I cuccioli di Amarena, avvistati di notte e di mattina presto, continuano ad alimentarsi, a muoversi e a giocare. Hanno buone possibilità di sopravvivere con le loro forze

Pescasseroli – Riportiamo integralmente la nota del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sui cuccioli di Amarena. “Continua il monitoraggio e il controllo delle aree frequentate dai giovani orsi figli di Amarena che, al momento, stanno bene, continuano ad alimentarsi, a muoversi, a giocare e sono stati avvistati, anche da cittadini del territorio, di notte e anche di mattina presto, in località anche diverse da quelle incautamente citate su articoli di giornale e altre pagine social.

Totalmente infondate le notizie sulla loro morte, esattamente come lo erano quelle sui loro “pianti” che erano stati ipotizzati nei giorni scorsi e che vengono strumentalmente diffusi in rete.

Vogliamo ancora ribadire che faremo tutto il possibile per darvi informazioni sulle condizioni dei due giovani orsi, che sono la nostra principale preoccupazione, ma questo non significa che ogni giorno ci deve essere per forza qualcosa di nuovo. Non stiamo al Grande Fratello; usiamo questa espressione presa dal commento di una persona, sotto i nostri post, che ci sembra calzante per far comprendere che non siamo in un recinto ma in un’area vasta, dove loro sono liberi di muoversi e anche di nascondersi.

Ci sembra altrettanto importante, visti anche molti commenti, parlare di argomenti che al momento interessano molti nostri lettori e amanti degli orsi. Cosa succederà ai cuccioli quando arriverà l’inverno? Come faranno a mangiare? Come andranno in letargo? Queste sono solo alcune delle tante domande, fatte sui social o arrivate via mail e al telefono, in questi giorni.

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Fino ad autunno inoltrato è importante che continuino a muoversi, alimentarsi, giocare cercando di svolgere le attività vitali importanti in questo periodo della loro vita.

Nel caso ci accorgessimo che le loro attività quotidiane dovessero cambiare, e questo può incidere sulla salute, come abbiamo scritto più volte, siamo pronti a subentrare e ad aiutarli. Fino ad oggi l’istinto e la loro selvaticità li sta guidando anche se sono rimasti orfani e questo di per sé, ad ora, è un bene, perché la manipolazione umana, qualora dovesse esserci, non sarà sicuramente solo un aiuto, e potrebbe rivelarsi una criticità.

Quando arriverà l’inverno, se tutto sarà andato per il meglio, i giovani orsi troveranno un posto a loro comodo ed entreranno in tana in maniera istintiva. Una serie di cambiamenti fisiologici andranno di pari passo con la diminuzione del fotoperiodo (cioè del numero di ore di luce) tipico dell’inizio dell’inverno, dell’arrivo della neve, della diminuzione della temperatura, tutti fattori che porteranno i giovani orsi, in maniera del tutto naturale, ad entrare in ibernazione.

Tuttavia, non è possibile escludere che i piccoli rimangano attivi anche con il sopraggiungere dell’inverno. Questa non è un’eventualità così poco frequente, soprattutto nei nostri climi temperati. Infatti, in corrispondenza di inverni poco nevosi e con alcune fonti di cibo (tipo ghiande) che rimangono accessibili, alcuni individui possono rimanere anche svegli. Questo accade più frequentemente proprio nel caso di giovani orsi e femmine con piccoli che hanno un metabolismo più alto e che potrebbero trovare conveniente continuare a muoversi sul territorio.

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Innanzitutto, torniamo a ripetere che esperienze e studi internazionali indicano che a partire dai 6 mesi di età le probabilità che i cuccioli orfani sopravvivano sono significativamente simili a quelle di cuccioli ancora accompagnati dalla madre. I cuccioli dai 5-6 mesi (e quelli di Amarena ne hanno circa 8) infatti non dipendono più strettamente dal latte materno e, seppur ancora vulnerabili, hanno meno probabilità di subire aggressioni mortali da parte dei maschi adulti e di altri predatori.

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Allevare i cuccioli di Amarena per un breve periodo, portandoli a un peso che sia nettamente superiore ai cuccioli della loro stessa età, in natura, potrebbe probabilmente aiutarli a difendersi meglio da eventuali predatori, ma, come sempre, la scelta su come gestire un animale selvatico deve basarsi su un rapporto tra rischi e benefici. Le esperienze internazionali di allevamento di cuccioli orfani in cattività finalizzato al rilascio, ci dicono che esistono dei rischi di assuefazione all’essere umano durante la fase di allevamento. Questi rischi possono essere sì minimizzati seguendo attenti protocolli, ma non eliminati del tutto.

Nella nostra popolazione a rischio di estinzione, evitare che un animale diventi confidente, perché è stato messo in cattività anche per poco, rappresenta la priorità. Non dimentichiamoci, e quello che è successo lo conferma, che un animale confidente rischia più degli altri di morire per cause antropiche.

Questo è un rischio che non riteniamo sia opportuno correre, soprattutto in questa situazione in cui i cuccioli di Amarena hanno buone possibilità di sopravvivere con le loro forze e di “partecipare” con il loro patrimonio genetico alla sopravvivenza della specie”.

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