La Chiesetta dello Sposalizio di Tagliacozzo

Chissà quante volte siamo passati nel piccolo slargo situato tra il Teatro Talia  ed il Palazzo Ducale situati nella parte alta di Tagliacozzo. 

Ebbene anche questo minuscolo spazio, apparentemente insignificante, ha  una sua storia come gran parte degli angoli più antichi di Tagliacozzo. Bisogna  risalire al 1500 quando il Palazzo Ducale era abitato dal Duca Fabrizio  Colonna, Marchese di Atessa, Conte di Albe, Manoppello e Tagliacozzo. In  quegli anni i sotterranei del Palazzo Ducale erano adibiti alla detenzione dei  carcerati ai quali era concesso di seguire le funzioni religiose solamente dalle  loro celle. Fu così che sotto la giurisdizione della Chiesa di San Cosma e  Damiano fu costruita di fronte al Palazzo una “chiesetta” per far sentire la  messa domenicale ai numerosi prigionieri. 

 Il Duca Fabrizio Colonna 1460 -1520  

Fu chiamata “Chiesola dello Sposalizio di Maria”. Aveva una superficie a pianta  rettangolare che non superava i 50 mq e inoltre poteva disporre di un piccolo  vano di circa 10 mq per la Sagrestia. Al di sopra dell’unico altare era posta  l’immagine di San Leonardo di Limoges protettore dei carcerati, raffigurato in  ginocchio con le catene mentre assiste al matrimonio tra Giuseppe e Maria. Da  qui il nome dello “Sposalizio” Nel corso degli anni la piccola chiesa fu affidata  ad una Pia Unione di Confratelli che ormai l’aprivano al culto solamente in  occasione dei Sepolcri e per le feste di Santa Rosa da Lima. L’ultimo restauro  del piccolo edificio risale al 1908 ad opera del Sodalizio di Santa Maria Vergine  che raccolse le offerte delle varie Congreghe di Tagliacozzo. Arriviamo alla fine  del 1942; la piccola chiesa è da anni abbandonata ed è ormai considerata  pericolante. Le ultime piogge ed il peso della neve di quell’inverno del ’42 le  furono fatali. Una notte il tetto e parte del muro che lo sosteneva crollarono, danneggiando la struttura della vicina abitazione di proprietà del Barone  Cesare Maussier.  

Il Palazzo Ducale di Tagliacozzo in un dipinto di Consalvo Carelli ‘800  

Pochi mesi dopo il Podestà di Tagliacozzo ordinò la completa demolizione  della “chiesetta” ed il trasporto delle rovine ad una pubblica discarica. Non  mancò il risarcimento di 1000 lire al Barone per i danni subiti dalla sua  abitazione. Peccato che la “Chiesola dello Sposalizio” sia finita in discarica;  oggi Tagliacozzo avrebbe avuto un altro monumento risalente al XVI° secolo  invece di avere un piccolo e insignificante slargo com’è ora. 

Per approfondimenti è possibile consultare l’articolo di Paola Nardecchia sul Il Foglio Di Lumen N° 57 di agosto 2020 alle pagine 22/23

 

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