AVEZZANO – Ha avuto inizio mercoledì 30 settembre, all’ora di pranzo, l’offensiva mediatica delle truppe leghiste, che hanno iniziato a bombardare le redazioni dei giornali con dichiarazioni al napalm, incendiando immediatamente il dibattito politico.
«Con Di Pangrazio di nuovo a palazzo di Città dopo la bocciatura del 2017, gli avezzanesi si dimenticheranno del Tribunale e del nuovo ospedale. Con il candidato sindaco di sinistra, camuffato da civico, Avezzano sarà isolata politicamente e nessuno ascolterà le ragioni del sindaco.» Queste le parole dell’avvocato Alfredo Iacone, coordinatore della campagna elettorale di Tiziano Genovesi, che ha poi rincarato la dose.
«La distanza con L’Aquila aumenterà. Con Genovesi e il Centrodestra al Comune, il patto con i cittadini è chiaro: il nostro territorio avrà un rilancio sicuro anche con i collegamenti con la Regione, lo Stato centrale e l’Unione europea. Bisogna voltare pagina e mandare ad amministrare la Città, un giovane e una coalizione, quella di Centrodestra, che ci hanno messo la faccia e che taglieranno con le pratiche del passato basate su lobby e personalismi.»
Passano 24 ore, giusto il tempo di organizzare la controffensiva, ed è Eleuterio Simonelli a sventagliare la prima gragnuola di colpi contro gli avversari. «Iacone umilia Avezzano e l’intera Marsica. Non può tollerarsi una forma, neanche troppo elegante, di intimidazione che umilia la città di Avezzano e la Marsica intera.» Simonelli non lesina il suo disappunto, sulle dichiarazioni del collega, ritenute strumentali.
«Iacone si è dimenticato di dire che quanto licenziato/proposto dalle assise regionali, che dovrà trovare l’approvazione del Parlamento Nazionale (di colore politico diverso), altro non è, che un provvedimento elaborato dagli avvocati del Foro di Avezzano, con il concorso dei commercialisti della Marsica e di tutte le forze vive del territorio.»
«È un lavoro fatto dai colleghi Mario Petrella, Roberto Di Pietro, Fabiana Contestabile, dal dott. Valerio Dell’Olio e tanti altri che non può essere così svilito. Sono certo che in Regione ciò si sa bene.» continua Simonelli nella sua replica
«Iacone ha dichiarato che il Tribunale, tra quelli a rischio soppressione per la riforma nazionale, verrà salvato solo se gli avezzanesi voteranno il suo candidato, perché la Regione è a trazione centrodestra. Ma stiamo scherzando! Niente di più sbagliato. Il Tribunale deve salvarsi, non perché la Regione è governata da questo a da quel polo, ma per la sua precipua, indispensabile e irrinunciabile funzione. Iacone stia tranquillo, in Regione ci sono persone intelligenti e gli avezzanesi non cadranno nel tranello elettorale.»
Passa appena mezz’ora e Genovesi esce allo scoperto. «La governabilità del Comune di Avezzano, è già a forte rischio. Di Pangrazio, con il suo raggruppamento di sinistra camuffato da civico, è già prima del ballottaggio, ad un pericoloso livello di litigiosità. Ha consiglieri non strutturati, che stanno operando piccoli ricatti, e che quindi, sono già schegge impazzite.» questo il tenore della controreplica, sparata ad alzo zero.
«Avezzano non può permettersi un altro anno e mezzo di commissariamento, dopo la caduta del sindaco De Angelis, proprio per spaccature e faide interne alla coalizione. Noi siamo un blocco coeso e granitico, molto motivato ad amministrare per il bene della collettività, mettendo da parte i desiderata personali e lobbistici.»
«Di Pangrazio.» continua Genovesi «È isolato, ha consiglieri civici dai quadri di partito e senza alcun vincolo di coerenza con il mandato elettorale. Il sottoscritto e il Centrodestra, non sono, solo il Cambiamento generazionale, nei metodi amministrativi e politici, ma anche l’assicurazione che si governerà per cinque anni, per ripresentarci davanti agli elettori per avere il lasciapassare per altri cinque.»
Ancora mezz’ora e arriva Fabio Bisegna, coordinatore della sede elettorale di Genovesi, a dar man forte al candidato sindaco leghista, facendo sapere pubblicamente che in questi giorni, numerosi esponenti di Forza Italia, si sono incontrati con Genovesi per parlare di ricompattamento della coalizione e della necessità di fare quadrato per non consegnare la Città alla sinistra.
