L’idea della ferrovia circonfucense che toccasse i paesi rivieraschi della riva sud-est dell’ex lago Fucino risale per la prima volta all’anno 1899. Nel 1913 gli On.li Sipari e De Amicis riproposero lo stesso progetto. Lo scopo era quello di valorizzare il turismo nell’area del Fucino e di dare uno sfogo più celere ai prodotti agricoli della zona sia verso l’Adriatico che verso il Tirreno. Al fine di valutare meglio tale proposta così come altre che riguardavano altre zone del centro Italia, nel 1914 il Governo istituì un’apposita commissione, i cui lavori furono interrotti nel 1915 per la sopravvenuta prima guerra mondiale, per riprenderli nel 1919, a guerra ultimata.
Probabilmente tale progetto fece dei passi importanti in avanti tant’è che si narra a Trasacco che all’inizio degli anni Venti furono depositate nella nostra cittadina, come in altri paesi interessati, traverse e rotaie. Il progetto, però, per qualche ragione a noi sconosciuta non andò in porto e quelle traverse e rotaie rimasero lì dove le avevano depositate e non furono più tolte. Passato diverso tempo e visto che nessuno le veniva a togliere, molti anziani di Trasacco hanno raccontato che diverse persone del paese iniziarono ad utilizzarle per costruire i solai delle case, stalle, magazzeni, recinti ecc..
I Trasaccani che hanno vissuto quell’episodio non hanno mai creduto che la realizzazione della ferrovia fosse un progetto vero, un qualcosa di concreto. Hanno sempre pensato e narrato ai figli che si trattasse di una trovata elettorale per carpire voti confidando nella credulità della gente. Anche chi scrive, sin da ragazzo, ha spesso sentito narrare la vicenda con la relativa coda finale del racconto secondo cui quella strada ferrata non era altro che una manovra elettorale. Tale convinzione nei Trasaccani, che hanno vissuto in quegli anni, si è rafforzata sempre di più per il fatto che, dopo molto tempo, del progetto ferroviario non si è fatto più nulla.
Da poco, però, sono venuto in possesso di una cartina della piana del Fucino risalente ai primi anni del 1900, rinvenuta dall’amico Arrigo Ferracuti, sulla quale è disegnato il tracciato che quella strada ferrata avrebbe dovuto seguire. Partendo da Avezzano, seguendo in parte il tracciato ferroviario che collegava la stazione di Avezzano con lo zuccherificio, i binari avrebbero dovuto raggiungere la “Stazione di Luco dei Marsi”, poi la “stazione di Trasacco”, quindi quella di Ortucchio, Lecce dei Marsi, Gioia, Venere e San Benedetto dei Marsi, per finire la corsa nella stazione ferroviaria di Pescina, che già esisteva, per un percorso di 30 Km.
Non era, dunque, solo fantasia.