Vaccino: il grande interrogativo del nuovo secolo

In questi ultimi tempi i vaccini sono tornati “ di moda”. Non c’è trasmissione che non parli di questo argomento dividendosi in pro e contro. Proteste, dibattiti, discussioni al Governo e chiacchiere, tante chiacchiere, perdendo di vista il vero scopo del vaccino. Ma quali sono le origini? La parola Vaccino deriva dal latino Vacca.

In principio il termine vaccino si riferiva ad una sostanza contenente il virus del vaiolo bovino. Verso la fine del 1700 Edward Jenner scoprì che una persona guarita dal vaiolo vaccino era immunizzata verso una malattia spesso mortale, il vaiolo umano. Fu questa una grande conquista nel campo della medicina. Jenner praticò un piccolo graffio nella pelle di persone sane per iniettarvi il germe del vaiolo vaccino e provò che le persone alle quali era stato iniettato non contraevano il vaiolo umano.

La resistenza verso una malattia è detta immunità. Inoculazione del vaccino si dice vaccinazione. Attualmente la parola vaccino si riferisce ai batteri ed ai virus di qualsiasi malattia, opportunamente modificati e quindi usati per immunizzare l’uomo verso le infezioni di cui essi sono responsabili. I bambini oggi vengono vaccinati fin dai primi mesi per prevenire molte malattie. Ultimamente, con l’arrivo di persone di altri continenti che non hanno un programma vaccinazioni come il nostro, molte malattie oramai debellate, sono ritornate prepotentemente in circolazione.

Il Governo ha preso provvedimenti aumentando il numero di vaccini obbligatori per l’ammissione alla scuola dell’obbligo e consigliandone altri. È nella coscienza di ognuno di noi decidere il da farsi in merito ma attualmente la vaccinazione di massa sembrerebbe essere l’unica strada per evitare epidemie. A noi la scelta, forse giusta, forse sbagliata e, come diceva una famosa poesia, ai posteri l’ardua sentenza.

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