La Festa della Madonna di Pietraquaria è una delle importanti tradizioni di Avezzano: ogni anno, il 26 e il 27 aprile, si celebra il miracolo che vide protagonista l’immagine di Maria. I festeggiamenti commemorativi cominciano la sera del 26 aprile con i Focaracci di Pietraquaria: ogni quartiere organizza un falò usando fascine di rami secchi e, intorno ai fuochi, gruppi di persone si riuniscono per cantare, suonare e mangiare. Al calare della sera, sul Monte Salviano si può vedere una lenta scia luminosa che percorre il sentiero che conduce i pellegrini al Santuario.
Seconda la leggenda, la tradizione dei Focaracci è nata da una discussione, tra gli avezzanesi e gli abitanti di Cese, su chi meritasse la protezione della Madonna di Pietraquaria. Non trovando una soluzione, si decise di posizionare la Madonna con lo sguardo girato verso sud affinché fosse Lei a scegliere. Gli avezzanesi accesero dei grandi fuochi in tutta la città, attirando così l’attenzione della Madonna la quale si voltò incuriosita a guardare quanto accadeva ad Avezzano e ne divenne così la protettrice.
La festa, prevede infine che alle prime luci dell’alba del 27 aprile ci si rechi in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Pietraquaria per scortare il quadro raffigurante la Madonna attraverso la via crucis del Monte Salviano e fino alle porte della città, dove una delegazione di avezzanesi accoglie la processione e la accompagna nella Cattedrale per la Messa solenne.
La storia della Madonna di Pietraquaria inizia molto indietro nel tempo. Prima del 1268 in pieno Medioevo, la località di Pietra Aquaria era un paese appartenente alla Contea di Albe, al centro del quale sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria, una a San Giovanni ed una a San Pietro. Nella chiesa dedicata a Maria c’era un quadro della Vergine venerata non solo dagli abitanti del luogo, ma anche da quelli dei paesi vicini. Il Conte di Albe, signore ghibellino, era alleato di Corradino di Svevia; quest’ultimo venne sconfitto da Carlo d’Angiò nella battaglia dei Piani Patentini e l’intero feudo fu oggetto della vendetta da parte del re Carlo che raggiunse la nemica Albe e la distrusse. Secondo la tradizione, Carlo attraversò i casali del Salviano, giungendo a Pietraquaria e costringendo la popolazione ad abbandonare le case per cercare rifugio presso la vicina Avezzano. L’immagine della Madonna venne lasciata al suo posto, tra le mura diroccate della Chiesa.
Molti secoli dopo nel 1881, gli avezzanesi, grazie all’aiuto del Principe Alessandro Torlonia, edificarono la nuova chiesa e un nuovo campanile sorse di fianco all’edificio, e il Santuario rapidamente divenne meta di pellegrinaggi provenienti anche da fuori regione.
Si narra di un pastorello sordomuto di Avezzano a cui un giorno, mentre pascolava il suo gregge sul monte Salviano contemplando le acque del magnifico lago del Fucino, apparve una bella Signora vestita di bianco. Ella si rivolse a lui con dolci parole, che miracolosamente il sordomuto riuscì ad ascoltare. Il pastorello scese di corsa dal monte Salviano e raggiunta Avezzano si recò dal Parroco, per raccontare quanto gli aveva raccomandato la bella Signora, e cioè di non aspettare oltre e ricostruire la chiesa per custodirvi degnamente la sacra immagine sull’altare.
Un’altra leggenda raccontano di una pioggia “miracolosa” caduta su Avezzano proprio il 27 aprile 1779. Quell’anno un’estrema siccità aveva piegato il popolo, l’immagine sacra, di epoca ignota e in stile bizantino, venne portata per la prima volta in processione ad Avezzano al fine di invocare la grazia della Madonna. Le preghiere furono accolte, poiché nel giro di poche ore il cielo si riempì di nuvole e un’abbondante pioggia irrigò i campi. È storia certa, invece, che 27 aprile del 1944, gli aerei degli Anglo-americani si levarono in volo per radere al suolo la città, importante per lo snodo ferroviario. Improvvisamente una fitta nube ricoprì la città e le forze degli Alleati si diressero quindi su Cassino.
Il 13 gennaio 1915 il santuario e il convento adiacente dei frati cappuccini non subirono alcun danno dal terremoto. Il primo gennaio del 1978, Santissima Maria di Pietraquaria è stata proclamata Patrona della Città di Avezzano. Oggi come nel passato il cuore degli avezzanesi è sempre fedele alla sua Madonna e non mancheranno i fuochi a renderLe omaggio e a dimostrare quanto profondo e sentito è l’amore che sentono per la loro Protettrice, sperando che il Suo sguardo non smetta mai di volgersi verso Avezzano ed il suo popolo fiducioso.
