizione ha ribadito la necessità di un comitato Marsica composto dalle istituzioni, dalle migliori professionalità e energie, per decidere come impegnare le risorse del Recovery Found, se sarete chiamati a partecipare, ci sarete?
«Innanzitutto, vediamo quale sarà l’esito elettorale. In ogni caso, ogni iniziativa che mette al centro le esigenze del territorio, la guardiamo di buon occhio. Fare sinergia per il bene comune è sempre una cosa positiva, non a caso, noi di Avezzano Bene Comune, abbiamo questa visione della città.»
L’altro candidato, Genovesi, ha impostato la campagna elettorale prevalentemente sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Qual è il vostro approccio su questi argomenti?
«Sugli immigrati rifiutiamo categoricamente tutte quelle posizioni strumentalmente manipolatorie che vorrebbero fare dell’immigrato il capro espiatorio di ogni situazione di esasperazione sociale. Come pure siamo contrari alla finta solidarietà, che specula sulla sua condizione di disagio. Per noi l’accoglienza e l’integrazione, devono avere sia un fondamento giuridico che umano. La nostra è una posizione terza.»
E in merito alla sicurezza? Non possiamo sottacere i fenomeni di micro e macro criminalità!
«Certo! È un problema che esiste e che può essere affrontato meglio razionalizzando l’impiego delle forze dell’ordine. In tutto questo, il mantenimento del tribunale di Avezzano è certamente un segnale forte di presidio della legalità e di contrasto alla micro e macro criminalità.»
Come certamente saprà, i casi di covid accertati nelle strutture di accoglienza di Civita d’Antino e Canistro, hanno fatto scattare il riflesso condizionato, immigrato, uguale covid, che idea si è fatta?
«Tentare di far passare gli immigrati come untori ha suscitato in me una grande indignazione.»
Però si sarà chiesto come mai la Asl abbia certificato la buona salute di queste persone, alcune delle quali, dopo tre giorni, sono risultate positive.
«L’ho detto prima. Su questo argomento siamo terzi, rispetto a centrodestra e centrosinistra. Questo vuol dire che se qualcosa non ha funzionato, qualcuno se ne deve assumere la responsabilità.»
Babbo sta connotando il programma elettorale della sua coalizione parlando molto di cultura come elemento di rilancio della città. Cosa ci dice su questo argomento?
«Noi abbiamo una visione di città in cui i giovani possano esprimere al meglio le loro istanze usufruendo di spazi dedicati. Proponiamo un migliore utilizzo di Palazzo Torlonia, Castello Orsini, così come del teatro dei Marsi. Siamo per il completamento della ristrutturazione dell’Aia dei Musei e siamo per il potenziamento della biblioteca comunale con la promozione di eventi e seminari. In particolare, occorrerebbe spingere sulla promozione del territorio incentivando la richiesta di finanziamenti destinati all’individuazione di location che si prestino alla realizzazione di eventi cinematografici.»
Avezzano è anche una città territorio la cui economia è caratterizzata dell’agroalimentare. Quali sono le vostre idee su questo settore strategico?
«Parliamo di 16.000 ettari di territorio di cui 14.000 coltivati. La nostra idea è un sostegno robusto al comparto, più di quanto non sia accaduto in passato. Oltre a questo, è necessaria una razionalizzazione della risorsa idrica. Poi c’è il tema dei salari dei braccianti, che vanno tutelati sia sul piano giuslavoristico che su quello dell’equità, sia che si tratti di residenti locali, o di immigrati nordafricani.»
Un po’ tutti i candidati sindaci hanno rappresentato Avezzano come città territorio. Gli studenti di tutta la Marsica trascorrono parte della loro giornata nei vari plessi scolastici della città. Come pensa andrebbe gestita la situazione, se a settembre la curva pandemica risalisse, al netto delle decisioni del governo?
«Un’amministrazione dovrebbe tener conto quotidianamente di ciò che accade. Quando si ha a che fare con un’emergenza, immaginare un piano a lunga gittata diventa pressoché impossibile. Occorre saper esercitare una grande capacità critica per capire i passi da fare, ma una soluzione certa in una situazione mutevole e variabile giorno per giorno, credo sia quasi impossibile averla. Ci vuole molto buon senso, il che vale a dire destinare risorse alla sanità e alla scuola pubblica per non trovarci impreparati.»
Un’ultima domanda che per la prima volta faccio a un candidato sindaco, visto che lei è il primo a cui la rivolgo. Taglio dei parlamentari, qual è la sua posizione sul referendum?
«Siamo nettamente per il No perché siamo per la difesa della democrazia e per la salvaguardia del principio di rappresentanza.»