«Abbiamo un’occasione storica.» dice Bisegna «Far uscire Avezzano dall’isolamento amministrativo e politico e porre le basi per il rilancio, evitando la iattura di una amministrazione di sinistra guidata dal civico camuffato, Giovanni Di Pangrazio.»
Nel fuoco incrociato fra le opposte fazioni, si inserisce l’avvocato Carmelo Occhiuto, che stigmatizza le dichiarazioni di Iacone e definisce superficiali i continui riferimenti di Genovesi alla così detta filiera istituzionale.
«Mai nella storia di questa città avevamo visto calpestare il principio di leale collaborazione tra livelli istituzionali. È una posizione paradossale ed arrogante che richiederebbe una ferma smentita da chi di competenza. Cosa accadrebbe se tutti adottassero la logica “Iaconiana” e leghista? Il governo nazionale non dovrebbe dare fondi all’Abruzzo perché è Regione di colore politico diverso?» Questa la chiosa di Occhiuto.
Verso le 16.30 del pomeriggio del 1° ottobre risuonano i colpi dell’artiglieria pesante. Scendono in campo il presidente della Regione Abruzzo, Marsilio, il coordinatore regionale della Lega, D’Eramo, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Etel Sigismondi, più altri referenti di spicco della coalizione, per sottoscrivere il patto.
Un vero e proprio contratto con gli Avezzanesi che, nelle intenzioni dei firmatari, dovrebbe confermare l’impegno della Regione Abruzzo a favore di Avezzano per la realizzazione del nuovo ospedale, per la difesa del tribunale a rischio soppressione secondo la riforma nazionale, sospesa fino a febbraio 2022, e per il rilancio dell’interporto.
Genovesi, spalleggiato dai suoi generali, punta il mirino verso Di Pangrazio e fa fuoco. «Non può permettersi, il sindaco di centrosinistra, Giovanni Di Pangrazio, che ha fatto un’accozzaglia di liste civiche attraverso una campagna acquisti, promettendo primariati e assessorati, cacciando dossier fasulli, minacciando persone. Avezzano ha bisogno di un sindaco di centrodestra, sostenuto da una squadra compatta, giovane e capace, che possa lavorare in filiera con la Regione, il Parlamento e la Unione Europea.»
«Nessuna fatica a sottoscrivere questo documento.» ha detto Marsilio «Una buona parte delle cose che sono qui scritte le stiamo già facendo e le continueremo a fare chiunque sarà il sindaco di Avezzano. Il nostro impegno prescinde dal colore politico di chi siede sullo scranno di sindaco. Ma con altrettanta chiarezza sono qui a dare a pieno sostegno politico e personale a Genovesi, perché sarà molto più agevole collaborare con un sindaco con cui ci sarà una condivisione di valori e principi politici, a capo di una coalizione coesa, capace di progettualità, senza imboscate della listarella di turno. Questo sarà determinante per governare. Nove volte su dieci il civismo nasce da ambizioni personali.»
D’Eramo ha aggiunto «Ad Avezzano ci troviamo di fonte ad un appuntamento con la storia: si confrontano e si scontrano due modelli culturali e di vita, ovvero il nuovo contro il vecchio, la libertà contro l’oppressione, la meritocrazia come valore contro la raccomandazione sistematica, l’amministrazione della concretezza contro l’amministrazione del necessario per pochi.» quindi ha concluso.
«Genovesi è l’unica possibilità di cambiamento, il voto va oltre gli schieramenti politici. E infatti mi rivolgo anche agli elettori della sinistra, che ad Avezzano ha tradizione importante, si pensi a Mario Spallone, che abbiamo sempre rispettato. Oggi la sinistra non può assumere il volto di Di Pangrazio, sarebbe mortificante.»
Etel Sigismondi ha ringraziato Genovesi per come ha condotto la campagna elettorale. «Oramai lui non è più il candidato del solo centrodestra, ma di tutta la città. A Di Pangrazio dico non esiste in politica il ‘ritenta sarai più fortunato’. È stato già sindaco ed è stato già sonoramente bocciato dai cittadini nel ballottaggio del 2017, basta perdere tempo.»
Le schermaglie non si placano, al contrario si fanno sempre più serrate con Lorenzo Di Cesare che, tira in ballo, Cetto la Qualunque, per replicare a Genovesi sui presunti fondi nel bilancio comunale, indicati dal candidato della Lega, che Di Cesare afferma essere inesistenti.
