Balsorano, Capoccitti: “Tutti a casa”

Balsorano – Con un lunga e pungente lettera aperta, che di seguito riportiamo integralmente, l’ex vice sindaco di Balsorano, Gino Capoccitti, si scaglia contro l’amministrazione targata Tordone.

“Lunedì scorso alle ore 21 si è svolto il consiglio comunale convocato dal sindaco in sessione straordinaria per trattare tre punti all’ordine del giorno: 1/Approvazione linee programmatiche di fine mandato. 2/PRUSST. Atto di indirizzo. Rinnovo della dichiarazione di pubblica utilità, ed apposizione del vincolo preordinato all’esproprio. 3/ Rinnovo convenzione per la gestione in forma associata delle funzione di autorizzazione paesaggistica, come previsto dall’art 146 del d.lgs. 22 01 2004, n⁰ 42 tra i comuni di Balsorano, Civita D’Antino, Morino e San Vincenzo Valle Roveto-Determinazione. Ribadisco, come ho già fatto notare durante la discussione, che i primi due punti erano del tutto strumentali e funzionali soltanto ai meschini scopi politici del sindaco e del suo vice, in quanto il primo punto è servito al sindaco per tenere un becero comizio elettorale in sfregio verso l’organismo da lui presieduto. Il secondo punto era del tutto inutile portarlo alla discussione del consiglio in quanto, se lo scopo era quello di ribadire la pubblica utilità dell’opera, questo è già sancito dal DPR 387 del 12/2003 art. 12 comma 1 che recita testualmente: “Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti”. È quindi evidente che portare questo punto alla discussione del consiglio comunale serviva a gettare fumo negli occhi di qualcuno per allungare di qualche giorno la vita di quel che resta dell’amministrazione dei Tuzi – Tordone. Va comunque portato a conoscenza dei cittadini e dei lettori che il vicesindaco G. Tuzi nella sua relazione introduttiva all’ordine del giorno relativa al punto 2 sopraindicato, ha volutamente omesso di illustrare e portare a conoscenza del consiglio comunale tutti i pareri sfavorevoli emessi dai diversi enti preposti e soprattutto dalla Regione Lazio, nonché la mancata intesa preventiva tra la Regione Abruzzo e la Regione Lazio che rende, in sua assenza, il procedimento improcedibile. A riguardo, la Regione Lazio con nota 04 02 2016, ha ribadito il proprio parere negativo già espresso nel 2010. Lo stesso vicesindaco proponeva in sede di consiglio l’approvazione di un emendamento (bocciato) a mio avviso del tutto inutile, come ho fatto notare in sede di discussione, tant’è vero che con il voto contrario mio, di Margani, di Laurini e di Buffone, l’emendamento è stato respinto. La bocciatura dell’emendamento ha mandato in escandescenze il povero proponente che ha tirato fuori tutta l’arroganza e prepotenza insita nel suo DNA; tant’è vero che dopo l’ennesimo attacco alla mia persona, mi è stato impedito di terminare l’intervento tendente a far notare tutte le omissioni e inesattezze contenute nella proposta di delibera e nella sua relazione introduttiva. In segno di protesta ho abbandonato l’aula. In seguito all’adunanza del consiglio comunale, mi è stato riferito che dopo aver votato il secondo punto all’ordine del giorno, il consigliere Margani ha abbandonato l’aula seguita da Laurini e Buffone, di conseguenza il consiglio non ha potuto trattare il terzo punto, in quanto veniva a mancare il numero legale. Si rendeva necessario quindi andare in seconda convocazione prevista per legge per le ore 21 di martedì 22 / 3 corrente mese. È del tutto evidente che ciò rappresenta una sconfitta per il sindaco che si ostina a rimanere attaccato alla poltrona, addirittura qualcuno mi ha riferito che al termine della seduta era soddisfatto e raggiante per come era andato il consiglio (beato lui!!!). Il fatto politicamente rilevante, riguarda quello che è successo nella seduta di seconda convocazione (dove sarebbero bastati i quattro elementi che mantengono in vita l’amministrazione) volta ad approvare il rimanente punto all’ordine del giorno che oltretutto era l’unico punto che aveva una valenza politica e importanza per la normale amministrazione dei comuni interessati. È successo invece che il sindaco ha ritenuto di restarsene tranquillamente a L’Aquila noncurante dei sui impegni istituzionali e di conseguenza il consiglio è andato deserto. In conclusione mi sento di suggerire al sindaco di starsene tranquillamente a fare il burocrate a L’Aquila e rassegnare le dimissioni nell’interesse primario dei balsoranesi”.

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