Capistrello – Sala gremita sabato a Capistrello per l’incontro, organizzato dal locale circolo del Pd, dedicato alle ragioni del Si al Referendum Costituzionale in programma il prossimo 4 dicembre. Al dibattito hanno partecipato il Segretario del Pd di Capistrello Edoardo Gianluca Picozzi, la Senatrice Stefania Pezzopane ed il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio. Presenti il Segretario Provinciale del Pd Mario Mazzetti ed il suo vice Francesco Piacente.
“Noi ci siamo posti il problema di riformare adeguatamente la Costituzione – ha detto la Pezzopane – perchè nella società ci si chiedeva questo. Ci si chiedeva di tagliare i costi della politica, di prendere decisioni più rapide, di avere un governo in grado di governare, di eliminare le discrepanze tra le regioni, specie nel campo di alcune materie, e di riequilibrare il rapporto stato-regioni. Se vincerà il No rimarrà tutto così com’è.
Ma come nasce questa riforma? Perchè Renzi l’ha voluta? Per avere una risposta bisogna andare un po’ indietro nel tempo, alla nascita dell’ultima legislatura. Questa legislatura nasce da una mancata vittoria. Dovevamo eleggere il Presidente della Repubblica, ma non ci siamo riusciti. Quando a Giorgio Napolitano fu proposto un secondo mandato e lui accettò, fu lui stesso, nel suo discorso alle camere, a chiedere la riforma elettorale e la riforma costituzionale. Da qui il referendum. Non avremmo eletto il Presidente della Repubblica se il Pd non avesse preso quell’impegno, l’impegno di riformare la Costituzione”.
“Con questa riforma – conclude la Senatrice – non avremmo solo un contenimento della spesa determinato dall’abolizione del Cnel, dall’abrogazione delle province, dalla diminuzione dell’indennità dei consiglieri regionali e dall’annullamento dell’indennità per i senatori. Quello su cui si recupererà maggiormente sarà, infatti, la velocizzazione delle procedure”.
Il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, nel suo intervento ha sottolineato che “non è casuale il fatto che tutti i soggetti che rappresentano l’ossatura del sistema produttivo italiano sono schierati a favore della riforma”. Per Di Pangrazio la riforma porterà non solo ad una riduzione dei costi della politica, ma anche ad una separazione di competenze tra stato e regioni in materie nelle quali, ad oggi, c’è una sovrapposizione.
“Non ho mai capito – conclude il Presidente – le ragioni del No a questa riforma. Chi lo sostiene non entra nel merito della riforma costituzionale, ma fornisce solo ed esclusivamente argomentazioni di carattere politico. Il loro è solo un No contro il governo Renzi”.