Intervista al presidente dell’Avis di Avezzano Simone Di Cicco “Avezzano 1,1% della popolazione è donatore, valore bassissimo”

Presidente, come è andato questo 2018 appena trascorso?

Il 2018 è stato un anno molto particolare: abbiamo assistito, purtroppo, ad un netto calo delle donazioni, derivanti dalle diverse problematiche, derivanti dal caldo, dalle epidemie, dal fatto che stiamo assistendo, nostro malgrado, ad un mancato cambio generazionale che ci sta penalizzando, e non poco.

Parliamo di giovani, perché assistiamo ad un mancato cambio generazionale?

Il problema è sostanzialmente legato a vari fattori: in primis va detto che, spesso e volentieri, i ragazzi, assumono atteggiamenti poco congrui con la donazione. L’abuso di alcool, e soprattutto, di droghe, sta assumendo contorni a dir poco preoccupanti. Troppo spesso, i ragazzi fanno uso di droghe pesanti, che, non soltanto, minano il nostro lavoro, ma stanno portando ad un disagio sociale preoccupante. Va anche detto che, spesso e volentieri, la nostra associazione, almeno a mio avviso, non è stata in grado di avvicinare i giovani come avveniva in passato. Secondo me c’è necessità di un ricambio generazionale prima di tutto tra i dirigenti associativi, per far sì che si possa parlare ai ragazzi con il loro linguaggio.

Quindi, se ho ben capito, rischiamo di dover far fronte ad emergenze ben più gravi rispetto a quelle passate…

Partiamo da un presupposto: ad Avezzano il numero dei donatori in rapporto alla popolazione cittadina, rappresenta circa un 1,1% della stessa. Valore bassissimo che dovrebbe portare a riflettere sulle politiche associative fin ora espresse. C’è necessità estrema che l’ associazione vada nei quartieri e in mezzo alla gente. C’è necessità che si vada nelle scuole. Bisogna far sì che si possano avvicinare più persone possibile alla donazione.

Passando alle recenti iniziative, in merito al sistema unico di donazione, come vede questa iniziativa?

Assolutamente di buon occhio, e approfitto di questa sede per ringraziare, di cuore, il presidente regionale, il professor Giulio Di Sante. Avere un sistema unico integrato, permetterà di fronteggiare, al meglio, le diverse evenienze negative.

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