“Caso Scout Dispersi”, La verità dei fatti della Comunità Capi del Gruppo Scout Agesci Luco dei Marsi 1

"esposizione dei fatti completamente distorta"

Luco dei Marsi – La Comunità Capi del Gruppo Scout Agesci Luco dei Marsi 1, con la presente, in relazione ai fatti accaduti in data 28/07/2018 in località Morrone, precisa e specifica quanto segue:

Rilevata l’importanza mediatica che i giornali e le tv hanno dato ai fatti accaduti il 28/07/2018, e le accuse mosse nei confronti degli accompagnatori del Clan del gruppo scout di Luco dei Marsi, la comunità capi ritiene opportuno riportare dettagliatamente i fatti come realmente accaduti, e smentire ogni accusa mossa nei confronti del capo clan, della capo fuoco e del maestro dei Novizi impegnati nell’escursione sul Monte Morrone.

Si fa soprattutto riferimento alle dichiarazioni da Lei rilasciate al giornale Il Messaggero e pubblicate in data 30/07/2018, nell’articolo a firma di Patrizio Iavarone, dove afferma che “ chiederà una relazione dettagliata sull’accaduto riguardante in modo particolare la pianificazione dell’escursione, dal peso degli zaini, al grado di allenamento, dalla copertura assicurativa, all’abilitazione degli accompagnatori. Sentieri così lunghi richiedono un’adeguata preparazione ed esperienza, restare da quelle parti di notte, senza acqua, spossati di stanchezza pone seri interrogativi sull’approccio improvvisato di certi escursionisti.”

  • L’escursione è stata pianificata nei minimi dettagli, tanto è vero che il capo scout Baldassarre Antonio si è recato personalmente, accompagnato da altro capo scout, presso l’ente parco affinchè gli venissero date tutte le informazioni necessarie per affrontare il Sentiero dello Spirito. Al sig. Baldassare è stata consegnata dall’impiegato dell’ente parco, documentazione topografica dove erano riportati sentieri che dovevano essere marcati, ma invece durante l’escursione si sono rilevati privi di ogni segnaletica. Sono state inoltre fornite informazioni errate circa i tempi di percorrenza, tanto è vero che gli scout sono partiti con ben tre litri d’acqua ciascuno per affrontare tutto il percorso, così come era stato consigliato dall’impiegato dell’ente.
  • Il peso degli zaini è dovuto al fatto che la route scout prevede la totale autonomia dei ragazzi e degli accompagnatori, che quindi sono provvisti di tutto quanto è necessario per affrontare lunghi tragitti come tende, sacchi a pelo, abbigliamento tecnico minimo per temperature calde o fredde, provviste e viveri, fornellini e tutto quanto necessario singolarmente al partecipante alla route.
  • Il metodo scout prevede per i ragazzi del clan (17-21 anni), varie uscite in montagna durante tutto l’anno scout in preparazione dell’evento della route estiva, escursioni che anche quest’anno sono state svolte regolarmente dai ragazzi. Anzi, il clan di quest’anno ha aiutato il capo clan Marraccini Dante a realizzare, con uno zaino tecnologico di 18 kg e portato a spalla da tutti i ragazzi, un’ attività di mappatura dei sentieri di montagna dei comuni di Luco dei Marsi e Collelongo, con il progetto LOAN TREKKER STREET VIEW DI GOOGLE.
  • Il gruppo scout di Luco dei Marsi ha stipulato una regolare assicurazione che è stata sottoscritta dopo il censimento dei ragazzi iscritti all’anno in corso, (2017-2018) e che quindi è nominativa, e copre ogni attività svolta durante l’anno scout.
  • Circa l’abilitazione degli accompagnatori si porta a conoscenza che Dante Marraccini è brevettato, Palma Enza è in corso di nomina a capi avendo svolto entrambi i campi di formazione, mentre il capo Antonio Baldassarre ha partecipato al CFM ( campo di formazione metodologico).
  • Per tutti i capi scout questo è il terzo anno di attività con il clan, e quindi hanno maturato una notevole esperienza nella branca nella quale stavano svolgendo servizio.
  • Inoltre il sig. Dante Marraccini è iscritto dal 2012 alla protezione civile di Luco dei Marsi, e dal 2017 è vice coordinatore del gruppo volontari di protezione civile di Luco dei Marsi, mentre Palma Enza e Antonio Baldassarre hanno conseguito l’attestato rilasciato dalla protezione civile Agesci, di prima emergenza nelle calamità naturali.

A questo punto certi di aver dato preciso riscontro alle sue affermazioni rilasciate alla stampa, si ritiene opportuno precisare quando effettivamente accaduto, rilevato che lei ha deliberatamente fornito agli organi mediatici una ESPOSIZIONE DEI FATTI COMPLETAMENTE DISTORTA.

