Avezzano – Da poco è iniziata la quattordicesima edizione della Settimana Scientifica del Liceo Scientifico Vitruvio Pollione di Avezzano. Una settimana intensa, piena di eventi e laboratori che si svolgeranno tra il Castello Orsini e le scuole della città.
Il Liceo Scientifico è stato da sempre all’avanguardia per i progetti extra scolastici, e questo non solo ha influito sull’offerta formativa, ma ha dato anche ai ragazzi un nuovo, “fresco” impulso motivazionale, tanto da far pensare ai docenti di spingere la diffusione di questi progetti oltre il territorio marsicano, intravedendo in essi la reale possibilità di una internazionalizzazione al passo con la globalizzazione, come spiega il Prof. Carmine Di Giustino, docente di lingua inglese e responsabile dei progetti Erasmus.
“Il Liceo Scientifico già da molti anni ha cercato sempre di trovare una sua internazionalizzazione che prevedesse però non tanto il semplice scambio di classe ma anche uno scambio di attività e di pratiche didattiche che avessero un senso all’interno della scuola. Noi abbiamo iniziato con i progetti Comenius a livello di docenti, i primi scambi li facemmo con la Spagna, ma man mano che andavamo avanti ci siamo resi conto che questo non bastava. E allora abbiamo cominciato a proporre i nostri eventi all’estero. Nell’ambito di un progetto Erasmus abbiamo illustrato la settimana scientifica ai nostri colleghi stranieri (portoghesi, olandesi, austriaci, belgi e spagnoli) e abbiamo mostrato loro cosa avveniva durante la settimana scientifica. La cosa è piaciuta molto ai nostri colleghi, tant’è che hanno richiesto la partecipazione di studenti delle loro scuole a questi laboratori.
Quest’anno avremo in concomitanza con la settimana scientifica il meeting Erasmus KA2, che è un partenariato europeo tra scuole, e avremo dei ragazzi dalla Macedonia che gestiranno dei loro laboratori, ed è molto interessante perché in Macedonia c’è un livello didattico e scientifico altissimo.
E quindi lo scopo di far diventare internazionale il Liceo Scientifico è riuscito perché quando andiamo all’estero, tutti sanno che in questa scuola si fa la Settimana Scientifica.”
Niente male per un progetto che nasce nel 2004 con lo scopo di diffondere la cultura scientifica e tecnologica a livello nazionale, ma che poi, nella realtà, ha avuto sviluppi importanti e sorprendenti, nonostante il Miur avesse cominciato, nel tempo, a tralasciarlo un po’. “Per noi è diventato obiettivo principale il senso di appartenenza, perché questa settimana scientifica ha creato un forte senso di appartenenza sia per noi, sia per i ragazzi.
Per noi è stato un modo per confrontarci si tra docenti, ma anche tra le varie scuole, perché ci siamo sempre avvalsi della collaborazione di scuole elementari, medie e superiori. Per i ragazzi è stato un modo per esprimere quelle capacità che con la didattica curriculare non emergono.”, giustifica così l’impegno e la dedizione la Prof. Anna Maria Rubeo, responsabile del progetto Settimana Scientifica “negli anni la Settimana Scientifica è diventata un evento del territorio e quindi è atteso dai commercianti e dagli artigiani della zona che ci richiedono, ci offrono aiuto e spesso ci forniscono gratuitamente materiale, aiutandoci a costruire gli exibit di cui abbiamo bisogno”.
A livello sociale , è diventato nel tempo quindi, un vero e proprio appuntamento degno di una agenda culturale di tutto rispetto, e la presenza del blog, canale collaudato ed entrato nelle abitudini di consumo, ne è la dimostrazione.
“Il blog è stato una scoperta sia per noi che per il mondo esterno alla scuola. La partecipazione esterna è stata impressionante con click a 4-5 cifre”, continua Di Giustino, “ è servito poi a far uscire la settimana scientifica dal territorio di Avezzano, portandolo anche sul territorio nazionale. Un esempio è la richiesta di collaborazione da parte di scuole della Toscana, del Lazio e di altri posti”.
In un’era in cui il quotidiano, per la maggior parte di noi, si sviluppa in modalità 3.0, è importante avere delle istituzioni scolastiche che forniscano ai nostri ragazzi la capacità di mettersi in gioco e in discussione, e di confrontarsi in un ambiente culturalmente elevato.
Se poi, da questo confronto, non solo gli studenti, ma anche i visitatori escono con un sorriso stampato sul volto, non c’è dubbio, si sta procedendo nella direzione giusta. (S.C.)