Cesare Borsa e Ignazio Silone tra arte e letteratura nel riscatto della gente marsa: riflessioni della scrittrice Maria Assunta Oddi

Cesare Borsa e Ignazio Silone tra arte e letteratura nel riscatto della gente marsa: riflessioni della scrittrice Maria Assunta Oddi|||
Cesare Borsa e Ignazio Silone tra arte e letteratura nel riscatto della gente marsa: riflessioni della scrittrice Maria Assunta Oddi|||

Celano – Domenica, 20 agosto è stata inaugurata la mostra dedicata a Cesare Borsa nel Castello Piccolomini di Celano, luogo sacro alla cultura marsicana, per suscitare la rimembranza di ciò che è stato alla presenza della Direttrice del museo, Dott.ssa Geltrude Di Matteo, del Consigliere Regionale Massimo Verrecchia, del Dottore Umberto Occhiuzzi, esperto moderatore dell’incontro, della scrittrice Maria Assunta Oddi, della moglie del pittore, Maria Teresa Rubeis e dei figli Silvia e Marco.

Un giusto omaggio questo, ad un artista che ha lasciato un segno importante per la crescita del nostro territorio. Sono stati esposti i quadri compresi nell’ultima fase della creatività di Borsa denominata “I senza volto”. Partito dal figurativo, come tutta l’avanguardia del novecento, Cesare con un processo di astrazione nella ricerca dell’essenziale giunge alla scoperta della figura umana senza occhi, senza naso, senza bocca eppure capace di comunicare pensieri ed emozioni. Privati della fisionomia i suoi ritratti rendono universale il dolore delle masse contadine sfruttate dai latifondisti in ogni tempo e in ogni luogo. Quei “cafoni”, descritti in modo egregio da Silone, che protestano nel Fucino sono immersi nella storia millenaria dell’uomo disperato di fronte alla sua miseria. Come somigliano i nostri braccianti a quelli del sud del mondo!

Marlon Matos, uno dei maggiori poeti brasiliani afferma: “Tu mi domandi amico mio dove sono stato durante il mio lungo silenzio. Sono stato nella dolcezza della canna da zucchero e nell’amarezza delle sue piantagioni”. Pertanto “I senza Volto” di Cesare Si fanno espressione universale della dignità di chi conserva la dolcezza degli affetti e nel contempo la sete di giustizia. Sia in Silone che in Borsa, come osservò  Vittoriano Esposito, Il linguaggio letterario e artistico si fa simbolo di alienazione sociale.

Non è facile racchiudere in un solo movimento letterario l’opera di Ignazio Silone e quella di Cesare Borsa. Entrambi fautori di una visione morale che, straordinariamente ispirata alla riscoperta di un cristianesimo liberato dalle sedimentazioni teologiche ed economiche, si fa ricerca della dignità umana.

I critici italiani nell’impossibilità di una visione condivisa hanno rilevato di volta in volta la presenza in Silone e Borsa di caratteristiche presenti nel neorealismo, regionalismo, verismo fino al più ampio espressionismo europeo. Di sicuro furono scrittori italiani che fecero dell’impegno artistico e politico testimonianza acuta e onesta per raccontare la storia locale in tutt’altra chiave. Facendosi carico del tentativo di modificare uno stato di fatto pieno di ingiustizie impunite e di sopraffazioni, hanno unito le loro parabole esistenziali consapevoli che: “solo i folli e i poveri, con assoluta limpidezza di sguardo, contemplano la verità del mondo e ne colgono tutto lo splendore”. È stato facile pertanto ritrovare nei volti dei personaggi descritti da Silone in “Fontamara”, a cento anni dalla sua pubblicazione, i “senza volto” del pittore nato nel 1937 a Lecce dei Marsi, un paese assai simile a quello descritto nel capolavoro siloniano.  

Come Cesare anche Silone appartiene alla generazione vissute tra le privazioni e le angosce della seconda guerra mondiale e del terremoto del 13 gennaio 1915. 

Osservare i quadri esposti del pittore Borsa significa lasciarsi toccare da colori, linee e movimenti per cogliere la quintessenza dell’animo depurandolo d’ogni elemento superfluo. In una crescente evoluzione artistica la misura del grande valore di Cesare Borsa è in quella singolare fusione tra “Ars ed Humanitas” che fa degli “ultimi” soggetti sacri nel contesto antropico del riscatto.

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