L’ASD Pucetta è lieta di annunciare che Riccardo Iafrate è un nuovo giocatore gialloblù. Iafrate non ha bisogno di presentazioni. Classe ’97, nasce come difensore centrale e si mette in mostra negli Allievi regionali e nazionali della Roma. Passa poi alla primavera del Frosinone dove, sotto la guida di Federico Coppitelli, il tecnico che ha riportato nel 2019 il Toro Primavera a vincere la Supercoppa Italiana contro l’Inter, gioca per sei mesi prima di approdare all’Avezzano in Eccellenza. Torna ancora alla Primavera del Frosinone prima di approdare a L’Aquila in prestito. Da lì chiude con il calcio italiano e si trasferisce negli States, ad Albany nello Stato di New York dove, proprio come il suo attuale compagno di squadra Michele Venditti che studia però nel Connecticut, inizia a frequentare Business Administration e ottiene una borsa di studio per giocare a calcio nel College.
Anche Iafrate è tornato in Italia a seguito del Covid che ha colpito l’intero pianeta, ed è così che il dg Ugo Petitta ha pensato bene di tesserarlo e metterlo a disposizione di mister Corrado Giannini. “Qui a Pucetta mi trovo benissimo. La squadra è eccezionale ed il livello è notevole.” Esordisce così Iafrate, raccontando il primo impatto con i suoi nuovi compagni di squadra. “Mi sembra di giocare qui da tanto, perché sono stato accolto benissimo e mi sembra di essere in una famiglia. Ringrazio per questo i compagni, la società e il mister, perché mi hanno accettato senza problemi e mi hanno fatto sentire subito parte del gruppo. Il mio obiettivo? Vincere il campionato.”
Parlando del suo recente passato negli States, Iafrate dice: “Sono andato in America nella seconda metà del 2017. Lì il calcio è molto più fisico e un po’ meno tattico. Dove gioco io, nella squadra del College, il livello può essere paragonato a quello delle squadre Primavera italiane, anche perché le società della MLS non hanno il settore giovanile, ma attingono direttamente dai college. Ho scelto di andare via dall’Italia perché purtroppo il calcio nel nostro Paese è comandato da soggetti che fanno passare la voglia di giocare a calcio. Purtroppo oggi il nostro è un sport sporco, gestito da agenti e procuratori, cioè da figure che sono fuori il campo da gioco e che quindi ne sanno poco. Ora comunque sono contento di riprendere qui al Pucetta perché qui si respira veramente un aria sana e non vedo l’ora di togliermi delle belle soddisfazioni.”