INFO E APPROFONDIMENTI
Il Santuario della Madonna di Pietraquaria è situato in cima al Monte Salviano e domina dall’altezza di circa 1000 metri la città di Avezzano. Il sentiero che conduce ad esso taglia tutta la montagna ed è costellato dalle edicole votive del cammino della Via Crucis, percorso da pellegrini e devoti tutto l’anno; ma esiste anche una via meno ripida, più lunga, che costeggia tutta la strada asfaltata, ed offre un panorama unico della città di Avezzano e di tutta la conca del Fucino e della Marsica. Inoltre è possibile godere di ciò che la Riserva del Salviano offre, sorprendente sia sotto l’aspetto faunistico che per le specie floreali. Infatti oltre allo Scoiattolo si possono osservare specie come il Falco Pellegrino o il Grifone, nonché un raro esempio di farfalla, l’Esperia Grigia, ed è dal Salvione Giallo, pianta tipica della Riserva, che il Monte prende il nome.
La storia della costruzione della chiesa risale al XII secolo, momento in cui risulta esserci una cappella adibita al culto della nota icona della Madonna. In effetti è testimoniata, in quel momento storico, l’esistenza, non soltanto di un luogo di culto religioso, ma di un “castello”, quindi un borgo, identificato con il nome Pietraquaria, che aveva anche una sua importanza a quanto pare, come testimoniato da un paio di documenti risalenti al 1187 e 1188. Era considerato uno dei 68 feudi più importanti della zona nel regno normanno, secondo Giovanni Pagani.
Nel 1268 la battaglia dei Piani Palentini (nota anche con il nome di “Battaglia di Tagliacozzo”) segnò la storia del feudo con la distruzione del castello e della cappella. Dopo aver sconfitto Corradino di Svevia infatti, Carlo d’Angiò si vendicò sui suoi alleati, Berardo e suo figlio Ruggero, Conti d’Albe (da cui il borgo dipendeva), devastando Pietraquaria. Sempre secondo Pagani, le notizie tra il XII ed il XVII secolo sono scarsissime e la storia si mescola con la leggenda e la tradizione popolare.
Le uniche certezze riguardano la chiesa, che esisteva già da tempi remoti ed era dedicata a Santa Maria, ed il quadro della Madonna, che ancora oggi è oggetto di grande culto e venerazione. Dopo che il borgo fu abbattuto, insieme agli altri feudi del Salviano, gli abitanti furono costretti ad abbandonare le loro case natali come profughi, lasciando i borghi in rovina, e trasferendosi per lo più ad Avezzano. Ma rimase così forte nei loro cuori la devozione per la Madonna di Pietraquaria che da allora il culto fu trasmesso di padre in figlio fino ad oggi.
Nonostante ciò, il quadro della Madonna rimase intatto nei ruderi della chiesetta e questo miracoloso evento ne confermò l’importanza votiva, affermando e diffondendo il culto ad Avezzano e in tutte le zone limitrofe. Le tappe della ricostruzione dell’edificio sacro sono difficili da individuare nel corso degli anni e dei secoli, infatti sono tre le datazioni che emergono dalle ricerche. Nel 1614 la chiesa fu ricostruita dalle fondamenta ed ampliata. Nel 1779 ci fu un restauro seguito da abbellimenti. Fu soltanto nel 1880 che si decise di ampliare ulteriormente la chiesa ed annettervi il convento francescano (ancora oggi casa spirituale attiva che accoglie visitatori e pellegrini), ma i lavori, avviati e sostenuti dall’Amministrazione di Casa Torlonia furono lunghi e soltanto la chiesa venne costruita in breve tempo, compiuta nel 1881.
Il quadro della Madonna, attualmente si trova nella chiesa, dietro l’altare maggiore, racchiuso in una cornice di onice, ed è oggetto di contemplazione e venerazione continua. La festività che celebra la Madonna di Pietraquaria come patrona e protettrice di Avezzano è stata istituita il 27 aprile 1779, in seguito alla grazia della miracolosa pioggia ricevuta in un periodo di grave siccità.
La leggenda vuole che fu un pastorello muto a permetterne il ritrovamento sotto le rovine della chiesetta distrutta. In seguito ad un’apparizione della Vergine stessa, egli acquistò il dono della favella, riferendo le istruzioni che la Madonna gli aveva dato per rinvenire la Sacra Effigie. Per questo il Parroco ed i fedeli devoti parteciparono in modo sentito alla ricostruzione della chiesa, ai successivi rifacimenti ed ampliamenti che permisero di custodire il quadro ed esporlo per poter essere ammirato, contemplato e venerato.
