Presentato ad Avezzano l’ultimo romanzo di Antonello Loreto “Regina Blues”

Avezzano – E’ stato presentato ieri ad Avezzano, al Vieni via con meLettere e Caffè, l’ultimo romanzo di Antonello Loreto, “Regina Blues”.

Scrittore, originario dell’Aquila, appassionato di rock e cinema, Loreto esordisce con “La favola di Syd” nel 2014, romanzo dedicato a Syd Barrett, fondatore dei Pink Floyd. Mentre è del 2016 “Un’altra scelta” il suo secondo romanzo. Una storia sull’amore non corrisposto che conduce alla follia.

Regina Blues è un intenso grido di dolore urlato in faccia a un destino inesorabile che senza preavviso cambia brutalmente il corso della vita di un’intera generazione nel pieno dei migliori anni. Regina Blues è tante vite che diventano una sola vita, è un inno all’amore, in tutte le sue più disparate forme.  

Nella prima parte del romanzo si percepisce un destino beffardo che incombe implacabile in ognuna delle storie dei vari protagonisti, che come tessere di un puzzle, vanno a comporre il grande affresco di una comunità di provincia nel giorno della finalissima del torneo di calcio delle scuole.

Finalissima in tutti i sensi, perché dopo quella, non ce ne sarà mai più un’altra.

Mentre il lettore scorre agevolmente le pagine, avverte in maniera intensa, la sensazione che qualcosa di brutto stia per accadere. Poco alla volta si materializza una strisciante inquietudine che fa da contraltare alle vicende scanzonate, a tratti esilaranti dei personaggi, quasi tutti adolescenti, alle prese con i primi amori, le contradizioni e i dubbi di anni spensierati che voleranno via all’improvviso.    

L’autore riesce con notevole sapienza a mescolare ironia e sarcasmo con l’intensità di sentimenti delicati come l’amore omosessuale o l’amicizia pudica e cameratesca, fatta di sguardi fugaci e complicità.     

L’accostamento di vite che si intrecciano fra loro senza soluzione di continuità, nel corso dell’interminabile mattinata che precede la partita, conferisce al romanzo una straordinaria potenza narrativa.

La partita è l’approdo finale dove tutte le storie diventano una sola grande storia, la storia condivisa di un’intera comunità che restituisce quel senso essenziale e profondo di caducità all’esistenza di ognuno, quale parte essenziale del consorzio degli uomini.

Notevole, per la struggente bellezza, lo sconfinato amore che restituisce ogni singola parola della citazione, di Wystan Auden, Funeral Blues. Sette pagine dove i ricordi indugiano mentre il tempo se ne sta lì immobile, quasi a voler sentire più forte l’intensità di quel dolore.

Un dolore antico come le pietre dei palazzi signorili ridotti in macerie, sacro come le chiese rivolte al cielo e crudele, come solo la terra sa essere, quando rimbomba il suo urlo sinistro nella notte del 6 aprile alle 3.32

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