Telefonicamente e con un breve messaggio, il Ministro della Giustizia ha annullato l’incontro con la Commissione regionale e con i vertici degli Uffici Giudiziari d’Abruzzo per la definizione della delicata situazione dei Tribunali d’Abruzzo, già soppressi ma non ancora chiusi per la proroga stabilita in passato, ulteriormente concessa fino al 2021.
La questione “Tribunali d’Abruzzo” è da sempre nell’agenda politica regionale, sostenuta da un impegno costante nel tempo attraverso percorsi legislativi realistici e apprezzabili, nell’ambito di un leale confronto con le amministrazioni locali, gli ordini forensi ed ogni altro organismo portatore di interessi comuni e di cittadinanza.
Il lavoro della Commissione, svoltosi nel corso del 2018, ha prodotto, con ogni meticolosità ed ampia partecipazione, un’analisi dettagliata del “Servizio Giustizia” nei territori dell’Abruzzo con risultati obiettivamente utili e con la formulazione di realistiche proposte, confermando, altresì, il concorso dell’Ente Regione e di alcune Amministrazioni Comunali nel farsi carico di esigenze logistiche e finanziarie necessarie al mantenimento dei presidi giudiziari.
Il lavoro della Commissione regionale d’Abruzzo è stato considerato come “riferimento” da altre Regioni d’Italia che – indipendentemente dal colore politico di governo – hanno già subito gravi danni in seguito alle scellerate norme di chiusura degli Uffici Giudiziari.
Lo stesso gruppo di studio dell’organismo nazionale Congressuale Forense confidava negli esiti dell’incontro con il Ministro della Giustizia, per meglio comprendere quali proposte politiche e tecniche fossero nel programma di Governo nazionale, ancorché annunciate e scritte.
Ora sembra improvvisamente scesa una cappa di silenzioso abbandono del problema, nella quale non si intravedono sviluppi positivi, neppure come tentativo di confronto istituzionale.
All’evidente disappunto dei Commissari che hanno composto l’Organismo regionale, aggiungo la mia personale perplessità e il timore che la questione “Tribunali d’Abruzzo” possa essere strumentalizzata nell’imminente campagna elettorale, vanificando il lavoro istituzionale compiuto