Appalti pubblici: “Gli indagati hanno tentato ripetutamente di bloccare le indagini”

Procuratore Padalino: "Indagine ha avuto l'effetto di apripista: anche per altri Comuni sono stati presentati esposti per denunciare fatti analoghi”

Tagliacozzo – Procura, carabinieri e guardia di finanza insieme. “Perché oggi, noi qui, siamo con un solo e unico fine, che è quello di ripristinare una giustizia che è stata violata”.

Sono le parole del procuratore a capo della Procura della Repubblica di Avezzano, Andrea Padalino, il quale, affiancato dal pm Roberto Savelli, ha presieduto la conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, che hanno portato all’arresto del sindaco Maurizio Di Marco Testa, luogotenente della guardia di finanza.

Capitano Edoardo Commandè
Il Capitano dei Carabinieri Edoardo Commandè

Insieme al sindaco, che si trova ora in carcere, sono finiti nei guai il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gianpaolo Torrelli, l’assessore alla Cultura, Gabriele Venturini e l’architetto di Tagliacozzo, Carlo Tellone. Per gli ultimi tre il gip, Maria Proia, ha predisposto gli arresti domiciliari.

Accanto al procuratore Padalino, il comandante della compagnia, il capitano Edoardo Commandè, il luogotenente Marco Romano, a capo del nucleo operativo e radiomobile. A sottolineare la forte “presenza dello Stato”, anche il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Servedio e il tenente colonnello a capo del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle della provincia dell’Aquila Sergio Aloia.

All’inizio della conferenza Padalino ha spiegato il perché della sua presenza, considerato che in tutta la carriera ha partecipato a sole altre due conferenze stampa. “Durante le indagini ci sono stati degli incidenti spiacevoli”, ha detto il procuratore, “nelle intercettazioni i protagonisti della vicenda si sono scagliati ripetutamente contro gli operatori della polizia giudiziaria, cercando in tutti i modi di bloccare le indagini”. Padalino ha evidenziato anche come il “bersaglio” dei ripetuti attacchi degli indagati era il luogotenente Romano, che ha in questi mesi condotto l’attività investigativa.

“Quando prendono vita inchieste come questa”, ha detto il pm, “prendono le mosse quasi sempre o dalle denunce dell’opposizione o dalle denunce di imprenditori che pensano di essere stati esclusi dalla partecipazione alle gare. Noi non sappiamo nemmeno di qualche colore politico è questo Comune e pertanto è chiaro che le indagini non sono state mosse dalla politica”, ha continuato, “abbiamo avuto la collaborazione di un assessore di maggioranza ma le indagini sono state animate da interessi superiori”.

“Non accetto epiteti volgari nei confronti degli inquirenti” ha ribadito Padalino, “manovre o tentativi di raggiungere personaggi ‘in alto’ per bloccare le indagini. E’ per questo che io insorgo e partecipo alle conferenze stampa. I carabinieri hanno sempre operato nell’onestà e nell’onore che hanno sempre avuto e che non hanno mai perso. In modo imparziale e scrupoloso, senza mai guardare in faccia nessuna area politica”. Il pm ha poi sottolineato che lo stesso capitano della compagnia Commandè era stato per due volte (in un incontro privato e in una telefonata) avvicinato dal sindaco affinché bloccasse l’indagine del luogotenente Romano.

“Questo tipo di reato”, ha continuato, “agli occhi del cittadino è visto diversamente rispetto a un furto o a una rapina, il cittadino è poco sensibile a queste cose perché non riesce a rendersi conto che invece questi sono fatti che sono devastanti per la tasche del cittadino. Perché fanno salire le tasse e costringono imprese oneste a non lavorare. In questo caso non si tratta solo di imprese locali, che erano sempre le stesse a lavorare, ma anche di ditte esterne. Appalti ma anche progettisti. Anche in altre indagini che ho portato avanti nella Procura di Oristano, dove ho lavorato finora, la tecnica era quella di adottare ‘lavori d’urgenza’ che poi però non erano tali. La cosa positiva è che con l’avvio di questa indagine sono saliti i numeri degli esposti. Anche per altri Comuni sono stati presentati esposti per denunciare fatti analoghi. Non si tratta solo di mazzette. Ma di scambi di favori, anche tra professionisti. E quindi io ti faccio fare questo lavoro nel mio Comune e tu mi fai fare un’altra cosa”.

“Il pm Savelli ha nominato un perito per fare piena chiarezza su quanto accaduto”, ha proseguito, “e abbiamo voluto sottolineare che le indagini del carabinieri sono state portate avanti nella piena correttezza e competenza. Non può essere ancora escluso che si sia trattato di un atto doloso. In una intercettazione, però, il sindaco si sente commentare la vicenda con entusiasmo, perchè gli ha portato numerosi consensi”.

La conferenza è stata chiusa dal colonnello Servedio che ha sottolineato l’importanza, in questo momento, della presenza della Procura insieme a quella della guardia di finanza.

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