Il licantropo ( dal greco lýkos, “ lupo ” e ánthropos, “ uomo ” ) è letteralmente l’uomo-lupo o lupo mannaro ( dal latino volgare lupus hominarius ), secondo la credenza popolare un individuo capace di trasformarsi, ad ogni plenilunio, in un lupo sanguinario, coprendosi di pelo, zanne e lunghi denti affilati; il suo morso sarebbe in grado di contagiare e trasmettere la propria “ affezione ” ad un altro essere umano.
La licantropia ha origini molto antiche, radici profonde che affondano addirittura nella preistoria. Sciamani, guaritori e guide spirituali delle culture primitive, sarebbero stati in grado di trasformarsi in lui durante i loro rituali. La rappresentazione di creature metà uomini e metà animali si trovano persino nell’antico Egitto, nella cultura ellenica, perfino in quella cristiana. Riferito ai Marsi bisogna fare un piccolo passo indietro.
Il lupo, nella sua rappresentazione maschile, con il simbolismo guerriero, rappresentò l’animale guida per tre tribù dell’Italia antica, che ebbero questo fiero animale come loro capostipite ancestrale: la prima è quella degli Irpini, il cui nome deriva dall’osco hirpos, che significa lupo, una popolazione sannitica che, secondo le fonti antiche sarebbe stata guidata, in un Ver Sacrum, da un lupo; la seconda è quella dei Lucani che avrebbero avuto un condottiero di nome Lucius, che, appunto, portava il nome del dio lupo Apollo lukeios. A testimonianza di questo legame con il lupo, i Lucani batterono delle monete sul cui retro compariva una testa di lupo con la scritta lukanion ; infine, la terza popolazione è quella degli Irpi-Sorani, i cui riti si svolgevano sul monte Soratte, a nord di Roma e che furono i fondatori della celebrazione dei Lupercalia, riti di purificazione ripresi dai Romani.
Si possono quindi definire gli uomini di queste popolazioni veri e propri ‘figli del lupo’ e non a caso gli Irpini, in quanto Sanniti, furono definiti fieri e indomiti guerrieri. Diodoro Siculo, in Bibliotheca historica, infatti, li definisce “Il più bellicoso tra tutti i popoli d’Italia”. Nel tracciare la storia e le origini delle popolazioni che si stabilirono nel Sannio, gli storici usano il termine Sabelli per designare i piccoli popoli dell’Italia centrale che parlavano dialetti del gruppo osco. Più rigorosamente, lo storico Salmon distingue queste popolazioni in due sottogruppi: ‘Sabellici’ è usato in riferimento ai popoli che parlavano dialetti di tipo osco (Peligni, Vestini, Marrucini e MARSI), mentre ‘Sabelli’ sta a indicare i popoli che parlavano, invece, l’osco vero e proprio (Sanniti, Sidicini, Campani, Lucani, Apuli, Bruzi, Mamertini.
I Marsi quindi facevano parte della stirpe che discendeva dagli uomini lupo e questa figura ricorreva spesso nei loro culti religiosi come esseri dai poteri soprannaturali. Nei secoli successivi l’uomo lupo ha assunto significati più terrificanti, incarnando addirittura il male. Nell’Europa del XVI e XVII secolo i racconti su questi “mostri” hanno terrorizzato intere popolazioni. Un libro in particolare “A Lycanthropy Reader: Werewolver in Western Culture” l’autrice raccontò la soria di uno dei più famosi licantropi europei del XVI secolo:”Si chiamava Peter Stubbe, viveva in Germania a Bedburg, e per circa 25 anni seminò il terrore con i suoi crimini. Massacrò e violentò le sue vittime bevendo il sangue del loro cuore pulsante. “ Condannato a morte il 31 ottobre 1589, fu sottoposto alla tortura della ruota e dopo decapitato.
In quell’epoca ci furono decine di processi simili ma il tribunale di Bordeaux in Francia, ne celebrò uno in tempi più recenti. Nel 1989 fu arrestato un giovane che aveva massacrato un uomo a mani nude. Durante la visita psichiatrica in carcere, venne fuori che l’uomo era affetto da licantropia cronica. Ma le storie che riguardano gli uomini lupo sono tante e di vario genere, e continuano a resistere nonostante il progresso e la civiltà avanzata. Quello che salta palese agli occhi è la metamorfosi che ha subito nel corso dei secoli, da rappresentazioni religiose e animali guida, nel culto dei popoli italici, a storie fantastiche di mostri assassini, fino alla risposta scientifica dei nostri giorni come patologia psicotica delirante.
Rimane nella credenza popolare che uscire nelle sere di luna piena può portare ad incontrare un lupo mannaro ma noi Marsicani non abbiamo paura perché siamo figli degli uomini lupo: i Marsi.