(a piè di pagina è possibile visualizzare la storia del pastorello con il linguaggio dei segni)
La Chiesa
La chiesa è a pianta centrale, costituita da un’unica navata centrale che termina in un’abside semicircolare. È coperta da una volta a botte e fiancheggiata da due altari laterali dedicati a S. Agostino e S. Gaetano. L’impianto dell’edificio e della facciata, chiaro ed equilibrato, rimanda ai moduli dell’architettura neoclassica napoletana, recepiti tramite gli intensi contatti con i regno borbonico, che hanno determinato anche l’andamento politico delle vicende della Marsica. La facciata infatti richiama gli stilemi del tempio classico pagano. Il timpano è decorato interamente da un mosaico dai toni prevalentemente dorati, che presenta al centro l’immagine iconica della Vergine con in braccio il Bambinello. Nei mosaici, oltre all’oro, i colori prevalenti sono quelli degli smalti, blu e rosso, i colori della Madonna di Pietraquaria. La decorazione del fregio è affidata ad ulteriori mosaici, contenuti nei riquadri delle metope, delimitati da contorni rossi su sfondi dorati, raffiguranti lampade accese (che nell’iconografia cristiana simboleggiano la vigilanza spirituale, la luce accesa della fede) nei due centrali, e gigli bianchi (simbolo della purezza) nei due laterali. Sotto il fregio una fascia continua, in mosaico dorato, incorniciata da un nastro rosso, presenta al centro la scritta “Ave Maria” in blu affiancata da due croci greche. Infine il mosaico del lunettone sopra il portale centrale, su sfondo dorato, presenta l’incrocio di due bracci tra le nubi, dal quale sorge una croce rossa. Si tratta dello stemma francescano, che simboleggia l’incontro di San Francesco (riconoscibile perché vestito della manica di un saio) con Gesù ( braccio nudo ), ovvero il legame indissolubile, di eterna fedeltà, dell’Ordine di San Francesco con il Signore.
Il campanile contenente tre campane, si trova accanto alla Chiesa, e si presenta squadrato e piuttosto semplice rispetto all’architettura dell’edificio sacro, concorde con la struttura del convento francescano.
All’interno gli spazi sono scanditi prevalentemente dalle due nicchie laterali con gli altari, accanto alle quali trovano spazio altre due piccole nicchie in cui sono collocati i confessionali. In corrispondenza di questi elementi, più in altro, vi sono altrettante vele, che presentano finestrelle da cui la luce penetra diffondendosi ed illuminando la volta a botte e tutta la navata centrale. Mentre questi vetri sono istoriati con momenti fondamentali della vita della Madonna, quelli delle finestre dell’abside presentano episodi tratti dal Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. Proprio l’abside focalizza il centro dell’attenzione, infatti è qui che viene custodita la Sacra Effigie della Madonna, in una nicchia di onice centrale contornata da quattro archetti laterali che accedono al coro. Gli affreschi che decorano l’interno della Chiesa rappresentano una serie di scene con i miracoli della Vergine.
Il primo, partendo dal lato sinistro, raffigura la Madonna sul dorso di una mula, mentre percorre un tratto pianeggiante e fiorito del monte Salviano.
Nel secondo c’è il miracolo dell’apparizione della Madonna al pastorello sordo e muto, al quale ridona la favella e lo esorta a rivolgersi al Vescovo affinché il suo culto non venga abbandonato, ma ripristinato e rinnovato.
Il terzo ed il quarto riproducono l’apparizione della Madonna al popolo di Avezzano recatosi sul monte per chiedere la grazia della pioggia, a causa di una terribile siccità, ed in seguito il miracolo, che produce nel popolo contentezza e gratitudine.
Nel quinto e nel sesto il tema è quello del terremoto che colpì la Marsica nel 1915, sono infatti raffigurati prima il dolore di Maria Santissima e la sua materna promessa nella rinascita, poi le Anime Sante dei morti nel terremoto, mentre circondano la Vergine Santissima, invocando protezione.
Sulla volta invece ci sono quattro medaglioni raffiguranti lo Spirito Santo, il nome di Maria, i simboli della passione e l’Eucaristia.
I Servizi
La custodia del Santuario è affidata, dal 1878, ai frati cappuccini. La loro opera, sin dall’inizio, ha mirato a servire in letizia il Signore, nel rendere alla Madre Celeste il tributo di amore filiale e nel richiamo all’adorazione ed alla preghiera. Annessa al Santuario si trova la casa di esercizi spirituali “Domus Mariae”, adibita prevalentemente a ritiri, ad incontri di preghiera e alle opere pastorali della Diocesi. La custodia e la gestione della casa è affidata alle Suore Benedettine di Carità. In data 8 giugno 1891 è stata eretta canonicamente la confraternita “Maria SS. di Pietraquaria”, la quale, fedele alla tradizione e vigilante ai segni dei tempi, è amorosa guida alla devozione mariana. La fede, la devozione e una lunga catena di grazie e di prodigi richiama annualmente davanti alla Vergine Santissima del Salviano numerosi pellegrini e visitatori. Anche il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita pastorale nella Diocesi dei Marsi, avvenuta in data 24 marzo 1985, ha voluto rendere omaggio alla Madonna di Pietraquaria, sostando in preghiera ai piedi del suo altare. Inoltre, con decreto del Vescovo dei Marsi, in data 1 gennaio 1978, Maria Santissima di Pietraquaria è stata proclamata Patrona della Città di Avezzano.
N.B. : Per ulteriori approfondimenti visitare
– la sezione Chiese di Avezzano>>