L’Aquila – Questa mattina si è svolta a L’Aquila la conferenza stampa del Pd L’Aquila sulla Sanità. Presenti Stefania Pezzopane (Deputata Pd), Pierpaolo Pietrucci (consigliere regionale Pd), Stefano Palumbo (capogruppo Pd L’Aquila), Stefano Albano (consigliere comunale e responsabile Sanità Pd Abruzzo), Eva Fascetti (dirigente Pd e dirigente medico radiologo). Di seguito il Documento attuale gestione pandemia Covid-19 del PD L’Aquila:
La situazione dell’epidemia Covid-19 nel nostro territorio è pressoché fuori controllo.
Paghiamo mesi di leggerezza, sottovalutazione del rischio, di tranquillità sparsa a piene mani, di richieste di deroga per lo svolgimento di manifestazioni e di facili ironie su chi richiamava al rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza sanitaria.
SCELTE ED ATTEGGIAMENTI ANCHE IDEOLOGICI!
Regione Abruzzo, Asl n.1, Comune dell’Aquila, nei mesi estivi hanno avuto a disposizione risorse e tempo per predisporsi ad affrontare un possibile ritorno della pandemia, che la comunità scientifica e il governo avevano segnalato
NULLA E’STATO FATTO!
Ci si è cullati sull’andamento dell’epidemia durante il lockdown, quando nel nostro comprensorio non avevamo avuto particolari problemi. Nessuna delle Istituzioni succitate, si è preoccupata del fatto che con l’arrivo massiccio dei turisti, il ritorno di vacanzieri, la riapertura delle attività e delle scuole, si sarebbero create le condizioni per un vero contagio. Questo territorio era stato risparmiato solo grazie ad una nostra marginalità territoriale rispetto ai primi focolai di febbraio del nord Italia.
All’inizio dell’epidemia italiana, come sempre in spirito collaborativo, avevamo rivolto 13 domande a Regione ed ASL. Rileggiamole per verificare a quali di questi quesiti sono state date risposte nel corso degli ultimi mesi. Gli attuali, gravi, accadimenti che coinvolgono la città dell’Aquila e il comprensorio, discendono da precise responsabilità, sottovalutazioni, incapacità.
NON E’ NOSTRO INTENTO FARE POLEMICHE.
VERRA’ IL TEMPO PER CAPIRE CHI, DOVE E PERCHE’ HA SBAGLIATO. SI DOVRA’ ANCHE CONSIDERARE SE IL SINDACO DELL’AQUILA NELLA SUA QUALITA’ DI PRESIDENTE DEL COMITATO RISTRETTO DEI SINDACI ABBIA ONORATO SINO IN FONDO IL SUO RUOLO. ORA, PREOCCUPATI PER LA NOSTRA GENTE, RICHIAMIAMO ALL’ATTENZIONE DELLE ISTITUZIONI COMPETENTI E DI TUTTI GLI OPERATORI SU ALCUNI PUNTI, OBIETTIVI E PROPOSTE.
A) L’EPIDEMIA SI FERMA CON I TRACCIAMENTI, vale a dire facendo tamponi e tracciando i contatti. Contatti che vanno ricostruiti ed analizzati con precisione, sino a creare una vera e propria mappa rivolta anche a disegnare “i contatti dei contatti“, una sorta di “albero genealogico”. Sui tamponi vi è una grande confusione. In particolare: a colui o colei che va in quarantena, dovendo spesso chiudere la propria attività o perdere lo stipendio, i tamponi non vengono fatti con la necessaria rapidità allo scadere dei dieci giorni, né vengono eseguiti sui conviventi. Questo è un problema soprattutto per studenti e scolari. Mettere in quarantena un bambino o un giovanissimo, vuol dire mettere in quarantena almeno un genitore; ma vuol dire anche, paradossalmente, che gli altri membri della famiglia possono andare in giro divenendo possibili trasmettitori del virus.
1^ PROPOSTA
AGLI STUDENTI POSTI IN QUARANTENA E’ NECESSARIO ESEGUIRE IL TAMPONE IN SESTA GIORNATA DALL’IPOTETICO CONTATTO AVUTO. GUADAGNIAMO COSI’ 4 GIORNI.
Non si stanno facendo i tracciamenti. Lo sappiamo benissimo. Le telefonate, poche, chiedono solo se si ha o meno febbre. I tracciamenti attualmente sono “fai da te”, legati a chi comunica la propria positività sui social o a telefonate tra amici, o ad interventi dei medici di famiglia.