Il giorno 28 luglio 2018 alle ore 22.14, il capo scout Baldassarre Antonio provvedeva a chiamare il 118 che girava immediatamente la chiamata al soccorso alpino. Alle ore 22.18 il sig. Baldassarre riceveva sul suo cellulare la prima chiamata dal soccorso alpino e, l’operatore addetto, si informava sulle condizioni dei partecipanti all’escursione, e forniva un numero di cellulare sul quale mandare attraverso whatsapp le coordinate gps.

Alle ore 22.29 il sig. Baldassarre riceveva una telefonata dal M.llo della locale stazione dei carabinieri di Sant’Eufemia a Majella con la quale comunicava l’arrivo di una squadra di soccorritori.

Purtroppo malgrado l’invio delle coordinate GPS, il m.llo dei carabinieri comunicava con altra telefonata che il gruppo di soccorritori non era in grado di individuarli, e quindi invitava qualcuno del gruppo scout a scendere a valle, ad incrociare i soccorritori e a guidarli nel punto esatto dove erano in attesa gli altri ragazzi scout, sempre costantemente assistiti dai capi Dante Marraccini e Enza Palma.

A quel punto il sig. Baldassarre Antonio accompagnato da Ciocci Cesidio e Di Pasquale Umberto, seguendo il sentiero che in molti punti si perdeva, visto che alcune valanghe ne avevano cancellate le tracce ( situazione dei luoghi non segnalata nelle cartine e neanche riferita verbalmente dal responsabile dell’ente parco), dopo circa 40 minuti intercettavano tre soccorritori di cui uno poi non è risalito con il gruppo, e provvedevano ad accompagnarli nel luogo esatto dove erano rimasti tutti gli altri scout.

I sigg. Baldassarre, Ciocci e Di Pasquale, insieme ai due soccorritori recuperati, giunti sul luogo dove erano rimasti gli altri scout constatavano la presenza di altri due soccorritori appena arrivati dalla strada interpoderale, strada che il gruppo scout non aveva seguito perché anche questa interrotta da numerose frane, la prima delle quali a pochi metri dall’imbocco.

Giova precisare, che due ragazzi scout sono dovuti andare incontro anche ai due soccorritori che scendevano dalla strada interpoderale, rilevato che gli stessi non riuscivano a trovare l’imbocco del sentiero sempre a causa delle numerose frane che ne hanno cancellato la traccia.

Riunitosi, il gruppo composto dai soccorritori e da tutti gli scout in ottimo stato di salute e certamente NON IN CRISI PSICOLOGICA come da lei affermato, decideva di seguire la strada interpoderale perché, superate tutte le frane presenti sul sentiero, dopo circa mezz’ora di cammino, era raggiungibile dai mezzi di soccorso.

Altra precisazione è di obbligo. Malgrado fosse stato comunicato che uno dei ragazzi scout si era infortunato ad una caviglia, i soccorritori intervenuti erano sprovvisti anche di una semplice barella da campo, e neanche hanno provveduto a verificare lo stato di salute della ragazza, e il primo intervento è stato effettuato dal capo Marraccini brevettato BLS, che aveva provveduto nell’immediatezza dei fatti ad applicare ghiaccio secco ed un bendaggio.

Preme precisare che durante il tragitto sulla strada interpoderale, tutti gli scout hanno camminato senza alcun ausilio meccanico portando i propri zaini a spalle, e che L’INTERO GRUPPO MALGRADO LA PRESENZA DI SOCCORRITORI, A CAUSA DELLE FRANE IN ALCUNI TRATTI HA PERSO IL SENTIERO E PROPRIO GLI SCOUT CHE GIA’ AVEVANO PERCORSO PARTE DELLO STESSO, HANNO INDICATO IL PUNTO DOVE POTEVA ESSERE RIPRESO.

Dopo circa un’ora di cammino il gruppo è arrivato sul posto dove i mezzi meccanici erano giunti, e quindi si sono rifocillati di acqua, hanno caricato gli zaini su un fuoristrada, e chi in macchina e chi a piedi, hanno raggiunto Roccacaramanico.

QUESTA E’ LA VERITA’ DEI FATTI E NON QUELLA DA LEI RACCONTATA AI MEZZI STAMPA.

CIRCA LA SUA PAVENTATA MINACCIA DI “ RICHIESTA DI APERTURA DI UN INCHIESTA PER LA VERIFICA DA PARTE DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA AFFINCHE VENGA ACCERTATO OGNI GRADO DI RESPONSABILITA’  “ i capi clan ed i ragazzi del clan del gruppo scout Luco dei Marsi 1 si mettono sin da ora a completa disposizione dell’organo inquirente al solo fine di accertare la verità dei fatti.

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