Avezzano – Scatta l’occupazione dello stabilimento della Vesuvius, l’azienda che si occupa della lavorazione dell’acciaio, nel nucleo industriale di Avezzano.
Sono ormai sul piede di guerra i lavoratori, ai quali, i vertici dell’azienda che ha sede a Londra e che ha la “base” italiana a Genova non danno sicurezza su cosa accadrà. “Abbiamo mutui da pagare, abbiamo i bambini e un futuro da garantire alle nostre famiglie. Lavoriamo qui da 18 anni, vogliamo sicurezza”.
E’ questo il primo commento dei lavoratori che dentro alla Vesuvius hanno passato metà della loro vita.
Sono un’ottantina e vengono da tutti i paesi della Marsica. Da Avezzano, Trasacco, Canistro, Castellafiume, Collelongo, Capistrello. Al loro fianco ci sono Domenico Fontana segretario provinciale della Filctem Cgil e Francesco Marrelli, segretario della funzione pubblica dello stesso sindacato.
L’azienda si occupa della lavorazione di valvole per la colatura dell’acciaio ed è il secondo fornitore dell’Ilva di Taranto. Da gennaio i lavoratori sono passati dalla turnistica sulle 24 ore al giornaliero, 8/17. “Non è un problema di produzione”, spiega Fontana, “il timore è che l’azienda voglia spostare la produzione in un altro stabilimento, come è accaduto in Cecoslovacchia, dove hanno chiuso una fabbrica, annunciato lo stop della produzione con una mail. Hanno chiuso nel giro di tre giorni”.
In attesa dell’incontro di domani mattina con la responsabile del personale, Chiara Spadoni, che si terrà all’Aquila, nel palazzo della Regione, i lavoratori hanno deciso di far sentire la loro voce. Interlocutore per la Regione sarà il vicepresidente Giovanni Lolli. “Occupiamo lo stabilimento e rimarremo qui anche di notte”, dicono tra gli altri Angelo Maurizi, Enrico Seritti, Cesidio Pignatelli, Maurizio Cipollone, Fabrizio Iacoboni, Luca Libertini e Emiliano Di Salvatore.
Gli operai dell’azienda sono tutti specializzati e fanno questo tipo di lavoro da quando la fabbrica si insediò ad Avezzano, nel 1998. I lavoratori hanno bloccato la produzione e impediscono le entrate e le uscite. “Non si tratta solo dei lavoratori di questo stabilimento”, vanno avanti, “qui c’è anche l’indotto che dà lavoro ad altre decine di persone”. “Qui non si è visto nessuno, nessun politico s’è presentato”, concludono, “vogliamo che venga qui il sindaco di Avezzano, che ci venga a conoscere e a capire che l’elevato livello di qualità che si garantisce ad Avezzano, in una multinazionale che è quotata in borsa e che temiamo che possa girarci le spalle”. “Se oggi ci troviamo in queste condizioni”, dice un lavoratore, “è perché la politica è indifferente alle esigenze dei lavoratori, al mondo dell’industria schiacciata da tasse e adempimenti. E così le aziende scappano dalla Marsica e scappano dall’Italia”, conclude, “noi non molleremo, la nostra battaglia inizia oggi”.
Sul cancello, all’uscita Fabrizio Iacoboni, responsabile delle rsu, affiancato da Emiliano Di Salvatore dice: “Io lavoro qui ancora da prima che arrivasse la Vesuvius, da quando c’era la Flocon, le nostre vite sono passate per questo lavoro, non ci rinunceremo”.