2^ PROPOSTA
POTENZIARE AL MASSIMO LE POSTAZIONI PER IL TRACCIAMENTO, COINVOLGENDO L’ESERCITO E IL VOLONTARIATO.
REALIZZARE ALMENO 20 POSTAZIONI TELEFONICHE: BASTANO DUE GIORNATE PER FORMARE I TRACCIATORI.
B) LE USCA NON STANNO FUNZIONANDO
Fino a due giorni fa sono state lasciate lavorare con soli 3 medici. Ridicolo e gravissimo. Regione Abruzzo e Asl n.1 si sono fatti cogliere assolutamente impreparati. Le misure comunicate ieri dalla Asl sono chiaramente insufficienti. Attualmente le USCA, per visitare un paziente sintomatico anche grave, impiegano più di 24 ore, se non di più: TROPPE.
SI LASCIANO PASSARE GIORNI E GIORNI PER ESEGUIRE UN TAMPONE IN SOGGETTI SOSPETTI PER SINTOMATOLOGIA SUGGESTIVA.
Questo è il modello lombardo che tanto ci è costato in termini di vite umane.
3^ PROPOSTA
PORTARE AD ALMENO 30 I SANITARI DELLA ASL ADDETTI ALLE USCA, uno ogni 10.000 abitanti.
RECLUTARE GLI INFERMIERI TRA I VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA CHE HANNO SVOLTO IL CORSOE FARE APPELLO, PER GLI AUTISTI, RIVOLGENDOSI AL SISTEMA DEL VOLONTARIATO.I MEDICI VANNO RECLUTATI TRA GLI SPECIALIZZANDI IN MEDICINA DEL TERRITORIO, MEDICINA D’URGENZA, GRADUATORIE MEDICINA GENERALE E GUARDIA MEDICA.
QUESTE COSE VANNO FATTE SUBITO.
C) OCCORRE AUMENTARE IL NUMERO DEI TAMPONI
4^ PROPOSTA
ACCELERARE AL MASSIMO I LAVORI PER POTENZIARE IL LABORATORIO DELLA ASL DI L’AQUILA E CHIARIRE I TERMINI DI COLLABORAZIONE CON IL LABORATORIO DANTE LABS.
In questo momento può essere una risorsa.
D) REPERIRE IL PERSONALE
Lo avevamo chiesto mesi fa.
Quante assunzioni sono state fatte? In quali servizi sono stati collocati gli eventuali assunti?
E) LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE E’DECISIVA
Abbiamo pochissimi vaccini. Perché?
5^ PROPOSTA
ACQUISIRE IMMEDIATAMENTE I VACCINI NECESSARI E COINVOLGERE I GIOVANI MEDICI PER LA LORO SOMMINISTRAZIONE, NEL CASO IN CUI I MEDICI DI BASE NON DOVESSERO RIUSCIRE AD AFFRONTARE QUESTA FASE DI ACCRESCIUTO LAVORO.
F) VOGLIAMO CHIAREZZA E TRASPARENZA
VOGLIAMO CHIARIMENTI SULLE PESANTI DICHIARAZIONI ATTRIBUITE A VERTICI SANITARI REGIONALI CIRCA L’OSPEDALE COVID DI PESCARA.
Vertici sanitari regionali lo hanno definito quale “semplice estensione” dei reparti ospedalieri di rianimazione e malattie infettive di Pescara. Sarebbe una cosa gravissima, visto che la struttura realizzata in tempi record e con le procedure d’emergenza covid-19 ha assorbito gran parte delle risorse destinate ad affrontare una possibile emergenza e sarebbe dovuto divenire ospedale Covid di riferimento regionale. Le dichiarazioni cui si fa riferimento verranno inviate a Domenico Arcuri, al Dipartimento Protezione Civile e al ministro della Sanità Speranza per segnalare che con oltre 11mln, ad oggi, sono stati attivati, con la collaborazione della rianimazione di Chieti e Pescara, solo 11 posti letto sui 214 previsti; di cui 40 di terapia intensiva.
Lo avevamo detto in tempi non sospetti. Non basta avere i posti sulla carta! Serve il personale e un’organizzazione di vera emergenza su base regionale perché quella struttura accolga eventuali pazienti e sia in grado di operare per l’emergenza covid-19, emergenza per la quale è stato realizzato con ben, sottolineiamo, 11 MILIONI DI RISORSE PUBBLICHE DESTINATE A RAFFORZARE LE TERAPIE INTENSIVE E CON DONAZIONI.