«Posso affermare, conoscendo bene tale bilancio, che tali fondi non ci sono. Utilizzando la ‘filiera’ politica che ci sarebbe con la Regione assistiamo poi a promesse di fondi per erigere il nuovo ospedale. C’è da chiedersi, il Presidente Marsilio garantisce questi fondi solo ad una Avezzano governata da un’amministrazione Genovesi? Evidentemente no, questi fondi o ci sono o non ci sono e non potranno essere condizionati alla persona che ricoprirà la carica di sindaco, se mai sono condizionati alla capacità di saper fare un bilancio e di saperli spendere.»
Di Cesare poi conclude «In una campagna elettorale ove temi, proposte serie e concrete si sono ascoltati solo da Di Pangrazio, i cittadini si sono sentiti chiamare, dall’avversario politico, accozzaglia. Segno che, oltre agli insulti e ai like su beceri commenti come quello della tanica di benzina, il candidato avversario di Di Pangrazio non ha argomenti su cui potersi confrontare e da proporre alla città.»
Nel pomeriggio arriva sul fronte avezzanese, a tirare su il morale alle truppe leghiste, anche Andrea Crippa, deputato e vicesegretario federale della Lega. «Proviamo a raggiungere un risultato storico. Qualche mese fa non ci avrei creduto, ma evidentemente se una cosa si può sognare, si può fare. E ora siamo a un passo dalla vittoria.»
Ormai la misura è colma, e allora il comandante in capo dell’altro schieramento, Gianni Di Pangrazio, fa sentire la sua voce. «Basta prese in giro. È la terza volta che firmano lo stesso protocollo elettorale.» afferma alludendo alla firma del patto messa in scena dal centrodestra.
«Sono un uomo delle istituzioni. La mia scelta di rimanere libero dai partiti è maturata anche a seguito di un dato palese e impattante. Le forze politiche, spesso, calpestano le più elementari regole di rispetto per recuperare un po’ di consenso. Credevo che questa campagna elettorale, per molti versi simile a quella del 2012, avesse toccato il punto più basso con le dichiarazioni del coordinatore leghista Iacone, il quale testualmente ha affermato: o noi, o scordatevi Tribunale ed Ospedale.»
«Pensavo che quella forma di ricatto, non rivolta a me ma alla popolazione marsicana, sarebbe rimasta una grave caduta di stile. Oggi, invece, ha avuto un seguito inopportuno nel disperato tentativo di recuperare voti. Come nelle ultime occasioni elettorali, per la terza volta, il Presidente della Regione Marsilio è venuto a firmare il Protocollo elettorale.»
«Si tratta» continua Di Pangrazio «Di un insieme di promesse già smentite, fino ad ora, dai fatti e presentate con il fine di convincere gli elettori avezzanesi a ‘digerire il menù indigesto’ cucinato dalla Lega aquilana. Dopo aver umiliato la sanità della Marsica e l’agricoltura (facendo sparire i 50 milioni già previsti per il Fucino), si prende in giro l’intelligenza di 43.000 abitanti con un uso strumentale e scorretto del ruolo istituzionale.»
Le ultime granate di una giornata combattuta senza esclusione di colpi per conquistare qualche centimetro di consenso vengono fatte esplodere dal quartier generale di Genovesi che fa sapere che terminerà la sua campagna elettorale visitando quartieri e frazioni e facendo incontri in una mensa popolare e in una residenza per anziani.
«Mentre gli altri fanno le passerelle elettorali in mezzo a radical chic e rappresentanti di lobby esclusive come nella migliore tradizione della sinistra, il Centrodestra chiude questi straordinari 4 mesi di lavoro e di instancabile ascolto sul territorio, dando la priorità ai più fragili e alle categorie sociali che non sono mai state ascoltate dalle precedenti amministrazioni.»
Ormai è sera inoltrata, l’eco dei colpi di qualche cecchino, risuona ancora fra le vie della città, ma ormai tutto volge al termine. Lunedì, nel tardo pomeriggio, ognuno potrà finalmente rimettere a posto l’uniforme da campagna elettorale, e tutti torneranno alla realtà vera.
Qualcuno gioirà per aver contribuito a far eleggere il suo sindaco e qualcun altro rimarrà deluso per non esserci riuscito. È il bello della democrazia. Ci sarà un nuovo sindaco che sarà il sindaco di tutta la città. E ci sarà il ricordo delle passioni e delle emozioni vissute.
Ci saranno i mille volti incontrati e le tante persone nuove conosciute. La politica è anche questo, e viverla secondo questa dimensione, arricchisce nella misura in cui, il confronto con gli altri, diventa l’occasione per conoscere meglio se stessi.