Avezzano.I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile dell’Aquila, hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza (Avezzano) con prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 20 alle ore 7, a P.F., di 30 anni originario di Avezzano al quale è stata sequestrata in via preventiva la patente di guida.
P.F. verrà inoltre segnalato alla locale Prefettura per la revoca del titolo di guida. L’investimento mortale risale al 2 novembre scorso, quando fu proprio il giovane a prestare i primi soccorsi ad Antonietta Durastante, un’anziana di Marana di Montereale coinvolta in un investimento, nei pressi della sua abitazione.
Le indagini dei carabinieri sono risultate difficoltose per l’assenza di testimonianze oculari. Sono state confrontare le dichiarazioni del giovane con le risultanze ottenute dai tabulati telefonici. Elementi a carico del giovane, dipendente di una ditta di spedizioni sono emersi dall’analisi del cronotachigrafo del mezzo, un furgone che aveva percorso la S.P. 260 “Picente” ad una velocità superiore a quella consentita.
Le indagini si sono così concentrate attorno al soccorritore, indagato per omicidio colposo dalla Procura della Repubblica (sostituto procuratore Stefano Gallo) per permettere accertamenti non solo sul furgone ma anche su un autobus di linea anche questo sequestrato e subito riaffidato alla società di trasporti una volta accertata l’estraneità ai fatti.
L’autopsia eseguita sul corpo dell’anziana investita ha dimostrato come le lesioni riportate fossero compatibili con il mezzo condotto dal giovane corriere. Per gli approfondimenti del caso, sempre il pm Gallo ha affidato le indagini ai militari del Ris di Roma. Mediante la simulazione dell’incidente utilizzando un manichino che aveva le stesse caratteristiche fisiche della vittima, il Reparto speciale di Roma è riuscito ad individuare precisamente il punto d’impatto, lo spigolo anteriore destro del cassone, e la successiva dinamica fisica che ha avuto il corpo investito e la sua seguente interazione con il veicolo.
Sul furgone gli investigatori hanno anche rinvenuto fibre riconducibili agli indumenti della vittima dell’incidente stradale, sui quali sono state rinvenute a loro volta tracce di vernice riconducibili al mezzo. Di qui l’incolpazione di omicidio colposo da parte degli inquirenti al giovane conducente al quale non è stato possibile applicare la recente norma sull’omicidio stradale poichè intervenuta successivamente all’episodio oggetto della contestazione.