Avezzano – Stefania Iucci, jewelry beads designer, di Avezzano, ha vinto il contest internazionale Battle Of The Beadsmith, il torneo di perline più prestigioso ed ambìto nel mondo del beadwork, sbaragliando ben 128 concorrenti di tutto il mondo.
L’avezzanese, alla sua quarta partecipazione al contest, è riuscita a salire sul gradino più alto del podio con la sua creazione “Alegrìa”, un meraviglioso gioiello ispirato alla musica e alla danza.
La sua opera d’arte ha incantato la giuria, per la prima volta composta da esperti ed editori del settore e da titolari di negozi di perline che hanno giudicato i lavori dei partecipanti con professionalità e competenza.
Quest’anno l’Italia era rappresentata da tanti artisti che, per l’occasione, hanno realizzato delle bellissime creazioni, ma il talento e l’arte creativa di Stefania Iucci sono riusciti ad emergere.
Stefania Iucci ci ha parlato della sua esperienza.
Come è iniziata la passione per le perline?
“Ho sempre avuto già da piccola una spiccata passione per le perline e per il colore, quasi una passione innata, ma mai ascoltata veramente, essendo cresciuta nell’epoca in cui si mirava al posto fisso, in banca o nel pubblico. Oramai adulta e mamma, circa dieci anni fa, casualmente mi sono imbattuta in una pubblicità di particolari perline in vetro appena arrivate in Italia, minuscole e perfettamente regolari, provenienti dal Giappone. La passione ha preso il sopravvento e da allora la crescita professionale ed artistica è stata esponenziale, anche grazie alla velocità dello sviluppo del settore, sia tecnico sia nei materiali che aiutano e stimolano la fantasia.”
Come è nata “Alegrìa”?
“Alegrìa nasce pensando ad una bellissima ragazza, con i suoi capelli neri raccolti ed una rosa tra di essi, con labbra rosse e carnose, sguardo intenso a tratti espressione d’allegria, a tratti pensieroso e profondo. Ingenuità e sensualità al contempo, carattere e dolcezza, all’interno di una natura benevola. Alegrìa è come io vedo la vita!”
E’ la sua quarta partecipazione al contest. Si sarebbe mai aspettata di vincere?
“Assolutamente no! E’ un contest molto ambìto nel settore, ricco di creazioni incredibili, di altissimo livello tecnico ed estetico. Il contest è alla sua settima edizione e solo da quest’anno le votazioni sono state affidate ad una giuria di esperti del settore e dell’editoria, composta da 12 membri internazionali ed uno italiano. Il mio carattere mi ha sempre fatto affrontare queste esperienze senza obiettivi specifici ed ambizione. Specialmente quest’anno ho inviato la mia richiesta spronata da una grande artista, anch’essa di origini marsicane, Laura Giusti, che tra l’altro è arrivata in semifinale (speravamo tanto una finale assieme), e dalle mie amiche e colleghe storiche e solidali, Sabrina Milardi e Yuni Canosa, anch’esse partecipanti al contest con pezzi straordinari, con le quali abbiamo sempre condiviso la gioia del processo creativo, con passione, amicizia e divertimento. Mi trovavo da mesi in una fase di stallo creativo e questa occasione mi permetteva di vedere cosa ne sarebbe stato del mio futuro artistico. Il mio obiettivo era solo quello di creare qualcosa che mi riempisse gli occhi, che esprimesse un’idea, un sentimento, calore ed emozione, senza minimamente puntare ad una vittoria. E forse è proprio questo che è arrivato alla giuria e al pubblico, e che mi ha premiata.”
Cosa rappresenta per lei questa vittoria?
“Senz’altro un’immensa soddisfazione professionale, ma principalmente umana, l’unica cosa che m’interessa realmente. La gioia e l’emozione della vittoria non avrebbero alcun sapore se non accompagnate da una risposta del pubblico, delle amiche vere e della famiglia, così forti come ho avuto l’onore ed il calore di ricevere. Un’emozione a tratti insopportabile per quanto forte, non per la vittoria stessa ma per gli apprezzamenti ricevuti. Inoltre mi ha permesso di vedere cose che prima vedevo poco o per nulla, e questo aspetto già è sufficiente da solo a dare senso a questa partecipazione e vittoria!”
Parteciperà anche il prossimo anno al contest?
“Difficile da valutare ora. E’ un impegno consistente, sia economico che di lavoro, ma innanzitutto emotivo. Un po’ come seguire un percorso di psicanalisi! Mette in gioco così tanti elementi e stravolge la vita per almeno cinque mesi. Inoltre, in aggiunta all’affetto ed alla stima, scatena molte dinamiche spiacevoli da parte di alcune persone che vivono l’arte come mezzo di rivalsa e non come gioia di espressione. Di getto ti direi di no, ma ti confesso che già sto fantasticando sul prossimo pezzo! Credo non potrò farne a meno!”
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Mi piacerebbe essere in grado di curare in modo più razionale l’aspetto economico, sviluppare l’insegnamento e la creazione di tutorial, che diano modo ad altre persone di godere di questa passione, principalmente verso le nuove generazioni, partendo dalla nostra area geografica. Poi ci sono altre idee nel cantiere ma vi lascio la curiosità di scoprire nel tempo di cosa si tratta! Ma il primo progetto è andare dove mi porta il cuore!”